Secondo fine settimana per Approdi, il festival triestino delle rotte artistiche senza bussola.
Venerdì sera è stato il turno dell’approdo industriale che ha portato il pubblico “in navigazione” negli spazi del Porto Vecchio di Trieste.
Luoghi già di per se suggestivi che grazie agli spettacoli andati in scena hanno condotto a nuove riflessioni.
Il tema dell’accoglienza al Magazzino 26
Nuove riflessioni come quella legata all’accoglienza, che ha voluto condividere la compagnia della Fabbrica delle Bucce con il suo “L’ospite- E se un Dio fosse dall’Olimpo sceso?”.
Protagonista di questa piéce è una novella Penelope che aspetta, su un’isola ormai abbandonata, il ritorno del suo Ulisse.
La solitudine viene però interrotta con l’arrivo di alcuni naufraghi.
Da qui inizia una narrazione nella narrazione che tocca vari ambiti: l’amore multiculturale, l’immigrazione appunto e l’accoglienza.
Questo però senza ricorrere a banali stereotipi ma basandosi sulla realtà di un tema mai come adesso importante e attuale, anche grazie a una compagnia che di sua formazione è multiculturale.
Due le riflessioni cardine: una sorge dal titolo,
“E se quel naufrago fosse un Dio disceso dall’Olimpo?”
Quindi non qualcuno venuto solo per scardinare l’equilibrio della nostra quotidianità.
La seconda, chiave di volta dello spettacolo, è
E se fossimo noi a emigrare? Un italiano, magari donna, magari di diverso orientamento sessuale?
Ecco, la Fabbrica delle Bucce in qualche modo cerca di mettere lo spettatore davanti al rovescio della medaglia.
Tra le macchine con l’audiopainting di Giulio Masieri
La navigazione ha poi portato alla Centrale Idrodinamica che ha visto protagonista la particolare arte di Giulio Masieri.
Tra le macchine della Centrale il numeroso, attento e raccolto pubblico ha potuto prendere parte a un’insolita esperienza di audiopainting.
Su una tela verticale l’arte pittorica si è trasformata, fusa e ha preso forma attraverso la musica, rendendo i trenta minuti di performance un esperienza di notevole impatto emotivo.