La Tarantina, Genere Femm(è)nell, in una produzione del 2016 dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, è un film-documento curato dallo stesso Fortunato Calvino, che ha come protagonista non solo Carmelo Cosma, ma l’intera varietà umana che anima i quartieri spagnoli di Napoli.
Forse fu la guerra – e la consapevolezza di averla superata più o meno incolumi, nonostante le perdite e le sofferenze – a dare agli anni a cavallo fra il decennio dei 50 e dei 60 quell’aria inebriante e spensierata che caratterizza i racconti romani di alcune figure di spicco della letteratura LGBT, più o meno dichiarata tale, come Sandro Penna e Giò Stajano. Quest’ultima, forse, con la sua “Roma capovolta” è più di altri vicina al clima licenzioso, divertito e disperato delle vicende romane raccontate dalla Tarantina e concertate da Calvino.
Il salto dallo schermo al teatro potrebbe sembrare quasi dettato dalla stessa necessità espressiva del materiale narrativo, soprattutto per chi, come Fortunato Calvino, ha alle spalle una carriera densa di esperienze in entrambi i campi, ma forse una maggiore predilezione per le tavole del palcoscenico. Le figure narrate conquistano in teatro una umanità maggiore, forse perché in questa sede l’umanità può essere toccata oltreché vista, anzi persino annusata, come l’odore del caffè. Mentre lo spettacolo ha il pregio di innestarsi nel filone del teatro napoletano post-eduardiano, lo stesso che Franca Angelini ha studiato e analizzato con estrema cura regalando una lettura attenta e critica delle sue novità formali oltreché contenutistiche, di cui il teatro di Calvino è una parte.
Lo spettacolo – in prima nazionale all’Off Off Theatre di Roma – ruota attorno ai ricordi spesso duri e dolorosi, eppure venati di tenera malinconia della Tarantina (al secolo Carmelo Cosma), femminiello del sud che ha passato gran parte della sua vita tra i vicoli e i bassi napoletani. La storia si sofferma sull’arrivo nella Napoli del secondo dopoguerra, vista con gli occhi di un ragazzino ancora minorenne, poi l’avvio alla prostituzione, la persecuzione della polizia, la partenza per Roma, dove ha vissuto la sua originale dolce vita, conoscendo Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini e Laura Betti. Un particolare e lungo episodio viene dedicato a Goffredo Parise e a Novella Parigini, anche se non è lesinato un accenno persino a Moravia.
Accanto a questi ricordi non mancano quelli più drammatici come le violenze subite e la perdita di tante amiche.
Un testo-documento, insomma, su un personaggio che emana vitalità, nonostante gli ottant’anni ormai raggiunti, che possiede occhi vispi e dispensa battute sagaci ai tre giovani femminelli che la accompagnano, rapiti dai ricordi di questa “memoria storica vivente” di un mondo che va ormai scomparendo. Il centro di interesse è dunque la Tarantina che “tiene la tombola”, mentre i numeri sono l’occasione per i ricordi evocati attraverso lunghi monologhi o interventi drammatici di Luigi Credendino, che più di tutti sembra incarnare l’anima dei giovani femminelli napoletani, Roberto Maiello, la cui virilità è esaltata persino dall’abbigliamento femminile, e Antonio Clemente, più credibile nel ruolo dello straniero che nell’altro. La staticità dei racconti non è aiutata dal disegno luci di Renato Esposito, che risulta a volte un po’ impreciso, mentre le scene di Paolo Foti e i costumi de La Rossa ci riportano a un mondo verosimile e quotidiano assorbito dall’essenzialità del nero che li circonda.
Un’opera coraggiosa e degna di nota, anche se a tratti disorganica, come forse lo è l’esistenza stessa.
Dal 27 a 31 Marzo 2018
Via Giulia, 20 – Roma
Metastudio89
presenta
LA TARANTINA
L’ultimo Femminéllo dei Quartieri Spagnoli
di Fortunato Calvino
con LA TARANTINA (Carmelo Cosma)
e Luigi Credendino, Roberto Maiello e Antonio Clemente
Scene Paolo Foti, Costumi La Rossa, Disegno Luci Renato Esposito
Regia di Fortunato Calvino
Spettacolo tratto dal Film-Documento “La Tarantina, Genere Femm(è)nell”, presentato nei festival: Divine Queer Film Festival (2015), Festival TGLFF di Torino (2016), Palazzo delle Arti di Napoli (2016), Trieste Film Festival (2017), Free Bird: The INTL Gender Freedom Film Fest di New York (2017) e al FVG Pride di Udine (2017)