“Il dispositivo segreto” di Alberto Abruzzese.
(La scena tra sperimentazione e consumi di massa. Scritti teatrali 1975-1980.)
Il volume (edito da Meltemi, nella collana “I Pescatori di Perle”, a cura di Alfonso Amendola, Vincenzo Del Gaudio, pagine 466, postfazione di Gino Frezza) raccoglie gli scritti di Alberto Abruzzese dedicati al teatro usciti su “Rinascita” nel periodo 1975-1980.
Il paesaggio che ne scaturisce – alle volte anche con dure prese di posizione rispetto alle politiche culturali dell’epoca o altre volte caratterizzato da potenti suggestioni e attuali prospettive d’indagine – è affascinante e complesso.
Da un lato un teatro che è dentro un sistema di “crisi” e “vittima” di una logica socio-estetica funzionale a un sistema, dall’altro un teatro che ha piena consapevolezza di sé soprattutto quando guarda i sistemi stratificati della rappresentazione e con intelligenza innovativa sa rapportarsi ai processi comunicativi, alla mediologia e alla sperimentazione tecnologica.
In questo spazio Abruzzese ragiona sul teatro come un medium che a tutti gli effetti è dentro il sistema articolato dei processi dell’industria culturale e dei consumi di massa.
Nelle pagine degli scritti teatrali Abruzzese fa i conti con gli spettacoli dei protagonisti della neoavanguardia e della post-avanguardia: Bene, Vasilicò, Wilson, Nanni, Monk, Perlini, Magazzini Criminali, Kantor, Leo e Perla…
Il tutto da una prospettiva decentrata che consente all’autore di cogliere effetti, prassi e metodologie non soltanto per la storia del teatro e per la scena teatrale in generale, ma più profondamente all’interno di un sistema simbolico stratificato nel quale il teatro dialoga con la televisione, con il cinema, con il fumetto e gli altri linguaggi della contemporaneità.
L’autore
L’autore Alberto Abruzzese è sociologo e mediologo. Ha insegnato Sociologia della comunicazione in diversi atenei: IULM di Milano, “La Sapienza” di Roma e “Federico II” di Napoli. Ha svolto un’intensa attività pubblicistica su vari quotidiani e periodici (“Rinascita”, “Manifesto”, “Espresso”, “Mattino”) intervenendo sulle strategie espressive e sulle politiche culturali di cinema, TV, informazione.
Tra i suoi libri:
- “Forme estetiche e società di massa” (1973; nuova edizione 2001);
- “La Grande Scimmia. Mostri, vampiri, automi, mutanti. L’immaginario collettivo dalla letteratura al cinema e all’informazione” (1979; nuova edizione 2008);
- “Metafore della pubblicità” (1988); “Analfabeti di tutto il mondo uniamoci” (1996); “Lo splendore della TV. Origini e destino del linguaggio audiovisivo” (1995);
- “L’intelligenza del mondo, fondamenti di storia e teoria dell’immaginario” (2001);
- “Lessico della comunicazione” (2003);
- “Punto zero. Il crepuscolo dei barbari” (2015).
La casa editrice
La storia di Meltemi inizia nel 1994 con la pubblicazione di alcuni titoli antropologici, che ancora oggi rappresentano il fiore all’occhiello del catalogo, insieme ai libri dedicati ai cultural studies e agli studi postcoloniali, che la Meltemi ha per prima introdotto in Italia.
Il catalogo storico della casa editrice consta di circa 800 titoli e di una rete di autori che conta i più grandi studiosi del pensiero contemporaneo: da Peter Sloterdijk a Slavoj Žižek, da Edgar Morin a Marc Augé e Judith Butler. La nuova Meltemi riporta nelle librerie i migliori titoli presenti nel suo catalogo.
Tornano così a disposizione titoli di grande rilevanza culturale che da alcuni anni mancano sugli scaffali, affiancati da novità che confermano la volontà di portare avanti la pubblicazione della migliore saggistica sui tanti volti della modernità.