Dall’1 all’11 novembre il palcoscenico del Teatro degli Audaci accoglie “La Mia Terra”, spettacolo interpretato da Flavio De Paola e diretto da Pablo Màximo Taddei, il quale traspone in scena il toccante testo di Antonio Bruno, fondendo il linguaggio teatrale e cinematografico.
Un monologo in cui è protagonista Rosario Blanco, l’elemento di congiunzione fra i dolori, le paure, gli orrori della guerra e il profumo, il sole, la gente della sua terra: la Sicilia. Nel suo racconto si ritrova, infatti, ciò che ha caratterizzato la guerra e il suo territorio: la vita in trincea, la morte, il dolore, il sole, il fico d’india, il mare, i personaggi e il cuore della sua gente. Luoghi comuni che diventano parte integrante di una condizione drammatica, come un conflitto, e di una terra aspra e forte come la Sicilia.
Abbiamo incontrato l’autore Antonio Bruno e il regista Pablo Màximo Taddei.
Antonio Bruno
Che emozione si prova vedere un proprio testo prendere vita, sul palco?
La stessa emozione che si proverebbe se i ricordi diventassero realtà. Tutto d’un tratto.
Di cosa parla “La Mia Terra” e qual è la terra a cui ti riferisci?
Il racconto è una fusione fra il mio interesse per la storia della Prima Guerra Mondiale, il profumo della Sicilia e il ricordo della mia famiglia. Per questo, nel racconto vengono descritti momenti di vita del fronte e di quello che accadeva in Sicilia nell’attesa che i nostri figli ritornassero dalla guerra. Dal racconto emergono per questo sia personaggi e momenti tipici del fronte (il soldato Amleto, la vita nelle trincee, il Soldato Rizzo, ecc.) sia personaggi della Sicilia (Padre Carmelo, Donna Filomena, la giornalaia, ecc.). Un filo conduttore li unisce attraverso i dialoghi, i ricordi, le sensazioni.
Quanto è autobiografico questo testo?
In molta parte, è una fusione fra il mio interesse per la storia della Prima Guerra Mondiale, il profumo della Sicilia e il ricordo della mia famiglia. Alcuni nomi sono quelli dei miei genitori e dei miei fratelli. Mi sembrerà così di rivederli ancora, questa volta sul palco.
l linguaggio teatrale e linguaggio cinematografico si fondono in questo spettacolo. Come?
La fusione tra questi due linguaggi l’ho sperimentata ,alcuni anni fa e l’ho approfondita ed “affinata“ in questo spettacolo (La Mia Terra). I due linguaggi sono molto lontani, ma in questo caso il “cinema“ si mette al servizio del teatro e diventa, per così dire, uno strumento tecnologico in più: le apparizioni saranno una sorta di “ologrammi“:i personaggi avranno la “velocità“ di apparizione e sparizione del sogno e dei ricordi … che sono fatti della stessa sostanza …
Pablo Màximo Taddei
Come definisci il testo di Antonio Bruno?
Una sorta di album fotografico dove la sua penna ha fissato volti ed emozioni in varie “istantanee”…
Cosa ti ha trasmesso la lettura del testo?
Mi ha trasmesso molte cose… La terribile e grottesca stupidità della guerra… mi ha fatto pensare a quel mondo contadino semplice, povero ma ricco di valori, misteri e contraddizioni … ed ho pensato:”mia cara povertà che fine ha fatto la tua ricchezza” Oggi viviamo in un mondo di ricchezze affondate nelle miserie…