Accordi♯ di Lorenzo Arruga
40 personaggi della mia vita
Presentato a novembre 2021 presso il Ridotto dei Palchi del Teatro alla Scala di Milano, con una conversazione tra Carlo Maria Cella e Angelo Foletto l’ultimo libro – dal titolo Accordi♯ – di Lorenzo Arruga, è un omaggio al noto critico scomparso nel 2020.
Le edizioni Archinto hanno dato alle stampe – come si legge in quarta di copertina – l’ultimo atto d’amore di Lorenzo Arruga per la musica e per il teatro: un album (315 pagine) di dialoghi con le stelle che hanno brillato sempre nei suoi orizzonti di musicologo, organizzatore, divulgatore e maestro di scrittura senza confini e pregiudizi. Quaranta ritratti di musicisti e scrittori, regine del canto e della danza, direttori e solisti, attrici e registi, cantautori e impresari, letterati e maestri di pensiero.
L’imparziale ordine alfabetico non vieta, anzi invita a scorrere le pagine in libertà, saltando da Claudio Abbado a Luchino Visconti, da Riccardo Muti a Placido Domingo, da Leonard Bernstein a Leyla Gencer, da Gianandrea Gavazzeni a Luciano Berio, da Maria Callas a Luca Ronconi, da Pier Luigi Pizzi a Claudio Scimone, da Paolo Grassi a Gunnar Nordahl, da Giorgio Strehler a Umberto Eco, da Fanny Ardant a Sonia Bergamasco, da Carla Fracci a Italo Calvino, da Riccardo Bacchelli a Giorgio Gaber.
In tutti vibra una corda comune: l’emozione dell’incontro. In tutti si accende un gioco delle parti che trasforma il ritratto in un pezzo di teatro. In quaranta Accordi♯, un mondo intero dell’arte e della cultura accetta di svelarsi e si salva alla memoria, grazie alla fiducia nella parola di uno scrittore che sapeva frugare nella vita degli altri col sorriso sulle labbra.
L’autore
Giornalista, scrittore, regista, curatore di mostre (anche per il Museo Teatrale alla Scala) e riferimento per una generazione di critici italiani, Lorenzo Arruga ha accompagnato con competenza, affetto e ironia diversi decenni di storia scaligera. Come inviato nel comunicato stampa della Scala, si riportano di seguito le parole di presentazione di Franca Cella.
Lorenzo Arruga ha scritto, parlato, progettato e messo in scena spettacoli da quando era ragazzo a ieri. Giornalista e critico musicale per oltre mezzo secolo, ha vissuto un’epoca d’oro di rinascita e ricerca, di riscoperte eccitanti e di vertiginosi cambiamenti.
È entrato in contatto diretto con i personaggi dominanti della vita artistica e culturale, e in questo libro, il suo diciannovesimo, ne staglia i ritratti. 40 personaggi ospita la tela, ma altri s’affacciano nel discorso e meriterebbero di entrare. Non sono tutti musicisti (i più grandi, da Karajan a Gaber); anche scrittori come Bacchelli o Calvino, attori come Proietti, Sonia Bergamasco o Fanny Ardant, registi come Pizzi, Strehler, Visconti, maestri di pensiero come Umberto Eco, scienziati come Umberto Veronesi, Fracci dea della danza, il calciatore Gunnar Nordahl.
L’incontro nasce sovente dal rapporto di giornalista intervistatore, ma ha radici di lunga attenzione. Arruga li ascolta, e il rapporto diventa confidenza, anche complicità, collaborazione, scatta di necessità come un accordo musicale: “quel rapporto istintivo e fatale che ci lega agli artisti più amati”.
E ogni ritratto, anche dei più conosciuti, porta qualcosa di nuovo e segreto. Ogni ritratto si staglia da una scena o paesaggio, conserva timbro e lessico del personaggio. C’è la scrittura di Arruga: gli attacchi imprevedibili, la naturalezza del comunicatore, la sintesi d’affetto e ironia, la parola che scatta come un’istantanea, scivola in ritmo narrativo musicale. C’è anche un intreccio di rimandi interni per cui dai profili di grandi direttori o cantanti possiamo sorprendere le diverse fasi dello scoprirsi e costruirsi di un direttore o cantante. Perché Arruga ha voluto comporre e scrivere questo libro? Credo per rivedere, quasi dal limite del suo percorso, i grandi personaggi “da cui ho imparato moltissimo”. Per ringraziarli della loro straordinarietà. Per offrire il ritratto in movimento che è riuscito a schizzare, come l’amico pittore e caricaturista Beppo Novello, dopo una cena in casa Arruga, offrì la rosa.
Nota biografica di Lorenzo Arruga (Milano 1937-2020)
Una vita vissuta all’insegna dell’entusiasmo di scoprire e comunicare. Critico musicale dal 1968 per “Il Giorno”, “Il Giornale” e “Panorama”, ha fondato e diretto la rivista mensile “Musica Viva” dal 1977 al 1994. Scrittore, ha pubblicato svariati libri di argomento musicale – tra cui La Scala, Il teatro d’opera italiano, Mozart da vicino – e di narrativa, come L’angelo che non si lasciava dipingere, anche colorata di giallo, come O dolce o strana morte ispirata a Gesualdo da Venosa.
Autore di libretti, pièce teatrali fantasiose e musiche di scena; inventore e regista di spettacoli in grandi teatri (Regio di Parma, Comunale di Bologna, La Fenice) o in spazi alternativi, dal Tendone di periferia milanese a piazze e sagrati di paese, proponendo anche riscoperte e rifacimenti. Autore e conduttore innovativo di programmi radiofonici e televisivi (per la Rai, Tele+3, TSI) ha diretto istituzioni (Orchestra Milano Classica, Festival di Ravenna 1986 e 1987), organizzato convegni e firmato mostre (le più recenti Riccardo Muti. Gli anni della Scala, 2016; Strehler fra Goldoni e Mozart a Palazzo Reale, 2017-18).
Docente di corsi universitari e stage, ha trasmesso l’attualità dei classici, l’attenzione ai linguaggi e agli interpreti nascenti. Col suo catturante raccontare al pianoforte, con l’inesauribile attività di progetti ha formato generazioni di giovani artisti e ascoltatori.