Senza parlare è una raccolta di testimonianze sul tema che si fa spettacolo per arrivare a quante più persone possibili. Tredici appuntamenti nei teatri milanesi con la compagnia SPK-Teatro, in scena per la Fondazione Benedetta D’Intino. Lo scopo: promuovere una vera cultura dell’ascolto, il diritto alla comunicazione per tutti.

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L’impossibilità di comunicare (e ancora di più la difficoltà di mettersi davvero in contatto con l’altro) è disgiunzione, è separazione, è sdoppiamento: “non sono laddove pensi di star parlando con me, sono altrove, se mi ascoltassi davvero lo vedresti, mi vedresti”. Un’immagine forte, resa tangibile sul palco; una condizione che, con sforzo, si supera quando ci si prova ad ascoltare realmente, nel silenzio, pur senza parlare. Tanto da riunirsi, ricongiungersi.

È questo lo stratagemma narrativo e registico che Lisa Moras usa per colpire lo spettatore e portarlo subito nel tema centrale di Senza Parlare, pièce che la compagnia friulana SPK-Teatro sta portando in scena per la Fondazione Benedetta DIntino nei teatri milanesi, con spettacoli a ingresso gratuito: dal debutto al Franco Parenti fino al culmine a Campo Teatrale (il prossimo 1° ottobre), passando per il Teatro Filodrammatici, il Teatro Tertulliano (21 settembre), il PACTA Salone (23 e 24 settembre) e il Teatro della Cooperativa (27 e 28 settembre).

La storia – intensa, toccante – racconta il rapporto quotidiano tra due fratelli: Sara, diciottenne affetta da paralisi celebrale e impossibilitata a usare i mezzi che tutti conosciamo per esprimersi, e Marco, suo caregiver e tutore. Sono uniti, ma allo stesso tempo divisi da un muro invisibile: l’incomunicabilità. La barriera è talmente forte che vediamo, appunto, la coscienza della protagonista “staccarsi” – ribelle ed esasperata, libera di urlare con se stessa ma prigioniera del non poter essere sentita – dal corpo inerme che siede sulla carrozzina, separarsi da esso, prenderne le distanze: un corpo per noi invisibile al quale Marco continua imperterrito a rivolgersi, senza ascoltare davvero, insistendo con isterico affetto nell’anticipare le esigenze della giovane, convinto di conoscerle già.

La Sara così disgiunta da se stessa e dalla possibilità di interazione (interpretata da una energica e convincente Caterina Bernardi) è molto arrabbiata: sa cosa vuole ma ci mette sempre molto tempo per farsi capire e spesso vi rinuncia. Marco (Alessandro Maione)rappresenta uno specchio per lei, libero di scegliere per sé, il riflesso di tutto ciò che lei non può essere. Il muro, però, alla fine viene abbattuto: Marco trova la chiave per entrare in relazione con Sara, capendo (malgrado la difficoltà nel gestire una così complessa quotidianità e malgrado i suoi stessi problemi personali) che prendersi cura di lei significa prima di tutto ascoltarla. E, riuscendoci, anche la precedente separazione diventa riunificazione, la coscienza di Sara torna nel corpo inerme e vivo, ora da persona integra, in connessione con chi le sta accanto.

Senza parlare è dunque il (riuscito) dramma della difficoltà di ascoltare, di comunicare, ma anche di prendersi cura di chi è affetto da gravi patologie: prende spunto dall’omonima raccolta di testimonianze di familiari di bambini e adolescenti colpiti da disabilità comunicative e seguiti dal Centro Benedetta DIntino Onlus, braccio operativo dell’omonima Fondazione nata nel 1992 per volontà delle famiglie Mondadori, D’Intino e Formenton in ricordo della piccola Benedetta, scomparsa a soli quindici mesi. La pièce racconta senza sconti i sogni, i desideri e la vita giovanile per promuovere una cultura dellascolto dei bisogni di chi non può parlare, per sensibilizzare il pubblico sul diritto alla comunicazione per tutti.

Il Centro Benedetta D’Intino Onlus, nato nel 1994, segue ogni anno oltre 400 bambini e ragazzi con grave disabilità comunicativa e con disagio psicologico attraverso i suoi due settori clinici di Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) e di Psicoterapia. I progetti di C.A.A partono dall’analisi dei bisogni e delle barriere che impediscono al bambino di comunicare coinvolgendo medici, psicologi, educatori, logopedisti e informatici. L’obiettivo è arrivare non solo a potenziare le abilità presenti, ma anche a formare i suoi principali partner comunicativi, come familiari e insegnanti.

La Fondazione Benedetta D’Intino è stata la prima in Italia a istituire una Scuola di Formazione in Comunicazione Aumentativa Alternativa che, dal 1996, anno in cui è nata, ha formato ad oggi oltre 1.000 operatori della riabilitazione e dell’educazione. All’interno del Centro è presente anche una Biblioteca Speciale per bambini con disabilità motoria e di comunicazione.

Senza Parlare – scritto e diretto daLisa Moras, con Caterina Bernardi e Alessandro Maione, sound elight design di Alberto Biasutti, scenografie e costumi di Stefano Zullo – è prodotto dal Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone con il sostegno di Fondazione Friuli. La tournée di tredici date, tutte a ingresso gratuito con prenotazione, è resa possibile grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo e Confcommercio.

Per Info e prenotazioni: biglietteria@aragorn.it Per il calendario: fondazione.benedettadintino.it/senza-parlare

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