E’ stato presentato presso il Civico Museo d’arte Orientale di Trieste e alla presenza dell’Assessore comunale alla Cultura ed Eventi Giorgio Rossi, a Chiara Valenti Omero e al direttore del Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, Franco Però, lo spettacolo “TRIESTINI D’OLTREMARE – FRAMMENTI DI UNA STORIA”.
Le memorie, le voci e le testimonianze dei triestini emigrati oltreoceano saranno protagoniste dal 6 al 19 Dicembre presso il Magazzino 26 di Porto Vecchio a Trieste.
Un modo in primis per puntare la luce sul Porto Vecchio e su una location già di per sé particolare che sta vivendo un momento di rivoluzione in questo periodo, dati i lavori di ristrutturazione in corso in Porto Vecchio per l’apertura di Esof 2020 nella prossima estate.
Questo a evidenziare la necessità di veicolare il teatro, che dovrebbe essere di per sé inclusivo e aperto a tutti, fuori dai teatri stessi, soprattutto in spazi poco frequentati dai cittadini.
Un lavoro che vede la collaborazione tra il Comune di Trieste e il Teatro Rossetti ed è portato avanti dal direttore artistico del Teatro Rossetti di Trieste e da due giovani attori della Compagnia del Teatro Stabile: Romina Colbasso e Andrea Germani che trasporteranno in scena questi frammenti di storia, triestina e mondiale.
Frammenti di una storia
Frammenti sì, perché il percorso itinerante negli spazi del Magazzino 26 che si chiuderà con un’esibizione degli studenti del Conservatorio Tartini di Trieste, non è che un millesimo della storia delle migrazioni triestine.
Storia raccolta anche grazie all’imprescindibile aiuto degli studenti del Liceo Petrarca di Trieste.
Sono stati proprio loro infatti a costruire lo spettacolo insieme al Direttore Però e ai due attori, a sottolineare non solo l’importanza culturale di quest’operazione congiunta ma anche umana.
D’altronde, come sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione, non c’è persona triestina che non abbia un conoscente o amico, o parente che non sia emigrato in Canada, Sudamerica o Australia.
Un contributo all’iniziativa è apportato anche dall’Associazione Giuliani nel Mondo,- che nel 2020 festeggerà i cinquant’anni di attività, e che ha rilevato la mancanza di una memoria condivisa delle singole esperienze di migrazione.
Mancanza alla quale sopperirà in parte anche questo lavoro che si appresta al debutto.
La foto di copertina è gentilmente concessa dalla Fototeca del Comune di Trieste