Ci sono degli atteggiamenti che tutti gli amanti della lettura, in qualche modo, condividono. Che siano voraci divoratori di romanzi fantasy o intellettuali alla ricerca della nuova voce della letteratura, non c’è nessun amante della parola scritta che non si sia perso, almeno una volta, nell’odore particolare dei libri. In una libreria, in una biblioteca; ovunque è possibile vedere lettori che nascondono il naso tra le pagine, gli occhi chiusi, alla ricerca di quell’odore che è impalpabile come le sensazioni che una buona lettura è in grado di darti. E da questo assunto quasi dogmatico parte L’annusatrice di libri, che arriva nelle librerie il 28 Febbraio con Fazi.
L’autrice torinese, Desy Icardi, prende la sua protagonista, una ragazzina di quattordici anni, e le fa perdere la possibilità (e, insieme, la capacità) di leggere. Ma per una perdita, Adelina, ottiene anche una grandissima capacità: riesce a leggere i libri con l’olfatto.
« Senza esitare sollevò il pesante libro sui palmi delle mani e se lo portò all’altezza del viso » leggiamo nel libro, il giorno in cui Adalina si rende conto di avere la possibilità di leggere le storie con il solo aiuto del naso. « Per un istante le parve che non stesse accadendo nulla, la qual cosa la rattristò e la rincuorò allo stesso tempo, poi percepì un odore acre, sgradevole, un lezzo che aveva già sentito, ma non ricordava dove. La macelleria del signor Bosco! Il libro odorava di sangue e risuonava dello sferragliare di spade e armature. Un intenso e inebriante profumo di gelsomino annunciò una donna, una bellissima creatura in abiti orientali » Il libro che Adalina sta assaporando in questo passaggio è tratto dalla Gerusalemme Liberata e la giovane ragazza si lascia irretire da un racconto che procede comunque per immagini, ma che non scaturiscono più dalla fantasia visiva del cervello, ma dalle connessioni dell’apparato olfattivo: il libro diventa allora ancora più vivo, un essere pulsante che ha odori, che rimanda sapori e sensazioni. Ed è proprio in questa capacità di dare alla lettura una nuova dimensione che il libro di Desy Icardi riesce a irretire il cuore del lettore, colpendolo nel suo punto più vulnerabile, ma anche il più scoperto.
Ma L’annusatrice di libri non è solamente un romanzo in qualche modo auto-celebrativo. Non si limita ad essere un insieme di frasi poetiche e condivisibili sulla bellezza di perdersi all’interno di una storia. Al contrario: la trama della Icardi prevede anche un lato che sembra tendere più al thriller. Una volta assicuratasi questa capacità straordinaria, Adalina viene in qualche modo ricercata dal padre dell’amica Luisella – che avrebbe dovuto aiutarla a migliorare nel percorso scolastico – che vuole sfruttarla per decifrare il manoscritto Voynich, una sorta di codice scritto in una lingua indecifrabile e che potrebbe in qualche modo accontentare l’avidità del notaio che mette a repentaglio la vita di Adalina, ma le permette anche di conoscere un mondo straordinario, insegnandole la bellezza della lettura. Proprio che lei che a scuola non riusciva a leggere.
In questa storia, dove la magia sembra quasi strizzare l’occhio all’alchimia e dove l’amore dell’autrice per la lettura emerge come una dichiarazione d’amore costante, a fare da sottofondo c’è un mondo con i piedi annegati negli anni Trenta e che, nonostante la chiara collocazione temporale, sembrano in qualche modo essere sospesi in una dimensione senza cronologia e senza riferimenti, come se ci si fosse smarriti all’interno di un sogno. L’annusatrice di libri è un romanzo di formazione e un’incredibile storia d’amore tra una bambina di quattordici anni e un mondo che sembrava esserle precluso. E’ una storia di seconde possibilità, di avventure straordinarie e di rimandi letterari che faranno impazzire il lettore che è in voi.