Nel tripudio delle bianche e fantasiose scene ideate da Fabiana Di Marco, che contrastano sia con i toni scuri del teatro sia con gli abiti della protagonista, lo spettatore si trova di fronte una situazione surreale: due angeli evocano l’anima di Mia Martini sulla spiaggia di Bagnara Calabra. È l’occasione per l’artista e la donna, che si manifesta di lì a poco, di vivere ancora attraverso i ricordi e le canzoni i momenti salienti di una vita e, soprattutto, di una carriera complessa e affascinante.

- Advertisement -

La suggestione è evocata da una mescolanza di elementi pregevoli come gli originali costumi di Daniele Gelsi, l’inventiva luministica di David Barittoni, il trucco marmoreo di Francesco Biagetti, a corredare un testo scenico concentrato principalmente sul dato biografico, a volte più crudo altre più romanzato. Le canzoni, scelte fra le più memorabili di Mimì, sembrano essere il vero centro di interesse. Ad esse si associano alcune incursioni musicali inusuali di Haendel e Puccini che aumentano il senso di straniamento e di stupore.

La regia di Daniele Salvo sfrutta con abilità ogni elemento scenico, modificandone l’uso consueto: il baule, ad esempio, sembra trasformarsi in una vasca da bagno, ma può ricordare perfino una bara, anticipando così la prematura morte dell’artista. Da professionista esperto, dosa gli effetti scenici per far sì che l’elemento sovrannaturale non sia una mera cornice, bensì parte attiva nella narrazione drammaturgica. Ad hoc nel ruolo dei due angeli: Mamo Adonà, che desta interesse soprattutto per l’ambiguità vocale, e Sebastian Morosini, che, pur dotato di un timbro vocale assai seducente, incentra la sua interpretazione più sul gesto fisico e, soprattutto, sulle espressioni del viso.

Più difficile il compito di Melania Giglio, protagonista nei panni di Mimi con zazzera mora e viso triste, che porta a casa una performance non semplice, in bilico fra rievocazione, racconto e canto. Si impone grazie a una interpretazione bilanciata, classicheggiante e a una vocalità accattivante che viene piegata alle esigenze espressive del repertorio di Mia Martini. Nonostante fosse priva del microfono la sua voce non ha perso mai nulla in sonorità e incisività. Resta solo un dubbio: la chiave complessiva dello spettacolo infatti sfugge.

Alcuni momenti ironici, altri molto drammatici, altri ancora teneramente biografici non riescono a trovare un denominatore comune che possa raccoglierli in un’unica esperienza, mentre allo spettatore resta piuttosto l’impressione di un collage ben concepito e non di una scrittura unitaria. Poca cosa rispetto alle emozioni che l’evocazione di un’artista come Mimi riesce a trasmettere.

MIMÌ - Locandina
MIMÌ – Locandina

MIMÌ

in arte Mia Martini

di Melania Giglio

Off Off Theatre

6-25 novembre 2018

con Melania Giglio, Mamo Adonà, Sebastian Morosini

regia Daniele Salvo

Scene Fabiana Di Marco

Costumi Daniele Gelsi

Luci e video David Barittoni

Musiche originali e arrangiamenti Heron Borelli

Trucco Francesco Biagetti

Foto Sebastian Gimelli Morosini

Elaborazione Grafica Mario Toccafondi

Assistente alla regia Alessandro Guerra

Stagista Vittorio Stasi

Amministrazione Teresa Rizzo

- Advertisement -

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.