F orse non tutti sanno che Il Barbiere di Siviglia nasce come testo di prosa e che fa parte di una trilogia il cui personaggio principale è il Conte di Almaviva. In questa intervista, il regista e interprete Sandro Querci presenta il suo nuovo progetto teatrale: una commedia musicale pop, che, grazie a un inedito allestimento, riporta alle origini i personaggi resi celebri dalle musiche di Gioachino Rossini

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Quali sono le radici di questo nuovo progetto?

Ovviamente Il Barbiere di Siviglia è conosciuto ai più per la versione di Rossini, che però arriva nel 1816. In realtà, nasce come testo di prosa, scritto da Beaumarchais nel 1772. La vera sfida di questo lavoro è stata riportarlo alla sua versione originale, in quanto l’autore francese voleva che fosse una commedia musicale, infatti, pur non essendo musicista, aveva scritto alcune musiche e al debutto ebbe un ottimo successo di pubblico, ma gli addetti ai lavori non reagirono bene al fatto che un “non-musicista” si fosse permesso di creare delle arie pressoché a orecchio.

Io ho mantenuto intatto il testo di prosa, ma ho anche inserito alcuni brani tratti dai due sequel di questa trilogia: Le nozze di Figaro e La madre colpevole.

Qual è la differenza più evidente tra il testo di Beaumarchais e l’opera di Rossini?

Nell’opera lirica di Rossini, secondo me, alcuni ruoli vengono “snaturati”, rispetto alla vicenda di Beaumarchais. Per esempio, il compositore pesarese esalta fino all’eccesso la figura di Figaro, mentre originariamente la trilogia in prosa avrebbe dovuto essere la saga del Conte di Almaviva: dall’innamoramento nei confronti di Rosina (Il Barbiere di Siviglia), si passa alla fase del tradimento (Le nozze di Figaro)e al conseguente pentimento in età matura (Lamadre colpevole).

La colonna sonora è un ulteriore elemento caratterizzante dei tuoi spettacoli: a cosa ti sei ispirato, questa volta?

Io vengo da quattro generazioni di cantanti, quindi ho una vasta conoscenza della musica pop internazionale e sono specializzato nel repertorio melodico spagnolo e latino-americano, perciò ho voluto attingere a brani meravigliosi, ma non troppo conosciuti, per evitare di cadere nei soliti cliché. C’è spazio anche per un classico come Besame mucho, in un arrangiamento in stile tanguero, utilizzato per un numero comico tra Figaro e la moglie Susanna;oppure Bamboleo, dei Gypsy King,cantata da una scatenata Marcellina per risvegliare i sensi di Don Bartolo. E poi ho inserito canzoni che ho scritto io in spagnolo per il mercato americano,cantate da mia sorella, Silvia Querci.

Nel comunicato stampa si legge: “Scenografia tutta in verticale, fattadi tele colorate e giochi di luce…”

Esatto. Io amo la commedia dell’arte, alla quale mi ispiro sempre nei miei spettacoli. Voglio che gli attori muovano tutte le cose in scena, così come l’animo umano dà una scossa al mondo attraverso i sentimenti. In questo spettacolo, la scenografia viene calata tutta dall’alto, non entra niente dalle quinte, solo un paio di oggetti di scena. E siamo noi attori a muovere tutto,attraverso corde a vista sul palcoscenico.

Anche questo spettacolo, come tutti i tuoi lavori più recenti, è stato prodotto è realizzato in applicazione del Green Entertainment Act: di cosa si tratta?

Il Green Entertainment Act è stato applicato per la prima volta in Italia da Barbara Gualtieri, che cura l’organizzazione dei nostri spettacoli. Si tratta dell’innovativo disciplinare tecnico – già adottato regolarmente all’estero – che regola i comportamenti degli operatori dello spettacolo nell’ottica di un teatro “green”.

Lo spettacolo debutta sabato 15 e domenica 16 dicembre al Politeama di Prato e verrà replicato la sera del 31 dicembre a Barberino di Mugello (Firenze), per poi andare in tour la prossima stagione.

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