Da giovedì 28 a sabato 30 il NOpS chiuderà l’edizione 2018 con una serie di anteprime ed estratti di spettacoli ancora non prodotti di massimo 20 minuti l’uno, preparati per andare in scena nel particolare spazio dell’Ex Mercato di Torre Spaccata di Roma.
Ad inaugurare questi ultimi giorni del festival sono stati: “Exodos” di Luigi Saravo, “Effetto Werther” di Dietro la Maschera ed “Elementi” di Salvatore Cannova.
Exodos
Primo nell’apparire sul palco, Exodos si ritrova a dover coprire il ruolo di avanguardia per gli spettacoli che verranno dopo di esso. Un compito sicuramente non facile ma che, grazie anche all’elemento curiosità insito nel pubblico nel ritrovarsi in un luogo poco ortodosso per una rappresentazione, viene portato a termine in modo eccellente grazie all’ottima performance degli artisti in grado di risvegliare, usando dei semplici manici di scopa, l’immaginazione degli spettatori, trasportando tutti i presenti da un campo di battaglia al ponte di una nave in balìa di una tempesta.
Il tutto senza proferire parola.
Sebbene la mancanza di battute vada ad influenzare il voto sullo spettacolo, se confrontato con le altre rappresentazioni, tra i tre spettacoli della serata Exodos riesce ad incarnare perfettamente lo scopo di questa sezione del NOpS Festival, ovvero conquistare il pubblico in 20 minuti.
Effetto Werther
Vincitore del Premio Speciale Giovani Realtà del Teatro 2017, Effetto Werther dimostra di essersi pienamente guadagnato tale premio.
Performance perfetta e scambi di battute rapidi ed efficaci regalano allo spettacolo una fluidità tale da distorcere la percezione del tempo degli spettatori che, se potessero, probabilmente resterebbero ad ascoltare Marcello Gravina, Giulia Navarra e Gianluca Ariemma per tutta la notte.
Unica pecca di una rappresentazione altrimenti perfetta è il taglio finale che soffre enormemente del limite dei 20 minuti.
Elementi
Cosa accadrebbe se Caronte andasse in pensione e al suo posto arrivassero tre traghettatori in grado di far venire una crisi di nervi alla Morte stessa?
Da questo breve ma interessante soggetto nasce Elementi con Stefania Capece Iachini, Giulio Claudio De Biasio, Agnese Lorenzini e Valerio Riondino.
Caratterizzato anche questo da scambi di battute ben pensati e ottime interazioni con la scenografia, come “Effetto Werther” riesce a fare un’ottima impressione sul pubblico, a cui regala molte risate, ma soffre del limite dei 20 minuti per un testo che, se ben sviluppato, avrebbe le potenzialità di donare al teatro un’indagine sulla morte da un punto di vista originale e leggero.