33° FESTIVAL DEL CINEMA LATINO AMERICANO: I FILM IN CONCORSO, IL RITORNO DI CUBA, LA PRESENZA FEMMINILE, L’OMAGGIO A BIRRI, I 100 ANNI DELLA TRIESTINA, IL PREMIO ALLENDE
Lo sguardo sulla realtà contemporanea, la contestualizzazione dei traumi delle dittature militari, i ritratti di donne forti, la capacità di analizzare le contraddizioni e la voglia di ridere. È un’America Latina inquieta e aperta, che si guarda dentro e che sa trovare un equilibrio tra leggerezza e rigore, nel racconto di se stessa.
Al Festival del Cinema Latino Americano di Trieste, dal 10 al 18 novembre 2018 al Teatro Miela, tanti i temi proposti, in generi così diversi come le commedie, i drammi, i thriller, i documentari.
L’omaggio a Birri
Oltre alle sezioni in concorso, la manifestazione proporrà un Omaggio al suo presidente onorario Fernando Birri, geniale padre del nuovo cinema latinoamericano, scomparso il 27 dicembre 2017, e una Retrospettiva sul cineasta brasiliano Rosemberg Cariry, una delle più curiose figure di intellettuale latinoamericano.
L’evento speciale
L’Evento Speciale sarà il film peruviano Rosa Mística, fragmentos de la melancolía di Augusto Tamayo, che riprende alcuni momenti rappresentativi della vita di Santa Rosa da Lima, per mostrare la sua lotta per ottenere quello che non era così consueto per una donna del XVII secolo, ovvero una vita indipendente e libera da legami per dedicarsi alla ricerca spirituale.
I 100 anni della Triestina
I 100 anni della Triestina saranno celebrati con una sezione speciale, Il Festival, la Triestina, il calcio sudamericano, che porterà a Trieste anche documentari sui grandi campioni e sui grandi eventi del calcio appartenenti alla cineteca di O Globo, il più importante network tv del Sud America. La sezione Salón España presenterà i primi lavori dei giovani registi spagnoli emergenti e accompagnerà la presenza della Spagna nel Festival, non solo con le co-produzioni, ma anche con opere made in Spain nella sezione Contemporanea.
Il Premio Allende
Il Premio Allende sarà consegnato a Vera Vigevani Jarach, italiana d’Argentina, tra le fondatrici del movimento delle Madri di Plaza de Mayo, e, in memoria, a Fernando Birri.
Sezioni in concorso
Nel Concorso ufficiale, dal Cile arriveranno …Y de pronto el amanecer di Silvio Caiozzi, candidato all’Oscar al Miglior Film Straniero (il Cile ha già vinto quest’anno, con Una donna fantastica di Sebastián Lelio), e il campione d’incassi Se busca novio… para mi mujer di Diego Rougier, commedia su una coppia non così scoppiata come potrebbe sembrare, interpretata dai popolari Javiera Contador e Fernando Larraín, protagonisti di una sit-com di grande successo nella tv cilena. Il thriller El Jardín de la clase media di Ezequiel C. Inzaghi è ambientato in una Buenos Aires glamour, che svelerà, però, una trama di corruzione fino alle più alte sfere politiche.
La última chance, di Paulo Thiago, ripercorre la storia vera di Fabio Leão: una gioventù di piccola criminalità e carcere nella favela Vila Kennedy di Rio de Janeiro, in Brasile, fino alla redenzione attraverso l’amore di Luciana e il pugilato.
La Sezione Contemporanea presenterà lungometraggi e documentari che offriranno una grande varietà di tematiche: la storia millenaria di Teotihuacán, il più famoso sito archeologico del Messico, vista però da un misterioso tunnel sotterraneo, che ha richiesto 5 anni di scavi, prima di svelarsi (Misterios del inframundo en Teotihuacán, di Eduardo Flores Torres); la passione per il palindromo (le frasi che si leggono allo stesso modo, iniziando da destra o da sinistra), che coinvolge e travolge in modo irresistibile e divertente persone di ogni età (Viva el palíndromo, di Tomas Lipgot); il rapporto tra madre e figlia, isolate dal mondo, sconvolto dall’arrivo di un uomo (Unicórnio, di Eduardo Nunes); la scoperta di cosa la gente comune pensa dell’America Latina e della realtà che le è toccato vivere, durante un viaggio solitario della regista in diversi Paesi del subcontinente (Mi norte es el sur, di Amanda Puga); la vita che scorre intorno alla produzione del caffè in due ex haciendas della regione cafetelera di Veracruz, nel Messico, raccontata dai discendenti degli antichi padroni e da una raccoglitrice di caffè (Vidas del café, di Gualberto Díaz González e Felipe Casanova); la Buenos Aires più francese, disegnata da una misteriosa società segreta e raccontata tra thriller e falso documentario (Los Corroboradores, opera prima di Luis Bernárdez).
Il ritorno di Cuba
Dopo alcuni anni di assenza, Cuba tornerà a Trieste con tre nuove produzioni. Nel Concorso Ufficiale, Un traductor di Rodrigo e Sebastián Barriuso: presentato al Sundance Festival e con la star brasiliana Rodrigo Santoro, racconta il rapporto straordinario tra i bambini di Chernobyl, arrivati a Cuba per curarsi, e il loro interprete, un giovane docente di russo in cerca della propria strada; Los buenos demonios, ultima opera di Gerardo Chijona, uno dei più importanti cineasti cubani, segue la storia di Tito, un ragazzo apparentemente normale e molto educato, ma che nasconde nella sua vita privata fatti orrendi.
Nella Sezione Contemporanea, ¿Por qué lloran mis amigas? di Magda González Grau è un film al femminile, in cui quattro amiche che non si vedevano da molti anni sono costrette a fare i conti con loro stesse; Nunca es tarde di Carlos Collazo documenta la vita quotidiana in un Centro diurno per la Terza Età in un antico monastero de L’Avana, con l’ansia di conoscenza e di vita degli anziani ospiti della struttura.
La forte presenza delle donne
Nel suo programma, il Festival presenterà tante autrici e tante storie al femminile.
Il messicano Cuadros en la oscuridad, di Paula Markovitch, e il documentario argentino Mi viejo rebelde, di Ana Bayer, analizzano i rapporti delle registe con i loro padri ammirati e ingombranti, il pittore Marcos Markovitch per Paula, lo scrittore e storico anarchico-pacifista Osvaldo Bayer, a lungo esiliato durante la dittatura militare, per Ana. Anche in Cenizas, di Juan Sebastián Jácome, il complicato rapporto padre-figlia è al centro del racconto, che si sviluppa in un ambiente circostante drammaticamente ostile, a causa di un’eruzione vulcanica. Eugenia, di Martín Boulocq, è il ritratto di una donna coraggiosa, che lascia il marito violento, per iniziare una nuova vita; Alicia, di Alejandro Rath, affronta il rapporto madre-figlio durante la malattia di lei e, curiosità, Caro Diario di Nanni Moretti avrà un ruolo decisivo nello sviluppo della relazione. Dal Costa Rica, Violeta al fin, di Hilda Hidalgo, dimostra tutto quello che può fare un’anziana, che ha appena divorziato e aperto con ottimismo una nuova pagina di vita, per difendere la propria casa e la propria indipendenza da chi vuole sottrargliele.
Molti ritratti di donne anche nei documentari: Primera Dama de la Revolución, nella sezione Memoria, sin ayer no hay mañana, ricostruisce la storia della statunitense Henrietta Boggs, che lasciò gli USA per sposare José Figueres e vivere con lui l’ascesa alla presidenza della Repubblica del Costa Rica e le battaglie per le riforme progressiste del Paese (Figueres è considerato il padre del moderno Costa Rica, tra le sue riforme, l’abolizione dell’esercito, caso unico in America Latina e probabilmente nel mondo).
“La presenza di tante storie di donne, dietro e davanti alla macchina da presa, è casuale” commenta il direttore del Festival Rodrigo Díaz “come sempre abbiamo selezionato i film che meglio rappresentano le inquietudini dell’America Latina, cercando di mantenerci lontano dai luoghi comuni e di dare visibilità a opere di alta qualità artistica, che facciano sorridere, riflettere e aprire nuovi visioni del mondo. Il fatto che ci siano tante donne, pur senza aver fatto una ricerca in questa direzione, non può che rallegrarci: la qualità non conosce confini di genere”.
Le ferite contestualizzate dell’America Latina
“Il cinema latinoamericano continua a fare i conti con i traumi lasciati dalle dittature militari, dalla violenza squadrista; lo fa però, contestualizzando gli eventi nel presente, è un tipo di denuncia che racconta più le conseguenze di quel periodo sull’attualità che il fatto del passato” spiega Rodrigo Diaz al descrivere uno dei temi che tornano in questa edizione del Festival. Se ne parla in Contemporanea con Il Risarcimento: monsignor Romero, il suo popolo e Papa Francesco, di Gianni Beretta e Patrik Soergel, che ripercorre la storia dell’arcivescovo di San Salvador, Oscar Romero appena proclamato santo da Papa Francesco e ucciso dagli squadroni della morte nel 1980 perché vicino agli ultimi nello sforzo di emanciparsi dalle oligarchie. La Finestra sul presente è La memoria del Cóndor, di Emanuela Tomassetti, che segue il processo in corso in Italia per dare giustizia ai desaparecidos della famigerata operazione Cóndor, con cui le dittature militari del Sud America uccisero migliaia di oppositori.
I film del Concorso Ufficiale
Alicia
(Alejandro Rath, Argentina ,2018)
El Jardín de la Clase Media
(Ezequiel C. Inzagui, Argentina, 2018)
Mi Mundial
(Carlos Morelli, Argentina/Uruguay/Brasile, 2017)
Eugenia
(Martín Boulocq, Bolivia/Brasile, 2017)
O Barco
(Petrus Cariry, Brasile, 2018)
Última chance
(Paulo Thiago, Brasile, 2017)
…Y de pronto el amanecer
(Silvio Caiozzi, Cile, 2017)
Ausencia
(Claudio Marcone e Liú Marino, Cile, 2017)
Se busca novio… para mi mujer
(Diego Rougier, Cile/Argentina, 2017)
Amalia la secretaria
(Andrés Burgos, Colombia, 2018)
Violeta al fin
(Hilda Hidalgo, Costa Rica/Messico, 2017)
Los buenos demonios
(Gerardo Chijona, Cuba, 2017)
Un Traductor
(Sebastián e Rodrigo Barriuso, Cuba/Canada, 2018)
Cenizas
(Juan Sebastián Jácome, Ecuador/Uruguay, 2018)
Cuadros en la Oscuridad
(Paula Markovicth, Messico/Argentina, 2017)
I film della Sezione Contemporanea
Acha Acha Cucaracha: Cucaño ataca otra vez
(Mario Piazza, Argentina, 2017)
Ata tu arado a una estrella
(Carmen Guarini, Argentina, 2017)
Disculpas por la demora
(Daniel Burak e Sergio Shlomo Slutzky, Argentina, 2018)
Los Corroboradores
(Luis Bernárdez, Argentina, 2017)
Mi viejo rebelde
(Ana Bayer, Argentina, 2018)
Yasirée Trance
(Rocío Barbenzam Argentina 2018
!Viva el palíndromo!
(Tomás Lipgot, Argentina, 2018)
Camocim
(Quentin Delaroche, Brasile, 2017)
Unicórnio
(Eduardo Nunes, Brasile, 2017)
Mi norte es el sur
(Amanda Puga, Cile, 2018)
Niños
(Sebastián Olivari, Cile, 2017)
Robar a Rodin
(Cristóbal Valenzuela Berríos, Cile, 2017)
¿Por que lloran mis amigas?
(Magda González Grau, Cuba, 2017)
Nunca es tarde…
(Carlos Collazo, Cuba, 2018)
Cegueira e baixa visao
(Enrico Basaldella, Italia, 2018)
Misterios del inframundo en Teotihuacán
(Eduardo Flores Torres, Messico, 2017)
Vidas del café
(Gualberto Díaz González, Felipe Casanova, Messico, 2018)
Filiberto
(Freddy Marrero, Porto Rico/Venezuela, 2017)
Milagros
(David Baute, Spagna, 2018)
Enfemme
(Alba Barbé i Serra, Spagna, 2018)
Destierros
(Oskar Alegria, Özcan Alper, Asier Altuna, Mireia Gabilondo, Eugène Green, Itziar Leemans, Josu Martinez, Fermin Muguruza, Ane Muñoz, Maider Oleaga, Carlos Quintela, Maialen Sarasua, Spagna, 2018)
Il Risarcimento: mons. Romero, il suo popolo e papa Francesco
(Gianni Beretta e Patrik Soergel, Svizzera, 2017)
Storia probabile di un angelo: Fernando Birri
(Domenico Lucchini e Paolo Taggi, Svizzera, 2017)
Un tal Eduardo
(Aldo Garay, Uruguay/Cile, 2018)
Señorita María, la falda de la montaña
(Rubén Mendoza, Colombia, 2017)