Dopo il clamoroso successo del 2016, al Teatro Miela di Trieste sono tornati i BGKO – Barcelona Gipsy balKan Orchestra a presentare il nuovo album “Avo Kanto”. Ed è stato un successo pazzesco.
Era tanta l’attesa per il concerto di ieri sera in un Teatro Miela pieno all’inverosimile. Persone sedute sulle poltrone, persone sedute per terra, persone in piedi e, dopo pochi brani, decine di persone che si sono liberate in un gioioso ballo sotto palco.
Beh, ad essere sinceri, è difficile rimanere indifferenti all’energia che trasmettono questi ragazzi. Hanno pescato dal repertorio musicale gitano, klezmer, bosniaco, serbo, albanese, rumeno, russo e ottomano. Ma hanno compiuto un piccolo capolavoro.
Chi sono i BGKO
La band nasce nel 2005 come evoluzione della Barcelona Gipsy Klezmer Orchestra ed è composta abitualmente da sette musicisti di tutta Europa : l’incantevole voce della spagnola Sandra Sangiao, il fisarmonicista italiano Mattia Schirosa, il percussionista greco Stelios Togias, il chitarrista francese Julien Chanal, il contrabbassista serbo Ivan Kovacevic, il clarinettista catalano Dani Carbonell ed il violinista ucraino Oleksandr Sora.
Si sono conosciuti a Barcellona tra concerti, feste e jam session. Da lì a creare è stato molto naturale dare vita ad un’orchestra balcanica di corda, con fisarmonica e clarinetto, con lo stile degli zingari della Romania e Serbia.
Sono tornati ieri al Miela per presentare il loro quarto disco che sta uscendo proprio in questi giorni.
Avo kanto, il loro quarto disco
Il titolo dell’album è Avo kanto che significa “le canzoni dei nonni” in linguaggio Esperanto e le sue canzoni parlano di luoghi e persone, di sentimenti che il gruppo ha vissuto girando il mondo in lungo ed il largo. Ma ci sono anche le canzoni tradizionali che servono a mantenere viva la memoria sul chi eravamo.
L’album si componeva di nove brani, ma visto successo che il brano ha avuto sul pubblico, si è deciso di inserire anche la bonus track “Lule lule“.
Il primo singolo, Sairman, è una canzone allegra e ballabile, con un testo che parla di un amore folle spiegato dalla calma e serenità da qualcuno che dà tutto ciò che ha senza aspettarsi nulla in cambio.
Forse ha ragione Mattia Schirosa, la prossima volta sarà il caso di prevedere due date a Trieste perché siamo convinti che il pubblico sarà ancora più numeroso.