La contraddanza in Sicilia di Simona D’Agostino – Una indagine nella provincia di Palermo
Proponendosi come una prima indagine sulla contraddanza in Sicilia, il testo (edito da Gangemi Editore International nella collana “Etnocoreologia / Antropologia”, 272 pagine con numerose illustrazioni fotografiche a colori, disponibile anche in versione ebook) si apre con una breve storia delle origini e dell’evoluzione della contraddanza in Europa per passare poi alle testimonianze etnografiche e musicali documentate in Sicilia.
La seconda parte è dedicata alla descrizione delle contraddanze rilevate e documentate in una ricerca sul campo, con riferimento ai contesti esecutivi, alle forme poetiche, musicali e coreutiche.
Lo studio offre altresì un’accurata comparazione tra le forme di danza esaminate al fine di rintracciare costanti e varianti di ordine verbale, musicale e coreutico. Il testo è integrato da testimonianze filmate accessibili nel sito web associato al volume.
Come si legge nell’interessante testo la contraddanza è una forma di danza comune ai primitivi di ogni tempo e luogo, mossa nelle imprescindibili figure chiamate “del doppio fronte” o della “carola”. Nel tempo troviamo quella originaria a circolo chiuso o aperto, scoviamo il ballo incrociato ad arco, oppure chiamato a ponte, o ancora a catena. Da queste danze ebbero esordio le contraddanze medievali che si articolavano nella “ronda” o “ruota figurata”, per arrivare a quelle rinascimentali chiamate “ballate”, “baleries”, “balet”. Naturalmente come riportato da tutti i manuali di storia la contraddanza ne trasse grande visibilità anche grazie alla “country dance” inglese del Seicento.
In ogni sua variante, è da annoverarsi puramente come ballo d’origine popolare, nella sua più “nobile” accezione. L’arrivo nelle sale da ballo delle famiglie aristocratiche fu particolarmente contrastato e non veloce. La contraddanza nasce come danza in numero sempre pari di coppie (anche se variabile per quantità) e la regola dispositiva appare variabile dal contesto. La primitiva contraddanza voleva che le coppie si disponessero su due file opposte lungo i due lati della sala. Per lo più si ritrova la disposizione divisa in gruppi di quattro coppie, che prese in seguito il nome di quadriglia, sostituendo quello di contraddanza.
Per i nomi delle figure e dei movimenti si usava la lingua francese (come del resto ciò avviene da sempre nella danza classica accademica). Una coppia nella contraddanza comune si trova in posizione normale, quando il cavaliere è al lato sinistro della dama, e avanza tenendo nella propria mano destra quella sinistra della dama (o in alternanza il braccio).
In Italia la contraddanza la ritroviamo nei repertori tradizionali delle danze occitane e in quelle dell’Appennino bolognese. Ma come ci insegna il presente libro di Simona D’Agostino si rintraccia ampiamente anche in Sicilia, propriamente nell’area della provincia di Palermo. Infatti la ricerca dell’autrice si sviluppa nell’arco di un anno, analizzando sedici comuni per un totale di ventidue differenti contraddanze, restituendoci così – a livello antropologico e storico – un vivido quadro di testimonianze etnografiche e musicali in terra siciliana, con quel carico ricco di simbologie sociali legate strettamente al territorio, e di rimando agli usi, costumi, colori e all’insieme comportamentale.
La ricchezza delle testimonianze fa di questo testo un viaggio affascinante per coloro che desiderano scoprire (o riscoprire) antichi balli del passato i quali oggi ci parlano di un’epoca radicata e profonda sulla figurazione coreutica che riesce a sopravvivere allo scorrere del tempo, e alle mode. Il lettore troverà nello specifico le varianti di appartenenza locale, con gli abiti, i copricapo, gli strumenti musicali, e la spiegazione dei passi, a far da corona al singolo elemento caratterizzante, come quella “mascherata” di Balestrate o la “cuntraranza” di Marinero, o quelle nate in occasione del Carnevale di Gangi. Al lettore, o allo studioso, il compito di scoprirle pagina dopo pagina, intervallate da folkloristiche intenzioni dialettali del corifeo comandante, e da immagini esaustive.
L’autrice
L’autrice, Simona D’Agostino, è nata nel 1990 ed è laureata in Pianoforte al Conservatorio “A. Scarlatti” di Palermo. Presso l’Università della stessa città si è anche laureata in Musicologia, con una ricerca sul campo di tipo etnocoreologico sulla tradizione della contraddanza in Sicilia.
Da gennaio 2020 è docente di Pianoforte presso l’Accademia Musicale Praeneste di Roma. Insegnante per oltre dieci anni di danza classica, attualmente sta perfezionando la sua competenza pianistica presso il Conservatorio di Santa Cecilia.