In occasione della rassegna Dance Project Festival al Teatro Stabile Sloveno debutta in data unica il 29 ottobre Cantus – Odi et amo.
Il progetto nasce dall’incontro delle note di Giovanni Seminerio, violinista e compositore, le voci del gruppo vocale Sectio Aurea Ensemble e le coreografie di Morena Barcone e Dario Cossutta. Cogliendo l’occasione di celebrare i 450 anni dalla nascita di Claudio Monteverdi, gli artisti coinvolti in Cantus si propongono di affrontare un percorso di ricerca. L’obiettivo è quello di cercare un punto di contatto tra i madrigali e sonorità più contemporanee.
Attraverso le contaminazioni elettroniche e l’improvvisazione si imbandisce sul palco un gioco di opposizioni. A renderlo esplicito sin dall’inizio sono due pannelli sospesi sul palco in cui sono impresse le sagome di due corpi: uno maschile e uno femminile. I colori scelti sono il blu e l’arancione, due colori complementari in piacevole tensione l’uno accanto all’altro.
Gli opposti generano movimento
Il titolo dello spettacolo, che fa riferimento al celebre carme del poeta latino Catullo, affiora e prende posto nel puzzle guidandoci durante la performance. Odi et amo, due sentimenti opposti che generano movimento, vitale o mortale che sia. Ed ecco che si manifesta il movimento coll’alzarsi delle luci e dei suoni, incarnato nei corpi dei due danzatori Dario Cossutta e Sofia Kafol.
Il femminile e il maschile si incontrano e si separano a più riprese durante lo spettacolo, ma senza raggiungere un vero climax narrativo. Indiscutibile l’abilità dei due danzatori, confermata anche negli assoli. Ridondanti e superflui, invece, i tentativi di connessione fisica e dramaturgica tra il coro e i danzatori e tra i danzatori e il violino.
La divisione del palco in tre focus (spazio del violino solista, dei danzatori e delle voci) creava la giusta opposizione tra le parti, mentre la musica, le sonorità e i movimenti erano già sufficienti a insinuarsi nelle crepe e a creare le connessioni ricercate, senza bisogno di sottolineature.
Dello spettacolo rimane alla mente un fermo immagine: un uomo e una donna in piedi al centro del palco, le loro labbra vicine, si muovono impercettibilmente cercando l’incastro perfetto. Sullo sfondo la loro immagine inondata di luce si sdoppia, le coppie sono tre. C’è chi riesce a baciarsi, chi non riesce, chi rincorre e chi fugge.
Odio e amo. Perché lo faccia,
mi chiedi forse. Non lo so, ma
sento che succede e mi struggo.
Cantus – Odi et amo al DanceProject Festival 2018 – Foto di Fabrizio Caperchi