I Miti del Rock: gli indimenticabili talenti di Jimi Hendrix, con The Jimi Hendrix Revolution, e di Elvis Presley, con Joe Ontario, dal musical Elvis the musical, in scena con un doppio evento al Teatro Nuovo di Milano il 14 e 15 gennaio 2020.
Due personalità e due generi diversi ma accomunati da una grande abilità, quella di aver cambiato il corso della musica, lasciando un’eredità stilistica incredibile che ha influenzato tutta la successiva scena artistica.
I Miti del Rock è il progetto attraverso il quale We4show riporta sul palco, per un doveroso omaggio, alcuni dei grandi personaggi che hanno segnato la storia della musica. A renderlo possibile, esperti e talentuosi musicisti professionisti che sapranno dare il giusto valore a un repertorio importante.
Abbiamo intervistato Joe Ontario e Andrea Cervetto
Prima di parlare de I Miti del Rock Conosciamoci meglio. Chi sono Joe Ontario e Andrea Cervetto?
Joe Ontario: Credo che per sintetizzare in una frase chi è Joe Ontario, si potrebbe semplicemente rispondere che è un cantautore italocanadese che adora la musica Blues/Country/Rock americana e che vive per cantare.
Andrea Cervetto: Andrea Cervetto è un chitarrista/cantante/arrangiatore e produttore che 35 anni fa ha iniziato e continuato ininterrottamente questa grande passione che è la musica. Ha accumulato esperienze in vari settori musicali in Italia e all’estero ed è in un continuo stato di ricerca e crescita artistico/musicale, scriverlo in terza persona mi fa sorridere.
Ricordate qual è stato il momento in cui avete deciso di fare della vostra passione un lavoro?
Joe Ontario: La musica mi è sempre piaciuta e l’ho ascoltata con attenzione, ma prima dei 15 anni non avevo mai pensato di fare il cantante. A 17 anni ho dato vita alla mia prima band “The Presley Orchestra” con la quale abbiamo iniziamo a suonare nei più svariati posti. La reazione del pubblico mi ha fatto capire che potevo cantare anche fuori dalle mura di casa. A 19 anni ho inciso il mio primo vinile dal titolo “What’s on your Mind?” e mi sono reso conto che la cosa si era fatta abbastanza seria.
Andrea Cervetto: Praticamente da che ho memoria è sempre stato il primo obiettivo della mia vita. Oggi lo posso divulgare: la mia prima serata retribuita (20.000 lire) l’ho tenuta all’età di 13 anni. All’epoca i miei genitori potevano essere accusati di sfruttamento del lavoro minorile (sorride n.d.r.), in realtà devo invece in gran parte a loro l’avermi consentito di inseguire e perseguire i miei obiettivi.
Vi siete esibiti su palcoscenici importanti, con grandissimi artisti, riuscite a descrivere l’emozione che si prova?
Joe Ontario: E’ sempre un punto d’orgoglio cantare con artisti famosi. Nell’ ”Azzurro” dell’82 con Rai 2, per esempio, ho conosciuto artisti del calibro di Ron, Loredana Bertè, Morandi e tanti altri e ho diviso il palco facendo parte della squadra di Peppino Di Capri. Ho anche avuto l’onore di solcare palchi importanti come il Petruzzelli e il Teatroteam della mia città, il Brancaccio di Roma, L’Ariston di Sanremo e tanti altri. Dulcis in Fundo, il Teatro Nuovo di Milano in cui ho diviso il palcoscenico in “Elvis the Musical” con ragazzi di una bravura straordinaria a cui auguro il successo più grande del mondo. In quella occasione mi sono davvero commosso.
Andrea Cervetto: Ogni volta è un’esperienza indimenticabile a volte meravigliosa a volte difficile ma sempre indimenticabile e ogni volta si impara qualcosa di nuovo.
In scena il 14 e 15 gennaio con I Miti del Rock nei panni di Elvis e Jimi Hendrix. Quanto di loro vi portate dentro e quanto è frutto del vostro genio artistico?
Joe Ontario: Elvis ha sempre fatto parte della mia famiglia e mi ha accompagnato ogni giorno, forse, da quando sono nato. Credo che quando sono su un palco a cantare Elvis lo sento totalmente dentro di me. Per me sarebbe impossibile cantare una canzone di Elvis e non sentirlo nel cuore. Mi auguro che questo si possa vedere dalla platea. Di mio, c’è il dono della voce che Dio mi ha dato e che uso per divertirmi e fare divertire. C‘è una frase di Leo Buscaglia che adoro: “Your talent is God’s gift to you. What you do with it, is your gift back to God.”
Andrea Cervetto: Porto dentro molto di Hendrix a volte anche inconsapevolmente, me ne sono reso conto approfondendone la conoscenza non solo musicale ma anche storica dell’individuo in occasione della costruzione di questo spettacolo che è The Jimi Hendrix Revolution. Credo che molti player della chitarra elettrica abbiano dentro, consapevolmente o meno, qualcosa di Hendrix. Questo sta a significare la grande importanza e rilevanza musico/culturale che Hendrix ha avuto, in pratica una rivoluzione! Da qui nasce anche l’idea del titolo dello spettacolo. Ovviamente poi tutto viene filtrato e trasmesso attraverso la mia persona con grande umiltà e rispetto per cui ne esce una versione sì rinnovata ma fedele, sia in termini di sound che dei brani, che eseguo insieme ad Alex Polifrone alla batteria e Fausto Ciapica al basso i quali si avvicinano con grande rispetto e carattere.
Immagino nonostante il talento indiscusso che la strada del successo non sia stata sempre liscia. Quanto conta la determinazione, il “non arrendersi” in questo settore?
Joe Ontario: La musica spesso è sinonimo di sofferenza. Ci sono talenti mostruosi che per mancanza di quel “colpo di fortuna” non diventeranno mai artisti affermati. L’arte, spesso, senza la fortuna viene soffocata. Arrendersi, però, non ha mai fatto parte della mia vita e se si ama fare qualcosa, bisognerà semplicemente continuare a farla.
Andrea Cervetto: Certo le difficoltà sono sempre dietro l’angolo, anzi a volte le abbiamo proprio davanti in bella vista ma io ne ho fatto uno strumento che mi permette di rinnovarmi e mantenere viva la curiosità che è la chiave per continuare a crescere ed esprimersi al meglio. Conta anche capire quali sono effettivamente le difficoltà per le quali vale la pena combattere e superare e quali invece sono “semplici incidenti di percorso” e per tali vanno presi e lasciati andare.
Se tornaste indietro cambiereste qualcosa?
Joe Ontario: Sì. Sarei ipocrita a rispondere il contrario. Mi sarei stabilito permanentemente in Canada subito dopo il matrimonio, invece di rimanere nel sud Italia. A Toronto avrei potuto esprimermi meglio. Oltre al fatto di essere in Nord America, dove sicuramente c’è più possibilità, la mia musica e tutto quello che ho composto, rispetta totalmente quello che è il North American sound.
Andrea Cervetto: Tendenzialmente non penso mai al passato, forse l’unica cosa che mi rimprovero è quella di non essere rimasto negli Stati Uniti dove la musica ha un ruolo decisamente più importante ed è radicata profondamente nelle persone, grande contraddizione al contrario in Italia dove la storia ci colloca come uno dei paesi più importanti per la musica classica ma il ruolo della musica ormai sta scomparendo tra l’indifferenza totale.
Cosa deve aspettarsi il pubblico del teatro Nuovo?
Joe Ontario: Questo spettacolo ha tutti i presupposti per piacere al pubblico, sia fan che non. La ricca scaletta comprende i classici brani di Elvis ed alcuni da lui mai cantati dal vivo. La TCB Band Italy, con la quale suono da molti anni, è considerata una delle migliori che ci sia in giro. Elvis è già magico di suo e io darò il meglio per portare il pubblico indietro nel tempo quando la musica del Re è diventata universale.