Dopo Yann Tiersen, Giorgia e Thom Yorke si è chiuso ieri (giovedì), col duo jazzistico internazionale formato da Stefano Bollani e Hamilton De Holanda, l’edizione 2019 di Villa Manin Estate.
Tornare a Villa Manin è sempre meraviglioso, anche se a soli tre giorni dalla volta precedente.
Tornare per un concerto con protagonista Stefano Bollani ancora di più.
Chi scrive ha conosciuto Bollani prima come mattatore televisivo grazie al programma condotto su RaiTre e solo in seguito per la dote principale ovvero l’essere musicista.
Da lì, prima di arrivare a questo primo live, c’è stato un lento inseguimento a tappe perse, di cui una recentemente a Trieste.
Destino ha voluto che la prima volta coincidesse con il tour in cui Bollani si esibisce con Hamilton De Holanda.
Brasiliano, virtuoso del mandolino e del samba e foriero di un ritmo su cui il pubblico non può fare a meno di tenere il tempo in qualsiasi modo o di ballare sul posto.
Dove c’è un pianoforte… c’è sempre magia, sempre!
Due lingue diverse, una doppia presentazione per ogni brano, diversa ma complementare anche la scelta dell’abbigliamento con cui presentarsi sul palco (uno in total White e l’altro in total black) ma una stessa musica.
Un repertorio musicale che fonde le due realtà di origine in una sincronia difficilmente riscontrabile in altre coppie di musicisti che non siano familiari magari: dal primo brano, creazione di Bollani a un pezzo composto da De Holanda per la madre (Misteba).
Passando per alcuni autori molto amati dai due: Astor Piazzolla, un omaggio al recentemente scomparso João Gilberto, ma anche alla canzone nostrana con delle versioni personalizzate a quattro mani di Reginella e di O’sarracin
Una serata speciale, quella con Bollani e De Holanda,
due fratelli non di sangue ma di arte, nella musica.
Si chiude in dolcezza questa edizione 2019 di Villa Manin Estate con la sicurezza del pubblico di non aver lasciato trascorrere delle ore, ma di aver guadagnato ore della vita più piena e vera