I concerti inaugurali del ciclo serale del martedì e di quello pomeridiano del sabato sono dedicati alla grande musica viennese.
Martedì 16 ottobre, presso l’Aula Magna della Sapienza Università di Roma, il prestigioso Wiener Concert-Verein suona Mozart, Bruckner e Brahms, tre dei compositori che fecero di Vienna la capitale incontrastata della musica strumentale per oltre un secolo. Fondato da elementi dei Wiener Symphoniker (l’orchestra che compete con i Philharmoniker nella ex capitale asburgica), il gruppo completa il programma con la Serenata di Čajkovskij, che non è affatto fuori tema, perché è un omaggio a Mozart, incondizionatamente ammirato dal compositore russo.
Sabato 20 ottobre il ciclo pomeridiano si apre con Le Stagioni di Haydn, uno dei massimi capolavori dello stile musicale classico, ammirato anche dai romantici, che vi riconoscevano lo stesso loro amore per la natura. Questo monumentale “oratorio profano” sarà diretto dall’inglese Marcus Creed, uno dei più stimati ed esperti direttori di musica sinfonico-corale, ospite abituale di grandi festival come Lucerna ed Edimburgo. In questa occasione dirige il coro Cappella Amsterdam e l’Orchestra del XVIII Secolo, fondata da Frans Brüggen, pioniere della prassi esecutiva e degli strumenti originali. Il cast dei cantanti è internazionale ed formato da tre eccellenti specialisti di questo repertorio: la belga Ilse Eerens, l’olandese Marcel Beekman e il tedesco André Morsch (vedi scheda d’approfondimento).
Il ritorno di tre grandi
Nel corso della stagione saranno festeggiati tre dei più grandi e amati concertisti italiani, per ricordare il loro debutto alla IUC, avvenuto quando erano giovanissimi, sessanta anni fa nel caso di Uto Ughi e Bruno Canino e cinquanta nel caso di Michele Campanella.
Ughi debuttò alla IUC nel 1959, quando aveva letteralmente i calzoni corti, e vi è tornato spesso: eseguirà ora musiche di Brahms e altri suoi cavalli di battaglia, in duo con l’eccellente pianista Michail Lifits, che la IUC presentò per la prima volta a Roma all’indomani della sua vittoria al selettivo Concorso “Busoni” di Bolzano nel 2009.
Canino suonò per la prima volta all’Aula Magna nel 1959 con I Giovani Solisti di Milano diretti da Claudio Abbado e questo è il suo concerto numero 100 alla IUC! Per l’occasione ha ideato un originale programma con tre Sonate classiche di Haydn, Mozart e Clementi e una panoramica sul repertorio americano dall’Ottocento ai nostri giorni (Gottschalk, Copland, Cage e Corea). Ugualmente legato alla IUC da un consolidato rapporto (vi debuttò nel 1968), Campanella torna con tre capolavori di Beethoven, Schubert e Schumann.
I pianisti
Con Canino, Campanella e Lifits, sono in tutto undici i pianisti a scendere in campo, tra i migliori dell’attuale panorama concertistico: una squadra da scudetto. Impostosi all’attenzione mondiale con la vittoria al Concorso “Busoni” nel 1993, Roberto Cominati si è affermato come uno dei più eleganti interpreti del repertorio francese e di Ravel in particolare, di cui eseguirà La Valse, Tombeau de Couperin e Jeux d’eau.
Nel 2014 la georgiana Mariam Batsashvili è stata la prima donna a vincere il Concorso “Franz Liszt” di Utrecht e da allora si esibisce nelle principali sale da concerto europee. Con un personale omaggio dal titolo “Rossini allo specchio” Orazio Sciortino celebra i 150 anni dalla morte del compositore del Barbiere di Siviglia (vedi scheda).
Debutta a Roma la trentenne francese Lise de la Salle, unanimemente considerata una delle più interessanti pianiste emergenti: sensazionale due anni fa il suo debutto con la London Symphony diretta da Pappano.
È il debutto a Roma anche per il croato Ivan Krpan, vincitore nel 2017 a soli vent’anni del Concorso “Busoni”, che l’ha portato immediatamente alla ribalta internazionale. Anche Alexander Romanovsky è stato lanciato dalla vittoria al “Busoni” e ora miete successi sia in recital solistici che con le più importanti orchestre a Londra, New York, Tokyo, Mosca e Milano: dedica il suo concerto interamente a Chopin, di cui esegue l’integrale degli Studi e altre pagine.
Nel 2004 Herbert Schuch si è affermato vincendo il Premio Beethoven di Vienna, e proprio Beethoven è il protagonista del suo recital, con due Sonate e le undici Bagatelle op. 119 eseguite in alternanza agli undici pezzi di Musica ricercata (1951-1953) di György Ligeti.
Un vero e proprio evento è il concerto che vede Frederic Rzewski, compositore sperimentatore e pianista dalla tecnica straordinaria, interpretare il suo capolavoro pianistico The People United Will Never Be Defeated!, composto nel 1975 e costituito da 36 variazioni su “El pueblo unido jamás será vencido”, il canto simbolo della lotta contro la dittatura cilena scritto da Sergio Ortega e portato al successo dagli Inti Illimani (vedi scheda).
Le violiniste
La IUC mette sul tavolo un poker di bravissime violiniste internazionali. Vincitrice nel 2007 del Concorso “Enescu” di Bucarest, l’italo-rumena Anna Tifu è stata definita da Salvatore Accardo “uno dei talenti più straordinari che mi sia capitato d’incontrare”.
La tedesca Veronika Eberle a diciassette anni già debuttava al festival di Salisburgo con i Berliner Philharmoniker diretti da Sir Simon Rattle ed ora, a ventinove anni, è unanimemente considerata uno dei più grandi talenti violinistici emersi recentemente: interessante il suo progetto RumBach – Rumba con Bach che la vede al fianco del contrabbassista Edicson Ruiz e del percussionista Gonzalo Grau.
La sua coetanea italiana Francesca Dego ha debuttato come solista ad appena 7 anni in California ed è oggi una concertista pienamente affermata: in Aula Magna torna insieme a due partner d’eccezione, la pianista Maria Perrotta e il cornista Martin Owen.
Riccardo Chailly, Simon Rattle ed Esa Pekka-Salonen sono alcuni dei grandi direttori con cui ha collaborato la violinista monacense Carolin Widmann, eccellente interprete del repertorio classico e molto interessata anche alla musica moderna.
Altri grandi solisti
Anche altri strumenti sono rappresentati ai massimi livelli da grandi solisti.
Narek Hakhnazaryan, vincitore del Concorso “Ciajkovskij di Mosca nel 2015, è l’astro nascente del violoncello. Martin Owen – che suona in trio con la violinista Francesca Dego e la pianista Maria Perrotta – è stato primo corno dei Berliner Philharmoniker e ora lo è presso l’orchestra londinese della BBC.
Sabine Meyer è una straordinaria musicista, che Karajan volle assolutamente come primo clarinetto dei Berliner Philharmoniker, ingaggiando un memorabile braccio di ferro con l’orchestra, che per lunga tradizione non ammetteva donne nei suoi ranghi.
A lei si uniscono i quattro sax e il pianoforte dell’Alliage Quintett – premiato due volte con Echo Klassic, il più ambito premio discografico tedesco – per un vivace programma che accosta L’apprendista stregone di Dukas a celebri pagine di Purcell, Borodin, Stravinskij, Milhaud e Šostakovič.
I cantanti
L’italiano Luca Pisaroni è una star del Metropolitan di New York ed è di casa anche nei teatri di Parigi, Londra, Berlino, Vienna e Madrid e ai festival di Salisburgo, Glyndebourne e Baden-Baden.
L’anno scorso è stato finalmente “scoperto” anche dai teatri italiani, inaugurando il Rossini Opera Festival e debuttando con grande successo alla Scala, dove è stato subito riconfermato.
Il suo repertorio verte principalmente su Mozart (soprattutto il Conte delle Nozze di Figaro e Leporello del Don Giovanni, ma quest’anno debutterà al Metropolitan anche nella parte del protagonista) e poi Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi e vari autori francesi. Nel suo concerto romano propone arie da camera di Rossini, Bellini e Tosti e Songs di Gershwin, Porter e del duo Rodgers & Hammerstein.
Uno dei migliori baritoni tedeschi, Otto Katzameier, interpreta Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler, diretti dal francese Maxime Pascal.
Questo giovane direttore in fulminea ascesa, che riscuote successi a Parigi, Londra, Berlino, Buenos Aires, Hong Kong e che nel giro di pochi mesi ha debuttato alla Scala, all’Opera di Roma e al Festival dei Due Mondi di Spoleto, completa il programma con Prélude à l’après–midi d’un faune di Debussy e con Punkte di Stockhausen (vedi scheda), il brano con cui l’appena ventiquattrenne compositore s’impose come protagonista dell’avanguardia musicale del dopoguerra, qui proposto dall’Orchestra Sinfonica Siciliana nella versione realizzata nel 1962 dall’autore proprio per la compagine palermitana.
I gruppi da camera
Quattro gli appuntamenti col genere più nobile della musica da camera, il quartetto d’archi: è rappresentato tutto l’arco del repertorio di questo gruppo strumentale da Mozart e Beethoven a Schubert e Brahms, al Novecento di Berg e Ravel e a una novità di Matteo D’Amico. Il Quartetto Ebène è uno dei migliori quartetti francesi e collabora spesso con solisti del calibro di Mitsuko Ushida e Gautier Capuçon.
Il Quartetto Prometeo ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la fedeltà delle sue esecuzioni e si distingue anche per il suo interesse per la musica contemporanea. Spesso indicato dalla critica come erede del mitico Quartetto Italiano, il Quartetto di Cremona dopo aver affrontato negli anni scorsi l’integrale dei Quartetti di Beethoven, torna alla IUC con un nuovo ciclo dedicato a Mozart che si concluderà la prossima stagione.
Fa saltare tutti gli schemi il concerto del Gomalan Brass Quintet, esuberante gruppo di ottoni formato dalle prime parti di importanti orchestre italiane, che si muove con disinvoltura all’interno di un repertorio vastissimo, spaziando dal rinascimento al melodramma e alla musica contemporanea, senza disdegnare incursioni nel repertorio della musica per film.
“Bach unlimited”
Bach è un filo rosso che collega molti concerti della stagione. È intitolato “Bach unlimited” il concerto di Lise de la Salle, che alterna Bach in versione originale, omaggi di compositori francesi del Novecento (Poulenc, Roussel) e trascrizioni fatte da grandi compositori-pianisti del passato (Liszt, Busoni, Kempff).
La violinista Veronika Eberle presenta il Bach originale della Partita n. 2 per violino solo e personalissime riletture contaminate da suggestioni sudamericane dell’uruguaiano Efrain Oscher e del venezuelano Gonzalo Grau. Roberto Cominati suona la Suite n. 2 BWV 1008 e la famosissima Toccata e Fuga in re minore BWV 565 nelle trascrizioni rispettivamente di Godowsky e Friedman, mentre Mariam Batsashvili esegue la Ciaccona in re minore trascritta da Busoni. Tanti modi diversi per ascoltare Bach, scoprendovi ogni volta qualcosa di nuovo.
Il centro di questo percorso è il concerto intitolato “Variazioni su variazioni” di Rinaldo Alessandrini, che insieme agli strumentisti di Concerto Italiano presenta proprie versioni di musiche bachiane per strumento a tastiera, tra cui le celebri Variazioni Goldberg (vedi scheda).
Altro gruppo leader della prassi esecutiva storicamente informata, Concerto Köln propone il Concerto per due violini di Bach insieme ad altre musiche del Settecento inglese, tedesco e italiano, tra cui le Quattro Stagioni di Vivaldi con il violino solista di Giuliano Carmignola.
Jazz!
La IUC è stata la prima istituzione concertistica italiana ad inserire il jazz in una programmazione di tipo classico e anche in questa stagione si potranno ascoltare alcuni dei più grandi musicisti jazz del nostro tempo, come il sassofonista Roscoe Mitchell, figura chiave del jazz d’avanguardia, fondatore del leggendario Art Ensemble of Chicago e protagonista del free jazz.Con lui suonano due dei più eclettici musicisti italiani, il flautista Gianni Trovalusci e il percussionista Michele Rabbia (vedi scheda).
Mare Nostrum è un fortunatissimo progetto che è stato eseguito più di centocinquanta volte in oltre venti paesi e ha dato origine a due cd, il primo nel 2007 e l’altro nel 2016, accolti entrambi con eccezionale favore da pubblico e critica. Ne sono artefici l’italiano Paolo Fresu (tromba), il francese Richard Galliano (fisarmonica) e lo svedese Jan Lundgren (pianoforte), tre irresistibili musicisti – costantemente tra i più richiesti in Europa – convinti che il futuro del jazz possa essere garantito soltanto dall’apertura alle altre culture musicali (vedi scheda).
Da non perdere Edmar Castañeda e Gabriele Mirabassi, che tessono un dialogo profondo fra armonie e suggestioni della dimensione jazz latina: uno suona l’arpa llanera caratteristica della sua terra, la Colombia, attingendo alla musica tradizionale sudamericana, l’altro suona il clarinetto come pochi al mondo.
Jazz e classica si mescolano nell’omaggio a Leonard Bernstein per il centenario della nascita: il clarinettista Alessandro Carbonare e la Ials Jazz Big Band di Gianni Oddi alternano Bernstein, Gershwin ed Ellington (una stuzzicante versione di Sophisticated Lady preparata da Salvatore Sciarrino) a Carl Philipp Emanuel Bach e Stravinskij.
Le prime esecuzioni
Ispirandosi all’incompiuto poema Hérodiade di Mallarmé, Matteo D’Amico ha composto Scène d’Hérodiade, che avrà la prima esecuzione assoluta nel concerto del Quartetto Prometeo. Orazio Sciortino presenta un’altra novità assoluta, Quasi walzer di Fabio Massimo Capogrosso, compositore italiano tra i più interessanti della nuova generazione, già applaudito alla Scala e all’Accademia di Santa Cecilia.
Ancora una prima assoluta nel concerto del Gomalan Brass Quintet, Essenze di Donato Semeraro, un brano che nasce dalla passione dell’autore per gli oli essenziali, le spezie, i colori, le piante, i fiori e i per i loro abbinamenti e le loro mescolanze magiche. Veronika Eberle presenta in prima italiana Passacaglia di Efrain Oscher e RumBach for J. S. di Gonzalo Grau.
Sono eseguiti per la prima volta in Italia da Lise de la Salle tre brani del trentenne compositore e pianista francese Thomas Enhco, che si muove ai confini tra jazz e classica (vedi scheda).
Per le scuole e per le biblioteche
Prosegue Musica Pourparler, la seguitissima serie di incontri musicali del mattino destinati particolarmente agli studenti delle medie ma aperti a tutti gli appassionati.
Tre appuntamenti, rispettivamente con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta da Giancarlo De Lorenzo, la Ials Jazz Big Band di Gianni Oddi e il Gomalan Brass Quintet (vedi scheda). Oltre a portare molti studenti all’Aula Magna della Sapienza, la IUC ha avviato una proficua collaborazione con molti istituti scolastici romani, contribuendo alla diffusione del repertorio classico con specifiche iniziative didattiche.
Il progetto Studiare con la IUC a cura del Prof. Antonio Rostagno si rivolge invece agli studenti della Sapienza, precisamente agli specializzandi in Musicologia, cui è affidata la redazione delle note dei programmi di sala.
Infine, si consolida la collaborazione con il Sistema Biblioteche Centri Culturali del Comune di Roma con la quarta edizione di Note in Biblioteca: concerti a ingresso gratuito nelle Biblioteche “Villa Leopardi”, “Ennio Flaiano” e “Vaccheria Nardi”, affidati a giovani interpreti e preceduti da introduzioni all’ascolto tenute dagli specializzandi di Musicologia della Sapienza.
I concerti si tengono presso l’Aula Magna della Sapienza Università di Roma (Palazzo del Rettorato), piazzale Aldo Moro 5. Il martedì alle ore 20.30,
il sabato alle ore 17.30.