Martedì 18 agosto ore 21,30 presso il Parco Oasi di Terracina, debutterà in prima nazionale Au Revoir regia di Luca Gabos con Viviana Falco.Lo spettacolo fa parte della rassegna teatrale R-ESTATE IN SCENA, organizzata dall’Associazione Kast di Caterina Guida, in collaborazione con Fondazione Città di Terracina e Parco Oasi.
Au Revoir è un monologo brillante nel quale la giovane attrice Viviana Falco, si cimenterà nel ruolo di Claudia Rossi, attrice pluripremiata e diva dello star system, all’apice della sua carriera, verrà messa a dura prova da una serie di disavventure, che la porteranno a una scelta cruciale. Il monologo mette in evidenzia le esperienze intime di un artista, i sentimenti, le frustrazioni che ci sono dietro a quella che apparentemente può sembrare una vita tutta rose e fiori. La protagonista vivrà varie situazioni dove ci sarà spazio anche per l’amore, dove la certezza diventa incertezza, precarietà, la sua carriera all’apice cadrà nel dimenticatoio senza un vero motivo, e si ritroverà a fare i conti con sé stessa.
In occasione del debutto nazionale, abbiamo intervistato la protagonista Viviana Falco.
Il tema principale del monologo è molto particolare e, per vari motivi, potrebbe essere molto sentito per alcuni dei tuoi colleghi. Te come presenteresti Au Revoir?
Questo monologo mi vede sul palcoscenico nei panni di Claudia Rossi, attrice pluripremiata che per molto tempo è riuscita a cavalcare l’onda del successo occupando le luci di tutti i riflettori. Purtroppo, per una serie di eventi, finisce per essere messa da parte e dimenticata da quello stesso mondo che le ha regalato gioie e premi. È su questo aspetto della vita di Claudia che si concentra il monologo così da mettere a nudo l’umanità e la sensibilità dell’attrice a fronte di un cambiamento che può colpire chiunque in qualunque momento della carriera.
In effetti immagino che questa sia una paura che, prima o poi, possa effettivamente colpire allo stesso modo attori e attrici. Te come hai affrontato la cosa durante la preparazione dello spettacolo?
Ammetto di averci pensato anche io durante lo studio del testo e del personaggio. Ovviamente non mi permetto di mettermi sullo stesso livello di Claudia Rossi, che ha ricevuto un’immensità di premi e riconoscimenti, però tra provini non riusciti e ruoli per i quali magari vieni chiamato per una puntata e poi mai più, non è raro cominciare a vivere in uno stato d’ansia. La cosa positiva è che, in questo modo, credo di essere riuscita ad immedesimarmi al meglio in Claudia durante quel periodo della sua vita. Spero che anche il pubblico riesca ad immedesimarsi così come ho fatto io.
Però non bisogna dimenticare che è pur sempre una commedia.
Certamente. Tutto quello che ho raccontato fino ad ora è stato preparato sotto quell’ottica però siamo stati anche in grado di raggiungere un equilibrio perfetto nello spettacolo. Se da una parte abbiamo una rappresentazione vibrante e sopra le righe, dall’altra abbiamo il personaggio di Claudia che, nei momenti di solitudine, sembra togliersi questa facciata di comicità per lasciarsi andare a momenti di forte solitudine. Queste due anime di Au Revoir continuano a toccarsi e allontanarsi per tutto lo spettacolo per poi raggiungere solo sul finale una stabile sintonia.
Un’ottima visione di insieme dello spettacolo. Il doppio ruolo sceneggiatrice-attrice deve essere nel tuo DNA.
In effetti non ho mai sentito questi ruoli come due parti diverse di me. La mia passione per la scrittura è pari solo a quella per la recitazione. Questo mi ha permesso di sviluppare una visione completa di tutti gli spettacoli a cui ho partecipato, sia come scrittrice che come attrice. Però non posso negare la soddisfazione che si prova nel portare in scena in prima persona una propria opera. In quel momento non solo stai vedendo una tua creatura prendere vita ma sei tu autrice-attrice a rendere tutto ciò possibile.
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