La quinta giornata del Trieste Film Festival presenta film fuori concorso, in particolare la sezione Fuori dagli Schermi e Premio Corso Salani mentre debutta il focus georgiano Wild Roses.
Al Teatro Rossetti alle ore 10:30 troviamo lungometraggio fuori concorso ŻEBY NIE BYŁO ŚLADÓW di Jan P. Matuszyński (Non lasciare trace, Polonia – Francia – Rep. Ceca, 2021, HD, col., 160’, v.o. polacca) Il film è stato presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2021 ed è il candidato per la Polonia agli Oscar per il Miglior film internazionale. Nel 1983 la Polonia è scossa dal caso di Grzegorz Przemyk, uno studente liceale picchiato a morte dalla polizia. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film ripercorre la storia di Jurek, l’unico testimone del pestaggio che, da un giorno all’altro, diventa il nemico numero uno dello Stato.
Dalle 14:00 Fuori dagli Schermi presenta due film in anteprima italiana RENGETEG – MINDENHOL LÁTLAK di Bence Fliegauf (Foresta – Ti vedo ovunque, Ungheria, 2021, HD, col., 112’, v.o. ungherese). Il TSFF segue Bence Fliegauf fin dal 2005 e in questo film il cineasta ungherese torna all’ispirazione degli esordi (non a caso il titolo è molto simile alla sua opera prima) con un’impressionante performance basata su una struttura narrativa circolare che comprende 7 storie drammatiche ambientate in una sola notte e in interni ripresi a distanza ravvicinata. Una riflessione sull’impossibilità di rapporti umani e familari nell’Ungheria di oggi.
Alle 16:00 vediamo SELINI, 66 EROTISEIS di Jacqueline Lentzou (Luna, 66 domande, Grecia – Francia, 2021, HD, col., 108’, v.o. greca), un rapporto complesso, sofferto, quasi isterico e urlato tra una figlia rientrata ad Atene dopo anni di lontananza e un padre molto fragile e malato. La camera della Lentzou sta addosso ai due protagonisti come in un documentario di osservazione e ne ottiene performance vibranti. Una regista che ha dimostrato tutto il talento della nuova generazione di cineaste greche in un film acclamato in tutto il mondo a partire dalla prima all’ultima Berlinale.
Alle 18:00 c’è il lungo fuori concorso VERA ANDRRON DETIN di Kaltrina Krasniqi (Vera sogna il mare, Kosovo – Macedonia del Nord – Albania, 2021, HD, col., 87’, v.o. Albanese) che ci racconta di Vera, un’interprete della lingua dei segni di mezza età, che conduce una vita ben organizzata: moglie di un magistrato rinomato, madre presente e nonna affettuosa. Questa serenità viene però sconvolta dal suicidio del marito e dall’indesiderato, continuo e minaccioso apparire di parenti che rivendicano la proprietà della casa di famiglia. Presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione “Orizzonti”, il film ha vinto il Grand Prix all’ultimo festival di Tokyo.
Alle 20:00 si tiene la cerimonia di premiazione del 33. Trieste Film Festival e a seguire c’è la proiezione speciale dell’ultimo film di una grande cineasta ungherese: A FELESÉGEM TÖRTÉNETE di Ildikó Enyedi (La storia di mia moglie, Ungheria – Germania – Francia – Italia, 2021, 35mm, col., 170’, v.o. inglese – francese – olandese – tedesca – italiana). Jakob Störr, uno scontroso capitano di mare olandese, scommette in un caffè di sposare la prima donna che entra nel locale. E arriva Lizzy, piccola donna francese intelligente, vivace e assolutamente imprevedibile. La grande calma di Störr inizia a diminuire gradualmente ed un po’ alla volta, la vita di Jakob va in crisi.
Al Cinema Ambasciatori dalle ore 11:00 sempre nella sezione Fuori dagli Schermi vediamo due film in anteprima italiana: il primo è TELO KHANA di Krystsina Savutsina (Il corpo di Khan, Germania – Bielorussia, 2021, HD, col., 57’, v.o. russa – bielorussa), storie minime in un villaggio della Bielorussia apparentemente indifferente alle rivolte popolari di Minsk. La giovane regista, che ha lasciato il paese, le definisce “coreografie di vita quotidiana” in un film sulle “regole che limitano le libertà personali e al tempo stesso fanno in modo che l’organismo sociale funzioni…”
A seguire vediamo NOTRE ENDROIT SILENCIEUX di Elitza Gueorguieva (Il nostro luogo silenzioso, Francia – Bulgaria, 2021, HD, col., 68’, v.o. francese – russa – inglese).
La regista nata in Bulgaria riprende l’amica Aliona, di origine bielorussa, che sta scrivendo un libro sul padre scomparso molti anni prima. Entrambe si sono stabilite da tempo in Francia e il vero tema del film è come creare in una lingua e in un contesto diverso da quello native, senza perdersi “in translation” e anzi provando a immaginare un linguaggio complesso e differente, dolcemente sospeso tra sogno e realtà.
Dalle 16:00 vediamo due film della sezione Premio Corso Salani. DIVIDED: What language do you express love in? di Federico Schiavi e Christine Reinhold (Italia, 2021, HD, col., 78’, v.o. russa – ucraina – italiana) un viaggio nei territori della prima guerra civile europea del XXI secolo: in Ucraina, dopo i drammatici eventi che sono seguiti alla prima protesta di Piazza Maidan a Kiev nel novembre 2013. Due fotografi, Giorgio Bianchi e Christopher Occhicone, con diverse prospettive e idee politiche, danno voce a personaggi che sono testimoni di diverse idee di indipendenza, ognuna nel suo teatro di guerra.
Segue alle 18:00 e in anteprima italiana INSULTATI. BIELORUSSIA di Caterina Shulha (Italia, 2022, HD, col., 84’, v.o. italiana) un progetto nato per poter far conoscere la terribile situazione politica in Bielorussia dopo le elezioni di agosto 2020. Andrej Kurejčik sceneggiatore, drammaturgo e regista teatrale ha scritto una pièce teatrale su questo tema, motivo per cui è dovuto scappare all’estero a seguito delle minacce ricevute. Il testo, portato in scena in 25 paesi del mondo, è stato tradotto in italiano da Giulia Dossi. Caterina Shulha ha deciso di impegnarsi per portare in scena tale progetto nel nostro paese con molti volti dello spettacolo italiano.
Alle 21:30 troviamo invece il documentario fuori concorso BOSNIA EXPRESS di Massimo D’Orzi (Italia, 2021, HD, col., 70’, v.o. bosniaca – italiana – inglese). Un treno attraversa lento il cuore della Bosnia Erzegovina: Sarajevo, Tuzla, Srebrenica, Konjic, Mostar. Donne, religione, guerra, violenza, arte lanciati sullo schermo come dadi su una scacchiera o giocati alla roulette russa. Una scuola di danza, i corridoi della facoltà di pedagogia islamica, le aule di musica rock, la collina di Medjugorjie… sono i luoghi da cui i personaggi muovono la loro ricerca.
Al Teatro Miela alle ore 14:15 debutta il focus Wild Roses che quest’anno accende i riflettori sulle cineaste georgiane. Il primo film che vediamo è GRZELI NATELI DGEEBI di Nana Ekvtimishvili, Simon Gross (In fiore, Georgia – Germania – Francia, 2013, 35mm, col., 102’, v.o. georgiana). Primi anni Novanta a Tbilisi, in una Georgia indipendente dopo il crollo dell’URSS. Il paese affronta una guerra sulla costa del Mar Nero (in Abkhazia) ed episodi di giustizia sommaria affliggono la vita di tutti i giorni. Ma per Eka e Natia, due amiche inseparabili di quattordici anni, la vita si sta aprendo, in strada, a scuola, con gli amici e la sorella maggiore, per queste due ragazze in fiore la vita sta sbocciando.
Alle 16:15 vediamo KREDITIS LIMITI di Salomé Alexi (Linea di credito, Georgia – Francia – Germania, 2014, HD, col., 85’, v.o. georgiana) La quarantenne Nino conduceva una vita agiata ai tempi dell’URSS, ma nella Georgia del 2014 ha difficoltà a far fronte ai cambiamenti. A poco a poco sprofonda nei debiti, vittima di un circolo vizioso cui non riesce a sfuggire. La storia di Nino è quella di 172.300 famiglie, il 14% della popolazione del Paese, che hanno perso la casa a causa dei mutui ipotecari degli anni 2009-2013.
Alle 18:15 abbiamo infine ANAS CKHOVREBA di Nino Basilia (La vita di Anna, Georgia, 2016, HD, col., 108’, v.o. georgiana). Anna è una madre single che fa diversi lavori per vivere e pagare le cure necessarie al figlio autistico, ricoverato in un istituto. Un giorno decide di lasciarsi tutto alle spalle e di portarlo negli Stati Uniti. Ma ottenere il visto e comprare i biglietti non è così facile. Così vende il suo appartamento e affida tutti i suoi averi a un uomo che può aiutarla a procurarsi dei documenti falsi. Ma può davvero fidarsi di lui?