Mariano Jaime: “Ecco quello che ho imparato nel magico mondo di Dalia delle Fate”
Si sono da poco concluse le puntate della prima stagione di Dalia delle Fate, il nuovo teen musical drama, trasmesso su la 5, dal lunedì al venerdì alle 13:40, disponibile tutto l’anno su Mediaset On Demand.
La serie, composta da 175 episodi, affronta un argomento che per l’autrice e produttrice Anna Mirabile è molto importante: l’acqua, che viene definita “l’oro blu del pianeta”, in quanto risorsa preziosa che sta scarseggiando.
La protagonista è Dalia (Miriam Planas), una sedicenne che sogna di diventare una cantante e scopre di avere poteri magici, che le sono stati trasmessi dalla madre, la fata Hadma (Paula Brasca): una storia di magia, amore, musica, divertimento con una dose di immancabile perfidia.
Girata tra Roma e Buenos Aires, la serie vanta un cast internazionale; tra gli interpreti – nel ruolo di Vinicio – figura Mariano Jaime, giovane performer italo-argentino, che ha rilasciato a LNV la prima intervista della sua carriera, realizzata a fine giugno.
Mariano, sei stato scaltro a non svelare fino all’ultimo la tua partecipazione a questo progetto: raccontaci come è andata.
Quando si tratta di progetti televisivi può succedere di tutto e quindi ho preferito non dire nulla finché non sono stato sicuro della data di messa in onda effettiva. Ho letto che cercavano ragazzi di madrelingua spagnola, io sono argentino e mi sono detto: “Sì, dai: ci provo”.
La prima audizione è stata conoscitiva, perché nonostante si tratti di una produzione italiana, tutti gli attori sono argentini è quindi era necessaria una conoscenza dello spagnolo effettivamente elevata, per vendere il prodotto anche all’estero.
Per me è stata un’esperienza molto bella: sono cresciuto non solo artisticamente, ma soprattutto come persona.
All’interno del cast si è creato un clima di positività e la regista mi ha chiesto di farle da assistente: me ne stavo in regia e indicavo alla regista se la scena si capiva oppure si poteva migliorare dal punto di vista della comprensione.
Questa possibilità mi ha aperto gli occhi su aspetti della professione artistica che non conoscevo.
Io so benissimo cosa vuol dire provare uno spettacolo e andare in scena, la differenza è che in teatro “o la va o la spacca”, mentre la telecamera ti permette di sperimentare molto.
Chi è Vinicio, il personaggio che interpreti nella serie?
Volendolo italianizzare, è una sorta di Morgan ad X Factor: è il giudice di un talent, intitolato Together, al quale partecipano i protagonisti teen della serie.
All’interno della giuria, è l’unico cantante, ha una casa discografica ed è forse quello che ha più orecchio musicale. Si affeziona molto a Dalia, proprio per il suo talento, perché capisce che la sua non è una voce del coro, ma questa ragazza ha qualcosa da raccontare.
Interpretare questo personaggio è stato molto divertente, anche perché mi sono ritrovato a dover recitare in spagnolo. Io lo parlo in casa con la mia famiglia, ma naturalmente recitare è diverso! Ho dovuto attingere molto alla mia formazione in Italia e applicare tutto ciò che ho imparato a un contesto spagnolo. La cosa più divertente è che sono doppiato con la voce di qualcun altro!
Qual è il passaggio dalla magia alla musica, aspetto essenziale per i protagonisti?
La musica è funzionale alla storia e crea climi diversi. Partiamo dal presupposto che tre protagonisti teen hanno ciascuno la loro band (una maschile e due femminili), con la quale competono all’interno del talent.
Nella prima stagione, le canzoni sono dieci e vengono ripetute più volte, magari con arrangiamenti diversi. Le canzoni vengono utilizzate, inoltre, per esprimere uno stato d’animo oppure, attraverso i poteri magici di Dalia, per migliorare la salute delle persone.
Personaggi e protagonisti sono argentini, ma la produzione è italiana: come ti sei trovato, sul piano specificamente produttivo?
Mi sono trovato proprio bene ed è stato molto soddisfacente. Io non ho molte scene nella prima stagione e le ho girate tutte nell’arco di due settimane.
La giornata era programmata nel dettaglio, dagli spostamenti al cibo: i ritmi erano molto serrati, ma c’era lo spazio per conoscersi e imparare da altri professionisti. Magari avevo convocazione alle 11, ma io arrivavo alle 9 per osservare come si montano le luci… io sono così, mi piace imparare cose nuove!
Qual è la differenza fondamentale tra ciò che si impara nel backstage di un teatro e la modalità di lavoro televisiva?
Sulla preparazione che un professionista deve avere sul proprio personaggio non c’è differenza, anche se può succedere che qualcuno arrivi e dica una battuta senza metterci un minimo di intenzione.
Quando si recita davanti a una telecamera, l’attore ha un riscontro immediato con il regista, che dice se la scena è buona o è da rifare. A teatro, invece, il regista accompagna gli attori durante le prove, ma poi sta alla professionalità dei singoli interpreti memorizzare tutte le note di regia e immedesimarsi al meglio nel personaggio, che è poi l’aspetto più stimolante per chi fa questo mestiere.
Progetti futuri?
Per quanto riguarda Dalia delle Fate, posso dire che il mio personaggio sarà presente fino alla quinta stagione. E per il futuro ho tante audizioni e intendo sfruttare il fatto di essere di madrelingua spagnola per cercare di affermarmi come performer di musical anche all’estero.
Comunque, ho 23 anni e devo fare ancora le mie esperienze!
(Foto di Giulia Marangoni)