“Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa”, il nuovo romanzo di Michela Marzano presentato sabato pomeriggio nel corso di Pordenonelegge.
Quante sfumature diamo alla parola “consenso”?
All’interno di Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa troviamo molti temi.Parliamo di violenza di genere, di consenso, di molestie, di sì e no che a volte vengono confusi.Ma anche di relazioni asimmetriche. Ogni relazione in fondo lo è: diventiamo dipendenti e vulnerabili.Perchè, anche a seconda delle fasi della relazione, entra in campo, sempre, l’affettività.
Ci troviamo, insomma, davanti a un libro che sarebbe da leggere non dall’età degli studenti e delle studentesse della Marzano (anni universitari) ma già da ben prima, in adolescenza, per ricostruire una nuova grammatica delle relazioni.
In ogni caso, quando le si chiede a che punto siamo oggi in Italia su questi temi, la Marzano risponde che per fortuna se ne parla.
Dopo la tempesta #metoo dal 2017, non ci troviamo di fronte a un’acutizzazione del fenomeno ma di una maggiore risonanza, perchè molte più donne si sentono finalmente legittimate ad ammettere “è successo anche a me”.
Il punto di partenza di questo romanzo è proprio quello di cercare di capire che cosa era prima il #metoo e oggi.
Calcolando che per la Marzano è un tema affrontato da moltissimi anni, da oggetto anche della tesi di abilitazione (2004).
Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa
“Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa”Potrebbe essere la frase pronunciata da chiunque abbia subito una qualche forma di violenza o di abuso.
Sulla questione del consenso Michela Marzano ha preso sempre appunti senza trovare la forma giusta e la voce giusta, il personaggio giusto. Per questo, questo romanzo è stato difficile da scrivere, da dover mettere a distanza più volte e su cui più volte ritornare.
Lo sforzo è stato cercare di trovare le parole per permettere a tutte le donne di trovare un pezzo della propria storia.Voce e personaggio trovati in Anna. Come altre donne, purtroppo, anche lei attraversa vari momenti di violenza, più o meno silenziosa. Fa inoltre parte di una generazione in cui da bambine, giovani adulte e poi donne per le quali parlare di determinati argomenti era un tabù. Narrato in prima persona al principio, alla sua voce se ne aggiungono poi altre.
Per raccontare ad alcuni uomini, qualcuno lo sa già invece, cosa succede quando una donna si trova ad affrontare situazioni di violenza chiara ma anche i momenti in cui si tace perchè non ce la si fa più. Si cede, ma cedere non è acconsentire. Anche, ricorda la Marzano, nelle relazioni e in situazioni come il matrimonio in cui sembra vigere una sorta di ‘consenso informato’. Perchè il consenso non è mai monolitico e definitivo e ancor di più: un consenso non implica un assenso a tutto.