Dal 6 all’8 marzo al Teatro Tordinona in scena Ho imparato a guardare la luna scritto e diretto da Anna Fraioli. In scena Raffaella Ariganello Alessandro Arseni, Serena Brilli, Dario Cocciolo, Laura De Santis, Sim Levi Tezel, Anna Malloni, Serena Miracapillo, Massimo Natoli, Ilaria Pierandrei, Iole Pisano.
Ho imparato a guardare la luna? Che storia racconta questo spettacolo?
La storia è quella di Massimo e Sofia. Entrambi decidono di iniziare un percorso di psicoterapia: Massimo per cercare di comprendere come gestire meglio le relazioni e Sofia perché sente di avere molti aspetti della vita irrisolti. Il lavoro terapeutico farà venir fuori aspetti di sé che non sapevano neanche di avere. Impareranno a conoscere le loro parti nascoste, le paure. La propria ombra insomma. Tutto quello che in genere non si ammette di avere. Ma scopriranno che sarà proprio il dialogo con quell’ombra, la sua accettazione e integrazione a far superare quel muro che li separa dalla felicità. Ecco perché Ho imparato a guardare la Luna. E tutto questo a ritmo jazz.
Come è nata l’idea di portarlo in scena?
Mi piace rappresentare le dimensioni interiori dell’uomo, i suoi aspetti psicologici e i suoi percorsi personali. Nel caso di Ho imparato a guardare la luna l’ho fatto mettendo in azione tutti questi aspetti in un lavoro dal registro comico. La comicità esplora gli aspetti stessi della vita, mostrando, con leggerezza, quei processi vitali che si sviluppano ordinariamente nella quotidianità e che il teatro restituisce ingigantiti, quasi fossero isolati e posti sotto una lente di ingrandimento.
Una produzione La bottega dell’attore. Ci parla di questa realtà?
La Bottega dell’Attore attualmente ha la sua sede a San Lorenzo, a Roma. Le attività presenti in Bottega sono molteplici. Molte sono formative, quindi dedicate alla preparazione specifica dell’attore (con i corsi permanenti per principianti e non, i workshop, i seminari e gli approfondimenti), o relative a percorsi più generali (come il corso di scrittura, i percorsi di crescita personale). C’è, inoltre, tutta l’attività volta a sperimentare nuove forme di drammaturgia e i meccanismi del comico.
Molti sono i momenti di scambio culturale che vedono anche l’intervento di esperti degli argomenti che di volta in volta vengono trattati. Ci sono, poi, le Scenate in Saletta e gli spettacoli. Sinteticamente La Bottega è un contenitore e un modo di fare ricerca artistica, attraverso la valorizzazione di tutte le forme di creatività.
Come ha diretto gli attori?
Dirigere tanti attori è complesso e incredibilmente stimolante. Ogni attore è un mondo. Se si sta con la mente aperta, si crea uno scambio fatto di ascolto, di sintonia, di un lasciarsi cadere in un territorio popolato di stimoli.
Tecnicamente, lo sviluppo di un linguaggio comune permette sia di fare il lavoro su testo, personaggio, ritmo dello spettacolo, ensemble. Anche lo spazio umano di confronto è un aspetto che rientra nella preparazione. Lo spettacolo è la magia di un gruppo, che rende palpabile un’energia invisibile. Come in altri campi, anche quando dirigo gli attori uso quell’arma grandiosa che è l’ironia. Così, anche quando la fatica si fa sentire, lo sguardo bonario consente sempre il divertimento e le soluzioni più inaspettate.
Porta in scena uno spettacolo in un periodo molto critico. Quali sono gli ingredienti di questo lavoro che sconfiggeranno la paura Coronavirus?
È un argomento delicato, di cui è stato detto troppo perché si possa dire la propria. Le riflessioni, pertanto, che mi vengono, non sono relative a questo argomento specifico; sono solo riflessioni generali. Mi viene da pensare che quello che accade non è che… quello che accade. Non ha un significato intrinseco. Quello che sposta tutto è cosa ciascuno di noi fa di quegli accadimenti. Si può dare la colpa a qualcun altro. Ci si può convincere che esiste la sfortuna. Si può diventare ciechi, fragili, confusi, spaventati, risucchiati da un vortice oscuro.
O ci si può chiedere cosa ci possono insegnare quei fatti, cosa significano, cosa effettivamente ci vogliono dire. Cosa dobbiamo capire. Ricavare quella centratura per far luce su noi stessi. Sulla nostra natura. Magari per ricordarci cosa siamo davvero.
Progetti futuri?
Andremo in scena il 19 e 20 maggio al teatro Cometa di Roma, con Domani è un altro giorno. La progettualità per il 2020 riguarda inoltre la consueta attività della Bottega (i laboratori teatrali, di scrittura, di canto, i corsi intensivi, gli spettacoli, le Scenate in Saletta) i cui riferimenti si possono trovare sul sito www.labottegadellattore.it