Per la prima volta in Italia un teatro, il Niccolini di Firenze, sarà interamente animato,
vissuto, gestito, spettacolarizzato da giovani attori. Il primo nucleo sarà costituito dai
neodiplomati della Scuola ‘Orazio Costa’ della Fondazione Teatro della Toscana, riuniti
sotto il nome de i Nuovi: a essi si affiancheranno altri giovani attori, diplomati in altre
scuole, selezionati tramite audizioni.
Saranno impegnati in tutti gli aspetti della macchina teatrale, dalla direzione artistica all’amministrazione, dalla comunicazione alle pulizie. Il progetto, strutturato su un percorso di tre anni, prevede che a ognuno degli attori coinvolti sia corrisposta una borsa di studio mensile.
Un progetto con regole precise, riunite in un manifesto in sei punti, Per un attore artigiano di una tradizione vivente.
Pier Paolo Pacini, uno dei creatori e direttore della Scuola per Attori “Orazio Costa“, ne ha parlato con noi.
Come sono nati i Nuovi e il progetto Giovani al teatro Niccolini?
Il progetto è nato al termine del primo biennio della scuola per attori Orazio Costa, nata a Firenze, e prendendo ispirazione proprio dalla tradizione pedagogica di Costa, persona eccezionale che ho anche avuto il piacere di conoscere.
L’idea è venuta poco prima di iniziare il secondo biennio. Non volevamo fare come altre scuole e chiudere il percorso formativo degli studenti.
All’inizio abbiamo quindi pensato ad una specie di corso di avviamento per il lavoro dell’attore ma poi, ripensando anche agli insegnamenti dello stesso Costa, ci siamo detti che forse era il momento di ripensare alla figura dell’attore e al suo ruolo all’interno di un teatro.
Non potendo più permettersi di essere solo un’artista, secondo me l’attore deve tornare a coprire un ruolo più attivo e per questo abbiamo deciso di imbarcarci in questa avventura. Affidare il teatro Niccolini a un gruppo di giovani artisti, dandogli tutto il supporto possibile, e lasciare che si occupi di ogni aspetto della vita di un teatro.
Quindi veri e propri uomini e donne di teatro sotto ogni punto di vista
Esattamente, per come la vedo io l’attore moderno deve sapersi occupare di tutto, dalla messa in scena dello spettacolo fino al reparto tecnico e comunicativo, dalla preparazione dei costumi fino alle pulizie.
Solo in questo modo si permette alle nuove generazioni di fare propria quella manualità necessaria per sopravvivere nell’universo culturale moderno.
E come supporterete tale iniziativa?
La supporteremo grazie a dei maestri che continueranno a seguire gli allievi portando spettacoli e laboratori. Essendo questa un’iniziativa unica nel suo genere, dobbiamo seguirla costantemente in modo da poter garantire un percorso formativo e produttivo di qualità in modo da riportare efficacemente alla luce l’idea dell’attore artigiano così come era stata ideata da Jacques Copeau, non a caso maestro di Orazio Costa.
Ovviamente, per permettere al gruppo di allievi di svolgere quest’attività, abbiamo anche attivato delle borse di studio triennali che garantiranno ad ogni studente 850 euro al mese.
Immagino questa sia stata una bella notizia per i partecipanti, i Nuovi.
Certamente. Loro hanno risposto molto bene a questa iniziativa pur con la consapevolezza di essere l’avanguardia di quello che potrebbe essere un approccio rivoluzionario al teatro. Se da una parte sanno di avere tutti gli occhi su di loro, dall’altra sono molto felici di poter essere i protagonisti di tale cambiamento e di avere tale responsabilità.
Ammetto che sono contento di poter essere testimone di una risposta simile perché fin troppo spesso sento dire che le nuove generazioni sono pigre o comunque poco predisposte al sacrificio. Come in questo caso, secondo me basta rendere partecipi i giovani e fargli comprendere l’importanza del loro ruolo per avere in cambio tutto il loro entusiasmo e il loro impegno.
Invece i suoi colleghi come hanno reagito? Pensa siano pronti a questo cambiamento?
Credo di sì. Non ho riscontrato risposte negative o simili, anzi. Tutti quelli con cui ne ho parlato sono curiosi di vedere come andrà questo progetto e sperano nel suo successo. I maestri poi non vedono l’ora di poter cominciare a lavorare con questi ragazzi.
E come spera si possa evolvere nel tempo tutto questo?
Spero si vada a creare un grande teatro stabile gestito dagli attori stessi in cui il ruolo negli spettacoli non è fisso. Non voglio vedere singoli grandi attori che interpretano sempre i protagonisti ma vorrei una compagnia in cui ogni artista possa essere in grado di ricoprire sia un ruolo principale che secondario. Ma per ora andiamo a piccoli passi e restiamo con i piedi per terra.
Pier Paolo Pacini, allievo di Orazio Costa Giovangigli, negli anni ottanta svolge un’intensa attività teatrale come attore di prosa, interpretando ruoli di protagonista e coprotagonista in opere di Sofocle, Ariosto, Moliere, Racine, Cechov, Ibsen, Miller. È direttore del Centro di Avviamento all’Espressione (CAE), fondato da Costa nel 1979, e della Scuola per Attori “Orazio Costa” presso la Fondazione Teatro della Toscana, Teatro Nazionale, dove è anche docente di interpretazione scenica.