Te e Michele Cinque siete i due direttori artistici del Festival, cosa puoi dirci della sua storia?
Il Solid Light Festival nasce dall’esperienza di Romap, evento del 2015/2016 sempre nel centro storico di Roma. Fu un grande successo e ci classificammo in prima posizione grazie al percorso di luce che creammo nel centro della Capitale.
Quando siamo stati chiamati nuovamente a Roma per riproporre un evento simile, siamo stati più che felici di accettare. Per quest’anno abbiamo invitato inoltre alcuni dei più grandi artisti di videomapping del mondo, tra cui un’eccellenza italiana come i None Collective, che penseranno del mapping di Via delle Muratte, e anche il pioniere di questa nuova forma d’arte, ovvero Laszlo Bordos che si occuperà di trasformare la facciata del Palazzo della Civiltà Italiana per la serata conclusiva del 26 ottobre.
E voi come avete scoperto il videomapping e come siete entrati in contatto con questi artisti internazionali?
Tutto è iniziato con la volontà, da parte mia e di Michele, di lavorare assieme ad un progetto. Siamo amici di infanzia ma solo negli ultimi anni abbiamo cominciato a collaborare a livello professionale.
L’idea di creare un progetto dedicato al videomapping è nata completamente da Michele che, trovandosi a Praga durante il Signal, il principale festival di light interactive design, tornò in Italia affascinato e totalmente rapito da quella nuova forma d’arte.
Partimmo quindi dal suo entusiasmo per entrare in questo mondo luminoso grazie al quale, negli anni, abbiamo avuto l’occasione di valorizzare più luoghi di Roma, dal centro storico fino alle periferie.
Nonostante le mille difficoltà che si incontrano nel nostro lavoro, a darci la spinta a continuare è stato il fatto che finalmente, grazie anche ai nostri interventi, si è parlato bene di Roma nel mondo. Un avvenimento quasi eccezionale negli ultimi tempi.
Per questa occasione possiamo solo ringraziare Videocittà che ci ha voluto all’interno di questa bellissima rassegna.
Immagino che sia stata una bella soddisfazione ricevere la chiamata per partecipare al Solid Light Festival.
Una grandissima soddisfazione che, personalmente, è stata superata solo dall’essere riusciti a tirare su due “torri” di fronte al Pantheon dove, successivamente, andranno i due proiettori da 200 kg l’uno.
Sembra sciocco, lo so, però ammetto candidamente che con questo tipo di lavoro non diventi certamente ricco e i problemi non mancano mai quindi anche questi tipi di risultati, che dall’esterno possono sembrare facili da raggiungere, riescono a dare una gioia e una soddisfazione senza pari.
Ed è proprio questa gioia che vogliamo riuscire a trasmettere ai nostri concittadini. Una gioia in grado di fargli comprendere che anche la cosa che ai loro occhi appare come la più banale del mondo, come può essere un monumento che vedi ogni giorno, può essere ancora in grado di esprimere una bellezza sorprendente, se vista sotto una luce diversa.
Praticamente volete riuscire a far innamorare nuovamente i romani della propria città
Esattamente, è proprio quello il nostro obiettivo. Troppo spesso ci siamo accorti che i romani danno oramai per scontati i monumenti e le bellezze della città. Noi vogliamo fargli riscoprire Roma e tutte le meraviglie che la abitano.