Dal primo fino al tre febbraio sbarca alla Contrada “La guerra dei Roses”, una commedia tenera e graffiante
Mr Rose e Mrs Rose sembrano avere tutto, una bella casa, molti soldi e un matrimonio perfetto.
L’unica cosa che potrebbe rovinare questo bel quadretto è che la moglie decida di non volerne più fare parte. Ed è così che Barbara Rose chiede il divorzio.
Il coniuge Jonathan, però, non ha alcuna intenzione di andarsene di casa, a costo di dover intraprendere una piccola guerra civile. Ognuno dei due fa quindi ricorso ad un legale. Avvocato per lui e avvocatessa per lei, come in una vera e propria battaglia fra i sessi. E che l’amante più spietato abbia la meglio.
“La guerra dei Roses”, accattivante libro nel 1981 e straordinaria pellicola otto anni più tardi.
Fu dopo il successo cinematografico che Warren Adler, autore del romanzo, ebbe la vincente idea di una trasposizione teatrale. E così teatro fu.
L’immensa villa dei coniugi Rose venne circoscritta in un palco e il divertimento ebbe inizio. Fino ad arrivare ad oggi, quando questa commedia, tenera e graffiante allo stesso tempo, arriva anche a Trieste.
L’opera è stata reinventata dal regista Filippo Dini in modo sottile e sofisticato, senza snaturare il precedente capolavoro cinematografico.
Si fa uso di innovativi stratagemmi tipici del nuovo secolo in cui ci troviamo. Ad esempio è apprezzabile l’analisi profonda ma ironica sulla figura della donna e dell’uomo, della moglie e del marito.
Naturalmente, dopo trent’anni, la mentalità comune è un po’ cambiata, ma ciò è stato sfruttato a vantaggio dello spettacolo. Inoltre nel corso dell’opera si assiste alla meditata evoluzione di ognuno dei personaggi.
Matteo Cremon veste i panni di Mr Rose con una recitazione impeccabile, divertente e passionale. Ambra Angiolini porta in scena una Mrs Rose piena di classe ma allo stesso tempo graffiante.
Massimo Cagnina e Emanuela Guaiana sono invece, rispettivamente, l’avvocato di lui e l’avvocatessa di lei. I due, dissacranti e agguerriti, si dimostrano una coppia esilarante.
Da omaggiare è anche il tocco personale dato alla rappresentazione italiana, possibile grazie ad un vincente lavoro di squadra.
Con Laura Benzi per le scenografie, Arturo Annecchino per le musiche,Pasquale Mari per le luci e Alessandro Lai per i costumi. Gli effetti sonori e scenici elaborati con originalità hanno dato poeticità all’intera opera.
Da non perdere questa commedia in cui convivono divertimento e orrore, amore e odio.