Accolgo volentieri nella mia rubrica il grido di dolore di una danzatrice professionista, Valentina Versino, schiacciata da un Sistema che non rende giustizia a chi merita. Senza indugiare troppo vi lascio alle sue parole:
“Negli ultimi tempi mi sono trovata a riflettere molto sul concetto di danza contemporanea, sul gusto estetico ormai deciso sempre più spesso dalle contingenze che dal reale spirito artistico, non credo di essere l’unica che si è trovata a sognare di poter lavorare con più di un danzatore, riuscendolo a pagare per fare in modo che si instauri un rapporto lavorativo invece di un innamoramento momentaneo e la serenità del lavoro prenderebbe corpo senza pensare ogni secondo che il progetto che si sta portando avanti sia traballante perchè da entrambe le parti c’è la necessità di mangiare.
Sono stanca di investire tempo , sogni, denaro su progetti che non hanno possibilità di essere distribuiti, sono stanca di avere Baroncini che dettano legge, di vedere teatri vuoti o riempiti da nomi internazionali che fanno spettacoli meravigliosi e immaginare di vincere alla lotteria, di essere giudicata idonea o no su basi improbabili di lavori ancora in fase embrionale, di stare sempre a 1000, di non avere la possibilità di allenare anche lo spirito umano, un coreografo vecchio o giovane che sia oggi deve inventare strategie migliori.
Un coreografo deve saper cucire, parlare, danzare, pazientare, impicciare, fare un disegno luci , fare costumi , pulire lo spazio delle prove, anticipare soldi, aspettare per essere pagato , litigare, farsi venire le madonne, essere diplomatico, andare dal commercialista, valutare fregature date da teatri , essere lucido , compilare bandi , saper parlare minimo 3 lingue, saper fare fotografie , locandine , saper girare un promo ,montare un video , saper fare musiche, essere lecchini, essere intransigenti moralmente…e tante altre cose che ora non mi vengono in mente ma che sicuramente fanno parte del pacchetto…e questo per riuscire in maniera smozzicata a finire un prodotto che se ti dice bene verrà replicato 3/ 5 volte…
Mi chiedo quale lavoro includa questo effetto psicopatico nel pacchetto, naturalmente le lamentele sono da anacronista sinistrorza e allora via alle collaborazioni improbabili, alle Reti, alle Tavole rotonde sulla condizione della Danza, alle denuncie su web come sto facendo del resto anche io e poi la grande nostalgia del sogno che si chiama Danza, quella che emoziona vedere e fare, della ricerca intima che va rispettata , ha un valore…e il valore sono io la prima che a volte non riesco a sostenerlo , mi sento un criceto dentro una ruota con accanto tanti criceti dentro le loro ruote tutti impazziti tutti che corriamo…..allora OM OM OM respiro e Stop..e quindi? NO!.
No a proposte indecenti, No a porte in faccia sbattute sul naso , semplicemente NO, Senza rabbia senza odio , un semplice secco No a tutto il circo.
Appartengo ancora a quelle povere imbecilli che sperano nell’evoluzione umana e sperano nella consapevolezza, come siamo stati addomesticati e abbiamo fatto in modo che la nostra categoria giungesse alla SCHIAVITU’ e prostituzione Mentale , credo che sia giunto il momento di insegnare agli OPERATORI, DIRETTORI DEI TEATRI , ORGANIZZATORI DI FESTIVAL, GIORNALISTI che oltre ad essere una categoria di analfabeti adolescenti (parole testuali di un egocentrico Giornalista) sappiamo dire anche No , No grazie, io non ci sto…e se la fila dietro di noi di colleghi che accettano di tutto si iniziasse ad assottigliare ,fino a che nessuno si trovasse a dover accettare umiliazioni personali e professionali per sopravvivere, forse il nostro lavoro avrebbe il senso che noi tutti sogniamo, CREARE, COMUNICARE, DANZARE“