Il 21 dicembre al teatro Rossetti di Trieste, il Russian Classical Ballet ha dato vita alla magica fiaba di Natale dello “Schiaccianoci”

“C’era una volta…”, queste le parole con cui iniziano tutte le fiabe della nostra infanzia.

E quella dello “Schiaccianoci” è certamente una delle fiabe più belle di sempre, ma le parole sfumano in note musicali sugli spartiti. Non c’è nessun cantastorie a narrare l’intreccio, il quale si genera davanti ai nostri occhi in un mosaico di melodie, costumi, scenografie e grandi ballerini.

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Il balletto

Ultimo dei tre meravigliosi balletti musicati da Pëtr Il’ič Čajkovskij, “Lo Schiaccianoci” è una gemma del patrimonio del balletto classico russo. Dopo “Il lago dei cigni” nel 1877 e “La bella addormentata” nel 1890, il 18 dicembre 1892 “Lo Schiaccianoci” debuttò al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo.

Le indimenticabili coreografie vennero elaborate da Marius Petipa e Lev Ivanov. Il rinomato coreografo Petipa aveva infatti intrecciato una collaborazione prolifica con Čajkovskij, curandone anche i due balletti prima citati. Fu poi lo stesso Marius Petipa a occuparsi del libretto basandosi sulla fiaba di E.T.A. Hoffmann.

La storia

La storia narra della piccola Clara, che la sera della vigilia di Natale riceve un dono molto speciale: uno schiaccianoci a forma di ussaro. Quella stessa sera, allo scoccare della mezzanotte, avviene la magia. Clara all’improvviso si rimpicciolisce e viene attaccata da un’orda di topi malvagi. Arrivano, però, lo schiaccianoci e altri balocchi, che nel frattempo hanno preso vita, e riescono a sconfiggere Re Topo.

È così che lo schiaccianoci si trasforma in un principe in carne e ossa e accompagna Clara nel Regno dei Dolci. Lì incontrano personaggi magici e fatati, finché non arriva il momento per la bambina di tornare alla realtà. La storia termina quindi con Clara che si risveglia a casa sua, stringendo a sé il piccolo schiaccianoci.

Il Russian Classical Ballet

“Lo Schiaccianoci” è ormai rinomato come uno dei capolavori russi e mondiali del balletto, nonché radicata tradizione natalizia. Non è la prima volta che l’opera viene ad incantare Trieste, essendo stata rappresentata più volte in passato sia al teatro Rossetti che al Verdi.

Quest’anno è niente poco di meno che la compagnia del Russian Classical Ballet a portarlo in scena, in una produzione in cui tutto è curato fin nei minimi dettagli. Impeccabili e dotati di una potente leggiadria, i ballerini sono stati selezionati fra i diplomati nelle prestigiose scuole di ballo di Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk e Perm.

Esemplare è l’attenzione con cui il Russian Classical Ballet conserva il patrimonio del balletto russo, lasciando però spazio alla personalità unica di ogni interprete e concedendosi perfino qualche momento di comicità. In questo modo la narrazione, solidamente basata sulla tradizione di Čajkovskij, appare colorata dalle mille sfumature degli interpreti e ancora più godibile per il pubblico.

La scenografia imponente e meravigliosamente dipinta crea un’atmosfera d’incanto, mentre i costumi di Evgeniya Bespalova sono eccellenti, raffinati e sfolgoranti nella loro giostra di colori sgargianti e brillantini.

Una nota di merito va anche alla cura delle luci, sapientemente variegate in colori e calore nel costruire le diverse scene del balletto: dalla calda e conviviale atmosfera della festa a casa di Clara al momento terrificante e surreale dell’arrivo dei topi.

Il Russian Classical Ballet ha quindi portato alla vita in maniera impeccabile un balletto che con il suo incanto fiabesco, la magnifica musica e le eccezionali coreografie emoziona da più di un secolo generazioni intere di adulti e bambini. Certamente non c’era modo migliore per il Rossetti di augurare un buon Natale a tutto il suo pubblico.

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