Un nuovo, intenso spettacolo è in scena fino a domani pomeriggio alla Sala Generali del Teatro Rossetti di Trieste: ‘Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”
Vincent Van Gogh – L’odore assordante del bianco è un testo di Stefano Massini, messo in scena nella regia di Alessandro Maggi e interpretato da Alessandro Preziosi (Van Gogh) e da Francesco Biscione (Dottor Peyron), Massimo Nicolini (Theo Van Gogh), Roberto Manzi (Dottor Vernon Lazàre), Alessio Genchi (Gustave, infermiere), Vincenzo Zampa (Roland, infermiere).
Le scene e i costumi sono di Marta Crisolini Malatesta, le musiche di Giacomo Vezzani, il disegno luci di Valerio Tiberi e Andrea Burgaretta. Lo spettacolo è coprodotto da Khora.teatro, Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con il Festival dei due mondi di Spoleto.
ALESSANDRO PREZIOSI, UNO STRAZIANTE VAN GOGH
Alessandro Preziosi, dopo aver vestito i panni tra gli altri di Cyrano e del Don Giovanni dà un’ennesima prova di talento vestendo i panni dell’artista olandese che ha trascorso un lungo periodo nell’ ospedale psichiatrico di Saint Paul de Manson.
Un Van Gogh riproposto con intensità nel periodo di massimo smarrimento e reso perfettamente dall’attore delineando con maestria il profilo complesso dell’artista olandese.
La sua interpretazione- anche se ha già regalato al pubblico personaggi forti e complessi- è forse la migliore ad oggi e conferma lo spazio teatrale come quello perfetto per l’attore
Gli artisti sono gli unici a poter rendere visibili i propri pensieri
L’ARTISTA DEI COLORI E IL DRAMMA DEL BIANCO
All’artista dai colori forti e dallo slancio comunicativo si contrappone il bianco della stanza manicomiale che si ripropone continuamente nello spettacolo come un mantra che rinforza l’incubo che lo agita.
Bianco ripreso anche nella scenografia minimale ma funzionale alla messinscena, garanzia e conferma dello stile del regista Stefano Massini.
Tre pareti immacolate e un piano in discesa formano la scena a simboleggiare la caduta infinita dell’artista nel baratro delle allucinazioni e della solitudine.
Questo e un disegno senza colori
IL RAPPORTO CON IL FRATELLO THEO
Fulcro dello spettacolo, oltre all’indagine psicologica sull’artista, il rapporto con il fratello Theo, interpretato da un ottimo Massimo Nicolini e di cui abbiamo testimonianza grazie alle lettere custodite dalla moglie Joanna, come ha raccontato lo studioso Peter Brown a un incontro di approfondimento sullo spettacolo).
Un rapporto di amore- odio che si snoda tra accuse, ricordi d’infanzia e la speranza, vana, che il fratello riesca ad esaudire il suo desiderio: uscire da quella stanza di ospedale
Ho preso quattro treni e un carretto per venire qui
Un uomo che spera di ritrovare suo fratello che ormai è vittima delle allucinazioni, dubitando di tutto e che arriverà a chiedere
Prometti, prometti che esisti davvero
IL TEMA DELICATO DELLA PSICOANALISI
Uno dei temi trattati nello spettacolo è anche la psicoanalisi, nell’incontro di Van Gogh con quello che dovrebbe essere il direttore del Carcere.
Colui che sembra l’unico a credergli, sempre e comunque, che cerca di trovare la chiave di interpretazione dei deliri dell’artista e che lo invita a raccontare la “sua” realtà attraverso i dipinti.
Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco è un esperienza anche per il pubblico che è portato come il protagonista a dubitare di tutto e a chiedersi: “Cos’era reale e cosa no?”
“Chi sei? Quello che resta di me stesso. La mia ombra, non una luce”