Non importa quanto tempo un tronco sta nell’acqua, non per questo diventa un coccodrillo.
L’ultimo capitolo del ciclo dedicato al tema dell’identità Come diventare ideato da Sabrina Morena è andato in scena lo scorso 8 e 9 febbraio al Teatro Miela Bonawentura.
Come diventare africani in una notte è un testo inedito, come gli altri che hanno debuttato quest’anno all’interno della rassegna S/Paesati (Condomino Europa – Come diventare europei DOC!, Come diventare italiani. Il tutorial e Come diventare sloveni in 50 minuti), scritto a sei mani da Mohamed Ba, Stefano Dongetti e Alessandro Mizzi per la regia di Sabrina Morena.
Sul palco troviamo Mohamed Ba e Alessandro Mizzi a interpretare i protagonisti della vicenda che sembrano ritagliati perfettamente su i due attori.
lui e l’Altro
La storia si svolge nell’arco di una sola notte. Una stanza concessa in affitto a due persone che sono all’oscuro di doverla condividere con l’altro e all’oscuro che l’altro sia proprio quello con la “a” maiuscola.
Mario è un italiano, operaio in cassa integrazione. Per colpa della crisi ha perso la moglie, la casa e la serenità ed è perseguitato dai propri demoni e dai creditori.
Bocumba è un togolese giunto in Italia da sedici anni. Si arrangia con due lavori, entrambi degradanti e sottopagati. Non si demoralizza e cerca di andare avanti, senza dimenticare le proprie radici che evoca spesso con l’aiuto della voce e il ritmo delle mani sullo jembe.
L’iniziale diffidenza li porta a tracciare perfino una linea immaginaria all’interno della minuscola stanza per dividere l’Italia dall’Africa. La convivenza forzata, però, costringe i due a conoscersi meglio tanto da capire che in fondo non sono così diversi come pensavano.
Mario non sa come sfuggire al regolamento di conti per non aver estinto i debiti contratti.
A questo punto Bocumba, decide di aiutarlo. Propone a Mario un corso gratuito e accelerato (in una notte) per diventare africano e intraprendere più facilmente un insolito viaggio di migrazione al contrario verso il continente africano.
Costellato di momenti di scontro/incontro molto divertenti, lo spettacolo conquista con semplicità il pubblico e lo incuriosisce mettendolo nella disposizione giusta per ascoltare e conoscere tradizioni lontane – e spesso ignote – come quelle dell’Africa occidentale.
Oltre le barriere mentali
Il testo è arricchito di aneddoti, modi di dire, canzoni e tradizioni della cultura africana. Tradizioni che donano consistenza allo spettacolo lasciando allo spettatore la piacevole sensazione di aver ascoltato una storia di cui difficilmente dimenticherà i particolari.
Un’opportunità preziosa che fa riflettere. Troppo spesso ci si persuada che i diversi siano tutti uguali – come ricorda Mohamed Ba nel discorso alla platea a spettacolo concluso – anziché concedersi il rischio di conoscerli.
Così come i protagonisti anche noi spettatori vinti i sospetti e il timore diventiamo africani in una sola ora (e non in una notte!).
Alla fine dello spettacolo per un viaggio tra gli altri, quelli che incontriamo tutti i giorni, e che, finita questa lunga notte, sapremo guardare con occhi diversi.