«Portare le sardine dentro, portare le sardine fuori… È la farsa. È il teatro. È la vita!»

Lloyd

E’ questa la grande perla di saggezza di Rumori Fuori Scena, al secolo Noises Off, di Michael Frayn. E solo chi, almeno una volta nella vita ha assistito allo spettacolo in questione, è in grado di capire quanta verità ci sia in questa massima. Oggi più che mai, verrebbe da dire.

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L’intero impianto drammaturgico mette sia lo spettatore che le compagnie che scelgono di cimentarsi nell’allestimento, difronte ad un grande esercizio mentale lungo tre atti che solo un testo di metateatro come questo è in grado di creare.

Sia che si faccia parte del pubblico che del cast, ogni replica è una sorpresa, un dettaglio acchiappato più.

L’allestimento firmato Binasco

La produzione in scena al Politeama Rossetti di Trieste (in scena fino al 24 novembre) è della Compagnia dello Stabile di Torino; a firmare la regia (sia in scena che fuori, nei panni di Lloyd) c’è Valerio Binasco (5 Ubu all’attivo).

Chi scrive (che non ha 5 Ubu, sia chiaro!) in molti passaggi ha trovato discutibili alcune scelte.

Partendo dall’idea che il testo nel suo impianto drammaturgico, nel suo crescente pathos, nella resa delle battute (per quanto tradotte ) piene di sense of humor (soprattutto Lloyd), tutto insomma funziona già, risulta poco chiara la scelta di rendere i personaggi più macchiettistici di quanto non siano.

Il cambio scena tra un atto e l’altro, come a dire “stiamo girando il palco eh, adesso siamo dietro”. Bello, forse un tantino didascalico. Capisco che uno potrebbe non conoscere lo spettacolo, ma il titolo qualche sospetto lo desta.

La scelta delle smorfie, o la ridondanza delle sequenze “equivoche” del secondo atto costringendo lo spettatore a ridere con gli occhi e non con la testa, forse tradisce un po’ il testo.

Lo spettacolo diventa una specie di scatola del tempo. E’ come una lunga sequenza di tv anni ottanta, un ibrido tra i Jeffersons e Drive In.

Non dico che sia da considerare un’opinione negativa, dato il profondo rispetto che meritano i succitati programmi, dico solo che se vado a Teatro con la T maiuscola (5 Ubu), mi fa strano sospettare che da un momento all’altro possa uscire Gianfranco D’Angelo vestito da coniglio rosa.

In scena ci sono

Francesca Agostini, Valerio Binasco, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti, Milvia Marigliano, Nicola Pannelli, Ivan Zerbinati

Spicca per bravura e resa scenica (mimica fisica misurata attenta a non essere macchietta) Selsdon Fabrizio Contri. Divertente e davvero ottimo tempo comico.

Il pubblico ha riso e di gusto e la sala era piena, quindi è stato un successo. Come si dice in questi casi “non sei tu, sono io”.

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