“Ludica. Annali di storia e civiltà del gioco”
La rivista, pubblicata sin dal 1995 dalla “Fondazione Benetton Studi Ricerche” con la collaborazione di Viella Libreria Editrice, vuol essere un contributo alla riflessione su caratteri e valori assunti dalle “cose del gioco” nel corso dei secoli, da quella dimensione ludica, appunto, connaturata con la vicenda umana, per molto tempo messa in ombra e oggi finalmente recuperata alla serietà degli studi.
“Ludica” raccoglie interventi di carattere vario per natura, contenuti, ma soprattutto per le molteplici ottiche d’osservazione, all’intersezione tra campi diversi della ricerca, con attenzione particolare ai contesti storici e sociali.
Anche la scelta dei secoli presi in esame dagli studi (compresi fra la tarda antichità e l’inizio del secolo XIX) vuole colmare un’altra lacuna nel campo della riflessione sulla storia del gioco, da sempre rivolta all’indagine dei ludi classici o degli sport contemporanei.
I contributi vengono di norma pubblicati in lingua originale, accompagnati da riassunti in tre lingue, così da rispondere alle esigenze del panorama internazionale degli studi, offrendo un comune nodo di relazioni e di scambi.
È dal 1995 che la “Fondazione Benetton Studi Ricerche” edita insieme a Viella la rivista internazionale con la direzione di Gherardo Ortalli. Nel panorama culturale è l’unica rivista del genere ad occuparsi della storia del gioco (dall’antichità alla prima età contemporanea), “Ludica” è arrivata nel 2021 al numero ventiseiesimo d’uscita. Centinaia sono gli studiosi che negli anni vi hanno collaborato, apportandovi i saperi e le esperienze delle rispettive aree di provenienza e di studio.
Tra i tanti tempi autorevoli presentati nella rivista (elegantissima nella veste grafica e tipografica, curata in ogni dettaglio estetico) troviamo anche la danza intesa come disimpegnata o per meglio dire avvalorata da finalità educative attraverso la pratica allegra, assumendo dal gioco un significato maggiormente profondo e rilevante.
Tale attività artistica ha saputo nel tempo farsi promotrice in differenti ambiti della ricerca, con un’originale modalità espressiva dell’umano sul pensiero globale, fondandosi tra postura e gesto di matrice accademica o libera così capace di interpretare la società, il costume, la cultura del tempo (fino ad oggi con la naturale evoluzione) e le attitudini singole e psicofisiche della persona.
La danza, e naturalmente l’arte del ballo in generale, è inglobata a pieno diritto nella diffusione, divulgazione, irradiazione, propagazione, propalazione, trasmissione di carattere umano partendo dalla natura e dal suo creato, dispiegando senza manipolazioni le sue verità sottintese, costituendo un vocabolario affine all’individuo – sia che si tratti di gioco, burletta o di professione all’arte – in grado di farsi materia oltre all’onirico nella sfera dei processi primari sul bisogno di espressività, musicalità, spensieratezza, emotività e non per ultimo su quell’insieme di tradizioni, riti e rituali, feste e preghiere che caratterizzano da sempre l’identità dei popoli nei loro simboli più cari, legati all’origine dell’usanza e delle norme in uso all’interno della propria collettività.