Vaclav Nižinskij. La biografia di Sergio Trombetta

Nižinskij è stato uno dei più grandi nomi nella storia del balletto.

Le sue sorprendenti esibizioni a cavallo tra il 1909 e il 1913 hanno saputo conquistare l’Europa. Oltre alle memorabili coreografie ci ha lasciato pagine di diari le quali ci forniscono un racconto avvincente e toccante del suo rapido declino.

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Dall’essere il più osannato alla psicosi nell’oscurità. Il suo genio rivelava così tragicamente la discesa nella follia e gli ultimi pensieri nitidi sul sesso, la religione, la guerra, la natura e la sua stessa vita spezzata.

Allo stesso modo Sergio Trombetta elabora la biografia del “dio della danza” (edizioni Lindau, pagine 282, collana “Le Comete”) spaziando con un dettagliato e documentato resoconto. Un’analisi capace di affrescare le parole come fossero gesti danzati compiuti idealmente da Nižinskij, in ruoli chiave, tra cui lo Spettro della Rosa, Narciso, lo Schiavo d’Oro, Petrouchka e il Fauno.

Nijinski è stato anche uno dei primi giovani uomini sensuali a dominare un palcoscenico occidentale squarciato dal frazionamento di genere con cui la società combatteva (e combatte ancora oggi).

Il Vaclav che ne esce infonde corpo non solo alla danza, ma all’arte della perfezione. Trombetta dispone la biografia in agili capitoli: dagli affetti avuti e mancati, alla bruciante elevazione artistica fino alla malattia, per ritrovare la quiete solo nella pittura.

Una storia al pari di un passo di danza, creata da movimenti frastagliati in tanti altri piccoli ed impercettibili movimenti, nella gestualità frenetica in cui si ritrovava il suo stile distintivo che rese leggendari i “Balletti russi”.

Un testo ben scritto e pratico per conoscere l’esistenza del mitico ballerino, la narrazione rende giustizia alla carismatica figura dando merito all’autore, attento nel sottolineare con garbo ogni particolare di cronaca, utile per facilitare il lettore nell’espressione del disagio emotivo ma anche nella concezione di teatro totale.

Biografia appassionante, raccomandata a tutti coloro che si apprestano ad iniziare la professione di danzatore o che semplicemente desiderano approfondire al meglio e con consapevolezza un pezzo del Novecento.

Citando un titolo teatrale di Eduardo De Filippo, “La grande magia”, possiamo trarne un parallelo “(…) la vita è un gioco, e questo gioco ha bisogno di essere sorretto dall’illusione, la quale a sua volta deve essere alimentata dalla fede (…) ogni destino è legato al filo di altri destini, in un gioco eterno (…)”. Di Nižinskij ci rimangono forza e vigore, l’ascesa artistica, le sue performance catartiche nel cogliere sentimento e ribellione.

Le parole scorrono come fossero petali di rose in un riferimento a “Le Spectre de la rose”, alla gorgiera del clown per il tragico “Petruska” o alle suggestioni de “L’après-midi d’un faune”, senza dimenticare la rivoluzionaria coreografia de “La Sagra della Primavera”, capace di oscurare l’accademismo classico a favore di una inedita contemporaneità, celebrando carnalmente il corpo con lo spazio, trasformandolo in un altro sé… in un altro respiro!

A completare il volume un apparato di evocative immagini che ricalcano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, l’immortalità e la bellezza dell’idolo. Dagli esordi a Pietroburgo fino al trionfo con i “Ballets Russes” a Parigi, per un viaggio senza ritorno.

Al suo fianco l’amante-pigmalione Djagilev, la sorella Bronislava, la moglie Romola, e numerosi altri illustri che costituiscono un periodo culturale (e di rinascimento) senza pari in era recente. È un ritratto che parla all’anima: racconta, ricorda, oltrepassa quel “nemico invisibile” che ha segnato molte esistenze, anche di personaggi eccezionali e fuori dal comune, come ben appunto lo è stato Nižinskij per il mondo della danza e della sua evoluzione.

L’autore

L’autore, Sergio Trombetta, è nato a Torino. Laureato in Giurisprudenza e Letteratura russa, ha svolto la propria attività nel settore della cultura, sviluppando presto uno specifico interesse verso il mondo della danza, soprattutto russa e sovietica.

Ha scritto numerosi articoli e testi per i programmi di sala, sia di danza classica che contemporanea, per i principali teatri italiani. Collabora da tempo con “La Stampa” e “Danza&Danza”.

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