Una diva del cinema muto finita nel dimenticatoio. Un maggiordomo che è riuscito a trasformare l’amore al suo massimo livello di dedizione, rimanendo l’ultimo fan di un passato ormai remoto. Uno sceneggiatore squattrinato. Tante anime con le valige piene di sogni. Una storia dove la location non fa solo da sfondo, ma ne è protagonista: Hollywood. Questo è Sunset Boulevard e in Italia sarà in scena solo al Rossetti, fino a domenica.
Hollywood, la Mecca del cinema dove si insegna alla gente a sognare. Ma soprattutto una vera e propria giungla. Hollywood, un luogo di sentimenti, di grandi solitudini e nostalgie. Di paura di mostri invisibili. Di tragedie umane vestite di paillettes, fuori dall’occhio di bue.
Sunset Boulevard, non è altro che un quartiere di questa dream factory.
Sunset Boulevard, perfetto per il titolo di un film di critica allo star system hollywoodiano. Film che arriva nel 1933 e Billy Wilder ne firma la regia.
Pare che la sceneggiatura faccia riferimento ad un fatto di cronaca realmente accaduto. Un’attrice, furiosa con la Paramount, un giorno avrebbe deciso di calmarsi i nervi investendone il direttore.
Il musical, rispetta e valorizza la versione cinematografica di Wilder: come nel film, anche il musical si sviluppa sotto forma di noir. Ragion per cui inizia dalla fine, raccontando la storia utilizzando l’espediente tipico di questo tipo di scrittura, il flashback.
Sunset Boulevard in scena al Rossetti
La prima cosa a permetterci di immergerci nella magia sono le musiche di Andrew Lloyd Webber su libretto e liriche di Don Black, eseguite dal vivo da un’orchestra di 16 elementi diretti da Adrian Kirk. Grazie a loro ci si ritrova, immediatamente, in quelle atmosfere nostalgiche a cui il cinema hollywoodiano ci ha abituati. I grandi occhi di Bette Davis o la sua bellissima rivale Joan Crawford. La frizzante Judy Garland; le commedie musicali alla Cukor. Un immaginario di sogni che per anni ha travalicato l’oceano, rievocato dalla grandiosità del suono.
Scenicamente Sunset Boulevard sistema sul palco una sfarzosa decadenza, tale da essere commovente. Uno spettacolo maestoso ma al contempo fatto di piccoli gesti. Basta uno sguardo dopo aver fatto due scalini; basta una mano, che nell’impeto di un abbraccio, ricorda appena appena l’attaccarsi ai drappi delle dive del cinema muto.
Il fascino di Sunset Boulevard, con la regia di Nokolai Foster, si distribuisce sul palco con una scenografia, firmata da Colin Richmond, decisamente imponente. Gli stessi movimenti scenotecnici eseguiti a vista sono capaci rendere ancora più spettacolare il tutto.
È stato sempre Richmond a curare anche gli stupendi costumi, realizzati a mano. Nello specifico quelli del personaggio di Norma sono dei capolavori di sfarzo e bellezza.
Questa magia, per compiersi, viaggia su 5 tir. Tra dietro le quinte e in scena circa cento persone corrono su e giù. Solo per la fase di montaggio delle scene, pare, siano necessarie mediamente 45 persone.
Gli interpreti sono stratosferici e lo diciamo senza alcun timore di smentita.
Danny Mac, nei panni di Joe, ha il compito del narratore onnisciente in scena, da morto. Attraverso un flashback, a seguito della sua uccisione, accompagna lo spettatore lungo tutto lo spettacolo. Nonostante Mac rimanga in scena dall’inizio alla fine, non va mai sottotono. Tutt’altro la storia si evolve in un costante crescendo.
Ria Jones, nei panni di Norma Desmond, è qualcosa di struggente. Ci si ritrova con gli occhi colmi di lacrime senza neanche rendersene conto. La sua interpretazione, fatta di piccoli gesti, sguardi e potenza vocale, rendono il suo personaggio sublime. Quando la Jones è in scena si perde la cognizione del mondo intorno. Quel sublime estetico teorizzato da Burke che sa di “mare in burrasca”.
Nei panni del maggiordomo Max, il baritono Adam Pearce. Il suo personaggio è quello della figura dapprima oscura, ma che evolve nella figura di rassicurante presenza. Un’evoluzione caratteriale resa in modo eccellente da Pearce.
Ad interpretare il personaggio di Betty, la giovane assistente che sogna di realizzare un film tutto suo, è Molly Lynch. Il suo personaggio è quello che porta freschezza nell’intera vicenda.
Sunset Boulevard, visibile fino a domenica 25, alza decisamente l’asticella. Uscendo dalla sala serpeggia tra il pubblico l’idea di come, effettivamente, una notevole differenza tra musical e Musical, ci sia.
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