michelangelo nari_ aznavour.

Con il tour internazionale di Siddhartha the Musical, negli anni scorsi, ha potuto calcare i palcoscenici italiani ed esteri  e recentemente abbiamo potuto apprezzare la sua voce in un musical dedicato a Sanremo e la sua duttilità interpretativa nel cast della versione italiana di Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street, diretto da Claudio Insegno.

Terminato il lockdown, Michelangelo Nari si lancia ora in un progetto – in qualità di ideattore, interprete e produttore – nel quale rende omaggio, in punta di piedi e con estrema delicatezza rende omaggio a Charles Aznavour, chansonnier per antonomasia, scomparso nel 2018.

L’album, intitolato Vous permettez, Aznavour?, è disponibile su prenotazione direttamente  sul sito www.michelangelonari.com

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Quando è nato il progetto?

Io collaboro già da diverso tempo con il Teatro francese di Roma, con cui abbiamo organizzato vari concerti in lingua francese. Un anno e mezzo fa ero stato chiamato in Toscana per partecipare a un progetto dedicato a Edith Piaf, colei che ha scoperto lo chansonnier franco-armeno: una cantante di Pistoia cercava un uomo che cantasse le canzoni di Aznavour e, mentre preparavo il repertorio, ho avuto una sensazione di familiarità con queste melodie, che mi hanno fatto veramente sentire a casa. Allora ho deciso di investire un po’ di tempo, energie e soldi in questo progetto: prima del lockdown, le tracce musicali erano pronte; appena è stato possibile ho registrato le voci con gli ultimi arrangiamenti e poi c’è stata la pubblicazione.

Qual è l’origine di questa tua passione per la lingua francese?

Io ho una metà francese nel sangue, anche se non l’ho mai esplorata. Comunque, ho sempre avuto una grande passione per la lingua e la musica francese. In generale, a me piace lavorare con le lingue: io ho vissuto per un periodo in America, quindi parlo bene l’inglese, ma l’idea di esprimermi anche in lingue che magari non conosco mi piace molto, perché ogni idioma ha la sua musicalità e con il francese io mi sento particolarmente a mio agio.

Dall’ascolto del cd emerge particolarmente la tua padronanza di diverse lingue…

Proprio perché Aznavour cantava in tante lingue ed è una sua caratteristica che ho sempre apprezzato. Ad esempio, She, che forse in Italia è una delle sue canzoni più famose – in Francia, paradossalmente, no – l’ho voluta interpretare nelle varie versioni che sono state realizzate: io nel cd la canto in sei lingue (inglese, tedesco, italiano, francese, spagnolo ed ebraico). La versione in ebraico, in realtà, è una cover realizzata da un cantante israeliano qualche anno fa e ho voluto riprenderla per dare un tocco di internazionalità ancora più evidente.

Un altro aspetto interessante del cd è la presenza di alcuni duetti. Come hai scelto le canzoni e le voci con le quali interpretarle?

Il cd contiene dieci canzoni, ho scelto pezzi più famosi insieme a brani meno popolari, cercando di racchiudere vari periodi della carriera di Azanavour. Ti lasci andare rappresenta il periodo italiano di Aznavour, l’aveva cantata in coppia con Iva Zanicchi; Mio commovente amore è il brano più recente tra quelli inseriti nel cd, racconta l’amore per una donna muta ed era stata cantata anche in coppia con Liza Minnelli; mentre J’aime Paris au mois de mai è un brano degli anni Cinquanta, che poi è stato ripreso in tempi più recenti.

Per interpretare questi duetti, mi sono affidato a tre colleghe e amiche che mi sono sembrate tutte molto adatte per accompagnarmi in questa avventura: Rosy Messina (che negli ultimi anni è stata la mia partner ricorrente, sia in teatro, sia nei concerti), Stefania Fratepietro e la giovane performer romana Eleonora Segaluscio.

Ritieni che questo sia il periodo migliore per riscoprire un istrione quale è stato Aznavour?

A proposito delle sue canzoni, Aznavor era solito dire: “Io le scrivo come si scrive per un attore: ho sempre in mente la scena e l’interpretazione”. E’ ovvio che non sono canzoni da tormentone estivo, quindi mi rendo conto che, se non fossimo stati colpiti da una pandemia, non sarebbe stato questo il periodo più adatto per realizzare questo tipo di progetto. Sono melodie dal sapore più autunnale, infatti da ottobre spero di poter partire con una serie di concerti. Però va anche detto che le belle canzoni sono immortali e vanno sempre ascoltate.

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