Andata in scena l’ultima volta al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste nel 1871, Lucrezia Borgia venne rappresentata per la prima volta con successo a Milano nel 1833 e in quell’occasione Gaetano Donizetti previde e ottenne, non senza qualche difficoltà, una nuova disposizione dell’orchestra, quella a cui si ricorre ancor oggi con gli archi disposti a semicerchio davanti al podio.
E fu una novità in quanto precedentemente gli archi stavano da un lato, mentre la restante parte dell’orchestra dall’altro.
Nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, in scena dal prossimo venerdì 17 gennaio (repliche fino al 25 gennaio), in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, la Fondazione Teatri di Piacenza e la Fondazione Ravenna Manifestazioni, Lucrezia Borgia è diretta dal Maestro Roberto Gianola, considerato attualmente uno dei più giovani e interessanti Direttori della nuova generazione. Attualmente è Direttore Stabile presso il Teatro dell’Opera di Istanbul, dove ha debuttato nel febbraio 2015 dirigendo I racconti di Hoffmann e dove è stato protagonista per tutto il triennio 2015-18 sia nel repertorio lirico, che in quello di balletto e sinfonico.
Il M° Gianola ha già diretto oltre 50 differenti orchestre in tutto il mondo – ha debuttato nel gennaio 2009 a soli 34 anni nella prestigiosa Carnegie Hall di New York – e, specializzato nell’opera lirica, ha diretto con successo in numerose produzioni tutte le opere tradizionali.
Con l’Orchestra e il Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, Lucrezia Borgia è interpretata da Carmela Remigio/Lidia Fridman (Donna Lucrezia Borgia), Dongho Kim/Abramo Rosalen (Don Alfonso), Stefan Pop/Deniz Leone (Gennaro), Cecilia Molinari/Veta Pilipenko (Maffio Orsini), Motoharu Takei (Jeppo Liverotto), Rustem Eminov (Don Apostolo Gazella), Dario Giorgelè (Ascanio Petrucci), Dax Velenich (Oloferno Vitellozzo), Giuliano Pelizon (Gubetta), Andrea Schifaudo (Rustighello), Giovanni Palumbo (Astolfo), Roberto Miani (Un coppiere).
La regia è di Andrea Bernard, le scene sono di Alberto Beltrame, i costumi di Elena Beccaro, le coreografie e i movimenti scenici Marta Negrini, le luci di Marco Alba. Maestro del Coro Francesca Tosi.
Il libretto di Felice Romani si basa su un dramma di Victor Hugo, pubblicato nello stesso 1833 in cui fu realizzata l’opera, che elabora in modo libero diversi motivi delle vicende, storiche e leggendarie, attorno alla figura affascinate di Lucrezia Borgia e al suo ambiente familiare.
Lo scrittore francese non rimase però entusiasta dell’adattamento operistico, tanto che nel 1845, per una serie di rappresentazioni di Lucrezia Borgia a Parigi, proibì che fosse usato questo titolo: il libretto dovette essere rimaneggiato e l’opera andò in scena come La rinnegata.
Non è questa l’unica metamorfosi di Lucrezia Borgia: l’opera cambiò spesso titolo e venne presentata via via come Alfonso, duca di Ferrara, Eustorgia da Romano, Giovanna I di Napoli, Elisa da Fosco, Nizza de Grenade e Dalinda. Motivo di tante variazioni era il soggetto, per l’epoca piuttosto audace, che già nella versione originale aveva scatenato i censori.
Anche la parte musicale fu spesso rimaneggiata, tra la prima nel 1833 e il 1840 circa: ad esempio esistono due finali alternativi, senza che si possa dire che uno dei due abbia soppiantato l’altro nella prassi esecutiva. Una delle versioni dell’opera fu tra l’altro rappresentata per la prima volta proprio a Trieste, all’allora Teatro Grande, il 2 ottobre 1838.