TITIVILLUS IL DEMONE DEI REFUSI di Julio Ignacio González Montañés
Si sa che il maligno cerca di mettere lo zampino dove può e, in epoca medioevale, avvalendosi del suo multiforme aspetto, apparve sotto forma di pensiero cattivello temuto in primis da intellettuali e amanuensi. La sua immagine caprina e cornuta dall’aria irriverente era quella classica, in aggiunta portava in mano o in un sacco sulle spalle delle pergamene scritte fitte fitte. Il suo nome era Titivillus.
Il professor Julio Ignacio González Montañés nel suo breve e interessante saggio Titivillus – Il demone del refuso (GRAPHE.IT), tradotto da Roberto Russo, ci mostra un aspetto meno conosciuto del demonio intento a tener nota di tutte le omissioni, gli errori ortografici scritti per stanchezza o impazienza dagli amanuensi che si occupavano di ricopiare la liturgia delle ore.
Nel libro vengono riportate le ricerche su Titivillus che comprendono immagini e libri in cui compare il beffardo diavoletto poiché costui non si accontentò di tentare solo gli intellettuali, ma ampliò il suo raggio d’azione ai pettegolezzi delle donne e a tutti quei peccati d’omissione di gente comune da mostrare al Creatore nel giorno del giudizio, per poter far pendere il processo verso una condanna e acquistare anime per l’inferno.
Dopo il medioevo Titivillus scompare o forse si ritira per trovare nuove strade di conquista. Può darsi che questo diavolo abbia trovato un modo per insinuarsi nella nostra epoca, tanto irrequieta e precipitosa.
Il celebre T9, correttore automatico, che intuisce meccanicamente parole e frasi, è il più grosso produttore di refusi causa di equivoci, a volte comici a volte spiacevoli. Titivillus forse ride, di gran gusto.