La IUC organizza da anni stagioni di ottimo livello, in cui si annoverano nomi autorevoli sia fra gli esecutori sia fra gli autori. Basterebbe già questa caratteristica a renderla un’istituzione più che pregevole nel panorama romano, che sfoggia concorrenti di grande calibro e di maggiore incisività mediatica.
L’originalità della IUC, però, fiorisce proprio in concerti come questo che mette in campo tradizione e innovazione, con ironia, slancio giovanile e perfezione esecutiva. In “Rumba con Bach” le più alte vette del virtuosismo strumentale barocco si associano all’inventiva e all’estro di compositori contemporanei dediti allo sperimentalismo e alla contaminazione.
“Rumba con Bach” è un cocktail esplosivo: due opere notissime del grande repertorio bachiano si affiancano ai ritmi delle danze caraibiche, ma sempre concepite come un confronto fra la tradizione e l’universo armonico e melodico sudamericano, eseguite da due giovani e talentuosi interpreti maturati in seno ai Berliner Philharmoniker e da un polistrumentista d’eccezione.
Il programma si apre con l’esecuzione della trascrizione per contrabbasso della Suite n. 1 per viononcello di Bach. Le Suites furono concepite per la corte di Köthen, plausibilmente per un virtuoso del violoncello, anche se non è escluso che la loro ideazione iniziale fosse indirizzata ad uno strumento differente, il che ne rende comprensibile l’operazione di trascrizione (per altro non la prima in senso assoluto).
In questo caso Edicson Ruiz, contrabbassista dei Berliner Philharmoniker, ne esegue con precisione e passionalità una sua personale ideazione. Nonostante il fascino della scrittura bachiana, il timbro più grave fa perdere l’effetto di alcuni passaggi brillanti, ma mette in risalto un registro tellurico del contrabbasso che si rivela affascinante e misterioso, come un maturo dongiovanni.
Veronika Eberle, anche lei talento e vanto dei Berliner, esegue poi la Partita n. 2 per violino solo di Bach, che contiene la celeberrima Ciaccona. L’esecuzione della giovane violinista dalla brillante carriera si attesta a livelli di raffinata perfezione e di sublime sensibilità musicale.
In particolare, appunto, le aspettative sulla Ciaccona non vengono deluse: la sua interpretazione intensa asseconda il nucleo esplosivo della quarta discendente da cui prende vita la composizione dall’intensa tensione drammatica, la vitalizza e ne rende con coerenza e precisione ogni passaggio.
Il terzo brano in programma, in prima esecuzione italiana, fa scendere in campo entrambi gli interpreti: la Passacaglia per violino e contrabbasso composta da Efrain Oscher è un vero e proprio terreno di contaminazione fra “forma” antica, strumenti tradizionali e i ritmi delle danze sudamericane. La composizione ha un inizio misterioso, il cui pizzicato del contrabbasso viene subito replicato dal violino, fino a sviluppare squarci melodici dal sapore barocco con soluzioni esecutive che ricordano, almeno all’ascolto, i colori e le dinamiche del Tango nuevo.
Fra i passaggi più affascinanti è l’Habanera, dal ritmo inconfondibile, e il Bambuco che si staglia malinconica e solenne sulla linea morbida del contrabbasso.
Conclude il programma un’altra prima esecuzione in Italia: Rumbach for J. S. di Gonzalo Grau. Polistrumentista, compositore e direttore musicale di numerosi progetti internazionali, Grau nella sua creazione gioca nuovamente con le cinque danze del Settecento tipiche delle suites di Bach inserendo tratti platealmente caraibici, sia per l’uso frequente degli strumenti ad arco in modalità percussiva, sia per l’introduzione delle percussioni obbligate che ne sottolineano ancor più l’ambito geografico in termini di colore e timbro.
Grandi applausi per tutti gli interpreti.