Danze e leggende dell’antica Cina

di Marcel Granet

La casa editrice milanese Adelphi ha dato alle stampe un prezioso e corposo volume, nell’attenta traduzione di Elena Riva Akar con la cura editoriale di Carlo Laurenti (collana Il ramo d’oro, pp. 570). Ogni cultura possiede i propri miti sulla creazione, in particolare la Cina gode di leggende che raffigurano le origini divine del sapere, della civiltà e della dottrina. Tale mitologia è accresciuta mediante le generazioni, dando vita ad un ricco ventaglio di storie, leggende, movimenti artistici, estetiche che pur provenienti da differenti fonti e regioni – unitamente – rappresentano un variopinto e storico dipinto, così ricco di sfumature, sovente riguardante la natura umana, eventi leggendari, amore, soprannaturale, ed elementi caratteristici del paesaggio socio-culturale-popolare. I racconti cinesi inglobano una infinita gamma di forme come miti, favole e altri che hanno  fornito ispirazione agli scrittori e ai poeti per secoli. I canti popolari, in origine accoppiati alla danza e ad altre arti sceniche, hanno saputo fornire nel tempo prospettive inedite ed ispirazioni nella narrativa classica, fondata sulle tradizioni orali, spesso influenzate dai drammi popolari.

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Dall’aletta di copertina: Tutte le dinastie iniziano con un sacrificio» scrive Granet in un passo cruciale di questo libro, dove, forzando le «segrete della mentalità cinese» (Wilcock), fa rivivere la struttura sociale, la mitologia, la religione della Cina arcaica. Guidandoci attraverso un mondo popolato di animali fantastici e scandito da feste primaverili, offerte al fiume, danze sciamaniche che propiziano il contatto con gli antenati, Granet ci schiude il mito di Yu il Grande, fondatore della dinastia Hia (III millennio a.C.), e per restituirne l’epopea ricorre a ogni genere di fonti: canti, proverbi, leggende, ma anche esili tracce celate nel canone della letteratura classica. Se «l’Ordine del Mondo dipende dalla Virtù Regale», la storia di Yu il Grande coincide con una nuova disposizione e organizzazione cosmica, un nuovo ordinamento dello spazio e del tempo – decisivo spartiacque fra due epoche. Questo libro, il più audace di Granet, si distanzia da tutte le opere maestre della sinologia (incluse quelle dello stesso Granet) perché non è una esposizione analitica, ma una messa in scena delle primordiali immagini del mondo cinese, come se le vedessimo incidersi sul guscio di una tartaruga, alla maniera degli esagrammi dello “I Ching” – come se la Cina arcaica parlasse con i suoi passi di danza e ostentando i suoi emblemi. Se un giorno si dovesse fare una lista molto severa dei libri essenziali del Novecento – di tutti i generi – “Danze e leggende dell’antica Cina” non vi potrebbe mancare.

Dal testo: «I Luoghi Santi, paesaggi rituali delle Feste da cui ogni poesia trae immagini e ritmi dotati di un potere imperioso, sono i regolatori dell’Ordine Naturale e dell’Ordine Umano. Ora, il prestigio di cui godono è dientico a quello che dà al Signore feudale la sua autorità. L’identità è assoluta. I Luoghi Santi sembrano essere il principio esteriorizzato di ogni governo. Valgono quello che esso vale. Durano il tempo che esso dura. Muoiono nello stesso modo. Il Capo e il suo Grande Antenato traggono da essi il loro nome di famiglia o il loro nome personale. Così, c’è un momento in cui il Signore viene identificato con il Luogo Santo, diventato il Centro Ancestrale del casato principesco. Allorché, nelle notti di luna piena, il suo matrimonio e l’unione con la sua Dama inducono gli astri, gli uomini e ogni cosa a mantenere una condotta e delle usanze regolari: suscitano un’emozione santa – la stessa che risvegliano nei cuori contadini le nozze equinoziali, in cui giovani e fanciulle, unendosi sulla Terra Sacra, credono di imparentarsi con la Madre della loro Stirpe. È allora che i ritualisti delle corti feudali vogliono proibire le Feste rurali, è allora che le condannano. Tutto si è svolto come se il Principe si fosse appropriato di tutta l’energia mistica diffusa nel Luogo Santo incorporandola nella propria persona.»

L’autore

L’autore Marcel Granet (1884-1940) è stato uno dei grandi sinologi del Novecento. Di lui Adelphi ha pubblicato “Il pensiero cinese” (1971), “La religione dei Cinesi” (1973), “Il linguaggio dei sentimenti” (insieme a Marcel Mauss, 1975) e “Feste e canzoni dell’antica Cina” (1990). “Danze e leggende dell’antica Cina” è apparso per la prima volta nel 1926.

La presente opera letteraria è articolata come da Indice = Introduzione – Parte prima. Sacrifici di danzatori e di capi – Capitolo preliminare. La creazione del prestigio al tempo degli Egemoni (La storia del periodo Tch’ouen ts’ieou – Gli Egemoni – Il Prestigio al tempo degli Egemoni – Princìpi di Prestigio e Princìpi di Rovina) – I. Prigionieri sacrificati (Il trionfo – Il sacrificio al Dio del Suolo di Po – Il rituale della resa – Le orecchie tagliate) – II. Capi sacrificati (Come viene creato un Luogo Santo regale – Mangiare o non mangiare il proprio simile – Comunione e avversione) – III. Danzatori sacrificati (L’incontro di Kia-kou – I racconti dell’incontro (I. Tso tchouan – II. Kong-yang – III. Kou-leang – IV. Sin yu – V. Kia yu – VI. (Sseu-ma Ts’ien. Biografia di Confucio) – VII. (Sseu-ma Ts’ien. Storia di Ts’i) – VIII. (Sseu-ma Ts’ien. Storia di Lou) – La filiazione dei testi – Storia e agiografia – La composizione di un racconto storico – Il Danzatore che espia, alter ego del Capo – La danza delle gru) – Parte seconda. La creazione di un ordine nuovo – Capitolo preliminare. Il ruolo delle categorie (I. I Mostri messi al bando – Virtù nuova: Tempo nuovo – L’inaugurazione di un Ordine nuovo – L’espulsione delle virtù obsolete – L’avvento di un nuovo Spazio-Tempo – L’organizzazione del nuovo mondo – La danza del Mostro messo al bando – La trasmissione del potere – Il Mostro messo al bando: Ministro o Figlio maggiore – Il nuovo Capo messo alla prova – Il ritiro del Capo invecchiato) – II. Danze mascherate (Intronizzazione ed espulsione dei Geni dell’Anno – La danza dei Dodici Animali – Geni dei mesi e Geni degli elementi – L’inverno, tempo di ritiro – Gare, maschere, possessione – Stagione morta e stagione dei morti) – III. Drammi rituali (Le Ispezioni del Sovrano – L’esecuzione e la danza di Fang-fong – Assemblee feudali e gare mitiche – Luoghi Santi e Danze animali – L’esecuzione e la danza di Tch’e-yeou – Il Sovrano gareggia con il suo Rivale – Emblemi animali e danze di confraternite – Le gare di corsa e l’esecuzione di K’oua-fou – Il Millantatore gareggia con il Sole – Essenza animale e Virtù dinastica – I concorsi di tiro e l’Arciere assassino di Mostri – La sconfitta del Sole e il Mondo organizzato – La Conquista degli Emblemi) – Parte terza. Sacrificio dell’eroe e danza dinastica – Capitolo preliminare. Le fondazioni di dinastie – I. Il sacrificio del duca di Tcheou (Diritto agnatizio e diritto uterino – Il sacrificio nella periferia) – II. Danza e sacrificio dell’antenato degli Chang (Yi Yin, Araldo degli Chang, e le leggende del Gelso cavo – Come si acquisisce l’Araldo e come muore – Come nasce l’Araldo – Alberi cavi, Dimore solari e Tamburi regali – T’ang il Vittorioso e la Foresta dei Gelsi – Alberi cardinali e Porte orientate – Il Luogo Santo dei Principi di Song – Il sacrificio di T’ang – La danza di Sang-lin) – III. Danza e sacrificio dell’Antenato dei Hia (Il sacrificio di Yu al Fiume Giallo – La danza di Yu, vincitore delle Acque – I Lavori di Yu il Grande – Il Minatore che risanò il mondo – La ierogamia dei fonditori – Il Tamburo di Yu – K’ouei, maestro di danza e maestro di fucina – Il gufo – Tamburo il gufo e le Feste della Fusione – Gufi, Fabbri e Fulmine – L’azione riflessa – Il Passo di Yu – La danza su un piede solo – La danza dell’orso – Conflitti di emblemi – Pietre spaccate e pietre calpestate – La danza del fagiano – Come viene generato il Tuono – Come viene generato l’Eroe – Dissipazione, Sacrificio, Prestigio) – Conclusione – Elenco delle opere citate – Tavole di concordanza – Indice analitico

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