Un libro chiamato corpo di Akira Kasai

Il presente libro, a cura di Maria Pia D’Orazi (pubblicato da Artdigiland nella collana “Saggi, 260 pagine con fotografie) riepiloga quella nobile forma di comunicazione non verbale, in cui la gestualità corporea diviene maggiormente forma di espressione libera, in quanto assente da condizionamenti e da confini reali od immaginari.

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Nell’arte, ed in particolare nella disciplina della danza, vi è una sorta di beneficio nello spirito, mediante l’uso delle diverse parti del corpo, che in maniera implicita o esplicita prendono parte al cosiddetto movimento. Le sonorità attraversano il corpo donando libera espressione alle emozioni più recondite, dando vita ad un linguaggio profondo. Nella danza sono presenti il tempo e lo spazio, che si ritrovano nella dinamica di un corpo attivo, in cui tutto l’insieme determina il modo di comportarsi, di relazionarsi, di approcciarsi, e di esprimersi all’unisono con il ritmo e il battito essenziale.

Le discipline esoteriche insegnano che il corpo non è mai un ostacolo per la piena realizzazione dell’individuo. Al contrario, è il mezzo necessario per la sua elevazione spirituale, perché lo spirito si forma per gradi dopo aver accolto ed elaborato le esperienze del mondo fisico. Ed è attraverso la focalizzazione della percezione sulle sensazioni fisiche che l’essere umano può acquisire consapevolezza della sua identità più profonda: allora, quando mette a tacere l’intelletto e dirige la coscienza sulle sensazioni, riesce a percepire il “corpo interiore” come un flusso di energia che scorre nell’organismo, sperimentando il contatto con la sua identità di essenza a partire dalla sua identità di forma.

Attraverso il contatto con l’Essenza è possibile distinguere i pensieri autenticamente individuali generati dal proprio sé, da quelli provenienti da istinti fisici o abitudini sociali; mentre si entra in un territorio senza limiti dove “io è un altro” e scompare ogni differenza fra individui, generazioni, civiltà o religioni che possa generare una cultura della sopraffazione e della violenza.

Allora, la ricerca espressiva diventa qualcosa di più e qualcosa d’altro: è sistema pedagogico e visione dell’uomo nuovo, un modo di trasformare se stessi per trasformare il mondo. Kasai come i grandi riformatori che hanno fatto la storia del teatro del Novecento da Copeau a Stanislavskij a Grotowski: quando si parla dell’attore e del danzatore ma poi l’obiettivo è l’essere umano e la ricerca di ciò che è essenziale nella vita; quando si parte dalla quotidianità per attraversarla ed entrare in una dimensione più alta che la oltrepassa.

[…] Nell’epoca dell’inautentico la danza non riguarda più solo i danzatori ma riguarda tutti: indica la possibilità di rigenerare un corpo completamente degradato. Si tratta di entrare nel corpo e decifrare il suo messaggio: “Siamo in grado di leggere il nostro corpo come se fosse un libro?”.

Gli autori

L’autore, Akira Kasai, danzatore, coreografo e filosofo della danza. Assieme a Kazuo Ono e Tatsumi Hijikata, appartiene alla generazione di artisti che ha fondato all’inizio degli anni Sessanta il buto giapponese. Nel 1971 ha aperto una sua scuola di danza ed esoterismo, il “Tenshi kan” (La casa degli angeli) diventata nel 1991, dopo la sua esperienza di studio nell’Istituto di Rudolf Steiner a Stoccarda, un centro di formazione per euritmisti.

È tornato in scena nel 1994, dopo quattordici anni di assenza, e da allora ha continuato ad esibirsi in tutto il mondo come Solista, con la sua Compagnia oppure in collaborazione con artisti di stili differenti.

Maria Pia D’Orazi, storica del teatro e giornalista professionista, insegna Storia dello spettacolo alla Libera Accademia di Belle Arti di Roma “Rufa” dal 2004, “Teorie e pratiche della danza dal XIX al XXI secolo” all’Università RomaTre dal 2015 e lavora nella redazione del programma di attualità televisivo “Otto e mezzo” su La7 dal 2007.

Ha presentato Akira Kasai per la prima volta in Italia nel 1998, inaugurando una collaborazione artistica ancora in corso. Sul buto ha scritto diversi saggi e i libri: “Il Corpo Eretico” (Casadei Libri, 2008) con un documentario girato in Giappone; “Kazuo Ono” (L’Epos, 2001) e “Buto. La nuova danza giapponese” (E&A Editori Associati, 1997).

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