Sarà in scena sul palco del Rossetti di Trieste fino all’11 febbraio Jersey Boys. Le voci dei The Four Seasons saranno quelle di Marco Stabile (Tommy DeVito), Flavio Gismondi (Bob Gaudio), Claudio Zanelli (Nick Massi) e il falsetto di Alex Mastromarino nei panni di Frankie Valli. Insieme per raccontare la storia dei quattro del New Jersey.
Dalla nascita allo scioglimento, Jersey Boys è il musical che ripercorre la biografia musicale dei The Four Seasons. La band che per anni è stata simbolo di una generazione, mentre dall’altra parte dell’Oceano ci si preparava alla nascita dei quattro di Liverpool.
La produzione è del Teatro Nuovo di Milano e porta la firma alla regia di Claudio Insegno. Le musiche sono di Bob Gaudio, testi di Bob Crewe e libretto di Marshall Brickman e Rick Elice. Le coreografie sono firmate di Valeriano Longoni. E questo è il secondo anno di tournée.
New Jersey e i codici d’onore
Sono gli anni sessanta e Newark è una cittadina del New Jersey, uno degli Stati più piccoli degli USA, con un’area di poco inferiore a quella della Toscana.
Eppure è anche uno dei più popolosi e con una composizione sociale davvero eterogenea. Vivono “stritolati” tra New York e Philadelfia: irlandesi, afroamericani, ispanici e una delle più grosse comunità di italoamericani.
Non è un caso che i protagonisti della storia si chiamino: DeVito, Gaudio, Massi e Castelluccio, diventato poi Valli.
Come non è un caso che a muovere i primi passi nella musica, sia partito da qui Frank Sinatra.
Le atmosfere da Quei bravi ragazzi ci sono tutte.
Ci sono i gangsters, e se ci stanno i gangsters, ci sono i completi gessati. Se ci sono gangsters e completi gessati, state pur certi che ci saranno anche i barbieri. Immancabili le ragazze che sono dei bei bocconcini la prima sera ma che diventano delle arpie con una fede al dito. Come immancabili sono gli strozzini.
Ma ci sono anche i figli dei barbieri, che non possono rientrare più tardi delle undici. Ci sono i fratelli che entrano ed escono di prigione. Ci sono i poliziotti corrotti. E i delinquenti dal cuore grande.
Ma soprattutto, a bilanciare gli equilibri, ci sono le regole della strada.
Lo spettacolo
Passando attraverso una serie di cambiamenti di nomi, di componenti e di stili, grazie al contributo di un altro italoamericano, Joe, raggiungeranno la configurazione dal successo planetario sarà Frankie Valli and The Four Seasons.
L’italoamericano che ci mette lo zampino è Joe Pesci, interpretato da Giulio Pangi, il quale riesce a ricordare molto Joey La Motta, il personaggio interpretato da Pesci in Toro Scatenato. (E oggi mentre, scriviamo, apprendiamo essere il suo 75° compleanno!)
Frankie Valli and The Four Seasons diventano in breve tempo quattro ragazzi con un sound fino a quel momento sconosciuto. Un sound che finirà per scrivere alcune delle pagine più leggendarie della musica.
In quasi tre ore, Jersey Boys ripercorre la storia di una band che in pochi anni riuscì a sfornare pezzi, partendo da una cittadina del New Jersey, che scalarono le classifiche del mondo.
Pezzi famosissimi come Big Girls Don’t Cry, Sherry, December 1963 (Oh, What A Night), My Eyes Adored You, Stay, Working My Way Back to You, Rag Doll e la stratosferica Can’t Take My Eyes Off You.
Le dinamiche che regolano questi quattro ragazzi fuori dal palco, però, sono ben lontane all’essere armoniose, come nelle loro hits.
Il loro codice d’onore è sempre quello da strada. Un codice creato da, e per chi, deve arrangiarsi in un mondo che gioca a fregare per primo per fregare due volte. Codice che aleggia su ognuno dei protagonisti e che sarà sia la ricetta per la creazione del successo, sia quella per la sua implosione.
mapperò
Lo spettacolo è spumeggiante e il quartetto Stabile Gismondi Zanelli Mastromarino, oltre al resto del cast, funzionano benissimo, però poco comprendiamo alcune scelte registiche sull’uso di espedienti che nulla aggiungono alla funzionalità della storia e che forse abbassano il ritmo, come i piccoli siparietti delle comparse. Per dirla con l’architettura: Less is more!