Una serata di fine Novembre, pioggia fuori e quell’aria fresca che ti penetra nelle ossa. Quella che ti invita solo a chiuderti in un locale, in questo caso un caffè-libreria, e al caldo e all’asciutto ascoltare una presentazione di un libro.
Credo renda bene l’immagine di ciò che è successo domenica per la presentazione di “Inverno. Il racconto di un’attesa” di Alessandro Vanoli all’Antico Caffè San Marco- Libreria e ristorante di Trieste.
“Inverno” è solo il primo capitolo de “Le stagioni”, collana delle edizioni Il Mulino che vedrà poi uscire nei prossimi mesi le altre tre.
Chi è Alessandro Vanoli?
Alessandro Vanoli, bolognese, classe 1969. Storico, Professore di Storia del Mediterraneo, scrittore, ex membro del comitato scientifico del Festival Torino Spiritualità e molto altro.
Vanoli in “Inverno” mescola la sua visione di storico, con tutte le domande che un professionista si può porre, con i ricordi dell’infanzia in una sorta di brainstorming condiviso.
“C’era una volta…il freddo”
“C’era una volta…” così cominciano tutte le storie o le favole. No?
In questo modo comincia anche questo racconto, che si sviluppa tra rappresentazioni artistiche del freddo o del gelo, tra possibili sottofondi musicali e molto altro.
Dal primo inverno, quello delle origini, a quello che vivevano i monaci di un convento medievale.
Il freddo che soffrivano soprattutto gli amanuensi, coloro che alla fine erano le persone che stavano più ferme in uno stesso posto senza possibilità di scaldarsi.
Alla prima volta in cui il gelo si mostra con tutta la sua potenza: sono gli anni ’60 del 1500 quando si sente la necessità di rappresentare fisicamente la neve quindi il freddo.
Gli anni di Pieter Bruegel il Vecchio e del suo “Cacciatori nella neve”, opera che compare anche in copertina del volume di Vanoli.
Qualche tempo più in là abbiamo la rappresentazione anche musicale dell’inverno e del gelo attraiverso gli archi presenti nelle famosissime “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi
Questi sono solo alcuni cenni sull’inverno, molti altri sono quelli da scoprire all’interno del volume per pregustare un po’ di clima del periodo.
Ecco, domenica 25 novembre, a un mese esatto dal giorno di Natale, tra un the caldo, una fetta di torta, il racconto di gelo e neve e un excursus nelle varie concezioni di Natale culminati con le sensazioni che a ognuno evoca White Christmas all’Antico Caffè San Marco si è cominciato a sentire profumo di Natale.
Il silenzio attorno, noi al caldo di un fuoco acceso. E’ la storia millenaria di una natura che trattiene il respiro