“Cesare Negri”Un maestro di danza e la cultura del suo tempo a cura di Alessandro Pontremoli e Chiara Gelmetti.

Il volume (Marsilio Editore, 224 pagine, con illustrazioni, collana “Ricerche) tratta, a tutto tondo, di Cesare Negri milanese, detto “il trombone”, una delle figure più interessanti della storia della danza all’inizio dell’età moderna.

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Studiato da coreologi e musicologi, Cesare Negri è uno dei primi professionisti della danza: ballerino, proto-coreografo, finanche corago della ricca spettacolarità teatrale e parateatrale di quegli anni.

Nella Milano spagnola, dove operava soprattutto come Maestro di danza, sia nell’ambito dell’iniziativa privata, sia al servizio dei diversi governatori alla guida del ducato, Negri, con la sua danza, si poneva al crocevia di una serie di processi e di trasformazioni sociali significativi e rilevanti all’interno degli studi di storia culturale.

Cesare Negri, nato a Milano nel 1535 circa, fondò nel capoluogo lombardo un’Accademia di danza nel 1554. Fu un coreografo molto attivo per la nobiltà di Milano (curò, tra l’altro, il ballo dato in onore di Margherita d’Austria-Stiria nel salone di Palazzo Ducale). Scrisse “Le Grazie d’Amore” nel 1602, il primo trattato sulla teoria del balletto che esponeva il principio delle “cinque posizioni di base”. Il trattato venne ripubblicato nel 1604 con il titolo di “Nuove lnventioni di Balli”. Morì a Milano nel 1605 circa.

Il presente autorevole saggio pone in luce il potere diretto e il potere obliquo nella danza nobile a Milano fra Cinque e Seicento, l’arte del gesto tra evocazione e rappresentazione, il corpo espressivo, la danza e il teatro musicale, Cesare Negri a Genova da una novella di Orazio Malaspina, da Cesare Negri a Jean-Baptiste Lully, “Brandi, e Balli, che si ballano in più di quattro”, tracce e personaggi per un discorso sul sistema della moda milanese, e molti altri temi di grande interesse suddivisi in dettagliati capitoli.

Conclude il libro una corposa appendice nella quale ritroviamo, tra gli altri argomenti, Rinascimenti a confronto: citazioni coreografiche da Negri a Francalanci in una regia e coreografia del “Ballo delle Ingrate”. Cenni storici sugli abiti italiani all’epoca di Cesare Negri.

Ritroviamo pagina dopo pagina quell’accrescimento sociale e culturale dato dalla musica e in particolare dalla danza che avrebbe acquistato un sentore diverso dal passato, almeno per quanto riguardava la vita di corte. Il manierismo maggiormente ricercato, al contempo all’analisi di nuovi canoni, codici, portamenti, movenze e passi elaborati (a volte particolarmente complessi), trasformarono la danza grazie a Cesare Negri in qualcosa di grandemente elitario nell’inserimento in contesti sociali di livello prominente.

I trattati di danza italiani della fine del Cinquecento, come quelli ad opera di Cesare Negri, si avvalgono di una solida parte comportamentale in cui si definisce l’insieme di norme identificative sulla buona educazione: una codificazione che stabilisce le aspettative del contegno, e della norma convenzionale. Un patrimonio indispensabile di chi voleva entrare a far parte di una corte o anche solamente di un contesto quotidiano di principi intellettuali e morali, validi a determinati fini, in accordo con le esigenze dell’individuo e della società.

Gli autori

Alessandro Pontremoli insegna Storia della danza all’Università degli Studi di Torino. Si occupa delle forme e delle estetiche coreiche, in particolare dei secoli dal xv al xviii e della contemporaneità. Presidente della Commissione consultiva per la danza del Ministero dei beni e delle attività culturali, ha diretto l’Associazione per la ricerca sulla danza dal 2004 al 2010.

Fra i suoi volumi: “Danza e Rinascimento” (Ephemeria 2011, premio Pirandello per la saggistica 2013-2014); “La danza nelle corti di antico regime” (Edizioni di Pagina 2012); “La danza 2.0. Paesaggi coreografici del nuovo millennio” (Laterza 2018).

Chiara Gelmetti, fondatrice e presidente onorario di A.D.A. Associazione Danze Antiche, di cui tuttora è entusiasta animatrice, ha affiancato alla formazione scolastica e scientifica lo studio della musica, del canto e della danza. Spirito poliedrico, ha creato, organizzato e condotto diverse performance e seminari di danza storica e sperimentale in Italia e all’estero.

Si è laureata con lode in Filosofia all’Università Statale di Milano con una tesi su danza e cultura ebraica nel Rinascimento italiano, di cui è in corso di pubblicazione il volume omonimo. Nel 2015 ha fondato l’associazione culturale Il Boncio, di cui è l’attuale presidente.

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