A qualche giorno dalla giornata della libertà di stampa, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1993, e festeggiata il 3 Maggio, si è inaugurata giovedì la nona edizione di Link, festival del giornalismo di Trieste che si concluderà domani, 8 Maggio.
La libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica
Dopo l’evento inaugurale, un concerto per la pace che ha messo assieme musicisti provenienti da Ungheria, Croazia, Serbia e Ucraina, si è entrati nel vivo di un’analisi la più sfaccettata e approfondita possibile sul giornalismo allo stato attuale.
L’esibizione musicale ha infatti preceduto il conferimento del Premio Testimone della Storia di Credit Agricole al giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo.
La storica firma e scrittore ha dialogato con la giornalista e volto del TG1 Emma D’Aquino sul suo recente lavoro sulle donne che hanno “salvato il Paese”.
Tra loro Franca Valeri,Rita Levi Montalcini, Bebe Vio e Oriana Fallaci ad esempio.
Nella giornata di ieri, venerdì, si è ragionato di turismo e ripartenza dello stesso, anche attraverso lo sviluppo del digitale; di come si possa raccontare l’attualità del giornalismo attraverso un romanzo noir, con Fabrizio Roncone; del lavoro di una redazione come quella capitanata da Federica Sciarelli a “Chi l’ha visto?” e dello stato dell’arte del giornalismo.
Un giornalismo di competenza e preparazione, di verifica delle fonti anche se ciò può comportare ritardi nell’uscita delle notizie, professioniste e professionisti con percorsi che li rendano credibili.
Premio Unicef 2022: un faro su un mestiere delicato
Ogni anno il 3 maggio viene inoltre assegnato il premio UNESCO per la libertà di stampa intitolato a Guillermo Cano Isaza.
Premio che porta alla luce i contributi eccezionali alla difesa o alla promozione della libertà di stampa, in particolare di fronte al pericolo.
Se quest’anno il Premio è andato all’Associazione dei giornalisti della Bielorussia (AJB), preme sottolineare che l’Unicef nel pomeriggio di ieri ha consegnato a Beppe Giulietti (Presidente FNSI) il Premio Unicef 2022 dedicato quest’anno alle giornaliste e ai giornalisti impegnate e impegnati a raccontare, in prima linea, il conflitto in Ucraina.
Giovani professioniste e professionisti, come sottolineato da Giulietti, spesso precarie e precari, con una minima copertura assicurativa a cui, spesso, devono provvedere da soli/sole.
Professionisti e professionisti che vanno tutelate e tutelati.
E il riferimento del Presidente in rappresentanza delle colleghe e dei colleghi a chi ci governa è palese e non solo sottinteso.
Anche perchè il pericolo di fronte al quale si trovano non è solo quello legato alle zone di conflitto, ma anche quello a seguito delle minacce.
Come ricordato dal Presidente della Repubblica Mattarella durante il discorso del 3 Maggio, sono 24 i cronisti uccisi nel 2021, quasi 500 gli imprigionati e nel primo trimestre del 2022 sono stati registrati 44 atti intimidatori nei confronti di giornalistə.
Il mestiere del corrispondente
La consegna, che ha seguito un incontro con quattro tra i più importanti corrispondenti dall’estero ad oggiGiovanna Botteri, Barbara Gruden, Marc Innaro e Piero Badaloni), ha permesso in primo luogo un omaggio a due colleghi e “superiori” recentemente scomparsi, Demetrio Volcic e Sergio Canciani.
Ha permesso inoltre di ricordare il percorso che porta un giornalista a diventare corrispondente,con carriere come quella di Innaro, da 30 anni a Mosca.
Dalla conoscenza della lingua alla necessità di comprensione del luogo in cui si trova ad operare.
Non si può raccontare una partita di novanta minuti dall’ottantesimo.
spesso quello che succede negli ultimi dieci minuti dipende non solo dagli ottanta minuti precedenti ma anche dall’allenamento
Una metafora calcistica espressa da Innaro che ben evidenzia la responsabilità, non solo dei giornalisti all’estero.
