Poco se ne parla ma, all’interno della kermesse del Festival di Cannes, c’è uno spazio dedicato ai talenti emergenti.
Atelier della Cinefondation, è stato creato nel 2005, per stimolare il cinema creativo e incoraggiare l’emergere di una nuova generazione di registi. Fino ad ora, su centonovantotto progetti accompagnati verso la realizzazione, ben centocinquantasette sono usciti nelle sale, e ventisette sono attualmente in pre-produzione.
Per la quindicesima edizione, l’Atelier ha selezionato quindici progetti provenienti da quindici paesi di tutto il mondo, creati da registi già conosciuti e altri che invece si stanno giocando la loro carta vincente in concomitanza col Festival di Cannes.
Dal 16 al 23 maggio, l’Atelier organizzerà incontri appositi tra i registi e i professionisti dell’industria cinematografica interessati ad investire nei loro progetti.
L’Atelier della Cinefondation ospita quest’anno la sua quindicesima edizione e inviterà al Festival di Cannes 15 registi i cui progetti sono stati considerati particolarmente promettenti. Insieme ai loro produttori, potranno incontrare potenziali partner, un passo necessario per portare a termine il loro progetto e iniziare la realizzazione del loro film. L’Atelier permette ai suoi partecipanti di accedere alle coproduzioni internazionali, accelerando così il completamento del film.
Queste le pellicole e i rispettivi registi dell’edizione 2019
The Settlers di Felipe Galvez (Chile)
Ode to Joy di Gabriel Tzafka (Denmark)
The Woodcutter Story di Mikko Myllylahti (Finland)
Broadway di Christos Massalas (Greece)
Over Time and Distance di Yotam Ben-David (Israel)
Victoria Falls di Lemohang Jeremiah Mosese (Lesotho- enclave del Sud Africa)
The Women di The Maw Naing (Myanmar)
Kangling di Fidel Devkota (Nepal)
In Alaska di Jaap van Heusden (Netherlands)
Wakhri di Iram Parveen Bilal (Pakistan)
Rift in the Ice di Maja Miloš (Serbia)
Sinjar di Anna Bofarull (Spain)
Victim di Michal Blaško (Slovakia)
Nezouh di Soudade Kaadan (Syria)
New Dawn Fades di Gürcan Keltek (Turkey)