Ironia analitica per lo Stabat Mater al Teatro India

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Stabat Mater è parte della Trilogia sull’identità, ideata e diretta da Liv Ferracchiati, di cui costituisce il Capitolo II: un percorso di indagine lucido, concreto e realistico sull’IO rispetto al non-IO (la società? La famiglia? L’altr*?) che in maniera ironica, leggerissima, eppure allo stesso tempo incisiva e acuta offre un punto di vista su un tema sempre più centrale per gli individui, non solo per gli appartenenti alla comunità LGBT*.

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Il progetto, che ha raccolto premi importanti come Scenario e Hystrio, è stato anche scelto da Antonio Latella per la Biennale di Venezia 2017. Il merito è di una compagnia di giovan* artist*, diplomat* alla “Paolo Grassi” di Milano, carica di energia, talento e impegno che investono la loro professionalità in progetti teatrali contemporanei, di cui è necessario portare alla luce ogni singolo punto di vista: Compagnia The Baby Walk.

Al centro di questo secondo capitolo si trova la Madre, il rapporto con la famiglia di origine e la difficoltà di costruzione di una identità adulta distinta da essa. Laura Marinoni incarna in video questa figura archetipica declinandola con sguardi, espressioni minimali e una aderenza fedele al modello che la società ne ha fatto, attraverso le parole – quasi ossessive – legate alla sfera del nutrimento, della verità e della presenza. I suoi occhi scrutano il pubblico e restano sospesi sull’azione per quasi tutto il tempo: stabat mater, perché la madre è là, sempre presente, con cui necessariamente occorre fare i conti.

Sabat Mater - Trilogia sull'identità
Stabat Mater – Trilogia sull’identità

Già il titolo sembra suggerirci questa interpretazione: una Madre-eterna che dalla croce di Cristo delle lodi medievali alla Madonna – non va dimenticato che Liv Ferracchiati è di Todi come Jacopone – arriva fino ai nostri giorni preoccupandosi della prole allo stesso modo, sebbene con differenti mezzi. Accanto a lei c’è il Cristo: Andrea, giovane scrittore che vive al maschile in un corpo femminile, non straziato, ma certo impegnato in un’affermazione di sé lontano dagli stereotipi.Alice Raffaelli è, in questo ruolo, straordinaria, sa dosare sarcasmo, ironia, seduzione, comicità con una naturalezza da incantare tutt*.

Irretisce Linda Caridi, sensuale fidanzata deliziosamente sincera, ma soprattutto Chiara Leoncini, la sua psicologa, che appare all’inizio tanto seriosa e professionale quanto indifesa e compiaciuta alla fine, dopo che Andrea l’ha sedotta con la sua sincerità. Il trio è affiatato e non lascia mai spazio all’affermazione dell’ego, collaborando alla costruzione di un testo polifonico e interconnesso.

Se il titolo Stabat Mater, poi, può ricordare il teatro religioso medievale, non stupisce che anche la divisione degli spazi e l’andamento episodico del testo sia affine a quel tipo di drammaturgia, seppure nella realizzazione essa sia di una contemporaneità disarmante: il linguaggio è contemporaneo, così come lo sono anche le situazioni rappresentate, ma lo spazio è suddiviso in mansions – luoghi deputati – e conducono attraverso un percorso ben preciso ad una elevazione del protagonista. Non si tratta naturalmente di una elevazione morale, ma di una acquisizione identitaria che è, appunto, il centro nevralgico della società attuale tanto quanto la salvezza dell’anima lo era nel Medioevo.

Un’eccellenza scenica e testuale che si realizza grazie alla collaborazione di un team: alla dramaturg di scena Greta Cappelletti, alle scene di Lucia Menegazzo, ai costumi di Laura Dondi, alle chirurgiche luci di Giacomo Marettelli Priorelli e al contributo sonoro di Giacomo Agnifili. Momento sublime del testo è l’ode al prosciutto, che combina ironia, sarcasmo, sensualità e una punta di provocazione come solo una Mente acuta e limpida potrebbe fare: grazie a Liv Ferracchiati e alla compagnia The baby walk.

Stabat Mater - Trilogia sull'identità
Stabat Mater – Trilogia sull’identità

STABAT MATER
Trilogia sull’identità – Capitolo II
ideazione testo e regia Liv Ferracchiati
con Chiara Leoncini, Alice Raffaelli, Linda Caridi
e la partecipazione video di Laura Marinoni
dramaturg di scena Greta Cappelletti
scene Lucia Menegazzo
costumi Laura Dondi
luci Giacomo Marettelli Priorelli
suono Giacomo Agnifili

produzione Compagnia The Baby Walk, Centro Teatrale MaMiMò
Teatro Stabile dell’Umbria – Terni Festival
In collaborazione
con Residenza Multidisciplinare Presso CAOS – Centro Arti Opificio Siri Terni

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