Presenze in crescita e boom di prenotazioni nell’arco dei primi sei giorni di attività del museo dopo due mesi di chiusura al pubblico. Schmidt: “In tanti hanno sete di arte e di cultura”
Oltre 21mila visitatori nei primi sei giorni di riapertura delle Gallerie degli Uffizi.
Un bilancio che ha superato di gran lunga le precedenti due riaperture di gennaio e di giugno. In molti casi si è trattato di un piacevole ritorno, in altri di una “prima volta” per “la carica dei 21.392” che da martedì a domenica hanno visitato gli Uffizi, Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli.
In 11.620 hanno scelto la Galleria delle Statue e delle Pitture con 14 nuove sale dedicate al Cinquecento italiano, 7.791 hanno deciso di immergersi nella natura del Giardino di Boboli, 1.981 sono entrati in Palazzo Pitti, alla scoperta dei musei dell’ex Reggia medicea. Il picco più alto di presenze è stato nel weekend con l’obbligo di prenotazione per l’accesso al museo.
Sabato agli Uffizi sono entrati 2.833 visitatori, domenica erano in 3.116. Ben 561 gli ingressi con il Passepartout 5 days, il biglietto cumulativo valido 5 giorni consecutivi che permette di accedere una sola volta, con priorità di accesso, a ognuno dei circuiti museali degli Uffizi, di Palazzo Pitti, del Giardino di Boboli, oltre al Museo Archeologico Nazionale e al Museo dell’Opificio delle Pietre Dure.
Sono stati 80, invece, i visitatori che hanno scelto il Passepartout annuale (35) o il Passepartout Family (45) (quest’ultimo valido per due adulti, insieme ad un numero illimitato di bambini), le due tessere di abbonamento che consentono accesso libero agli Uffizi, a Palazzo Pitti e a Boboli, al Museo Archeologico Nazionale e al Museo dell’Opificio delle Pietre Dure, per 1 anno dalla data scelta al momento dell’emissione.
Tantissime le prenotazioni registrate, con una media – in continua crescita – di oltre mille al giorno per tutto il 2021. Si tratta principalmente di italiani, anche se non mancano prenotazioni di turisti stranieri per i prossimi mesi.
“Sono numeri – commenta il direttore Eike Schmidt – che ci mettono di buonumore perché testimoniano come, in questo delicato momento di ripresa, in tanti hanno sete di arte e di cultura. E a questo interesse ha contribuito anche la campagna di informazione e approfondimento che abbiamo promosso negli ultimi mesi. Il virtuale non sottrae nulla all’esperienza diretta, ma anzi la stimola”.