A conclusione della prima giornata del concorso documentari del Trieste Film Festival 2018 si è svolto martedì al Teatro Miela di Trieste un evento speciale.
Uomini che dissero no è l’incontro tra Pietro Spirito (giornalista e scrittore) e Fredo Valla, regista di “Non ne parliamo di questa guerra”, proiettato al Trieste Film Festival 2018 in anteprima assoluta.
L’incontro è stato inserito tra gli eventi collaterali del festival ma ne racchiude appieno il senso: raccontare attraverso i film e gli eventi collegati spezzoni di storia poco conosciuti o rimossi.
NON NE PARLIAMO DI QUESTA GUERRA
E invece si, bisogna parlarne: il docu-film ci accompagna in un pezzo di storia passata che può creare reazioni discordanti ma che di sicuro non lascia indifferenti.
L’Italia detiene il primato per la ferocia con cui punì i suoi soldati che durante la prima Guerra Mondiale dissero NO a una guerra che sentivano lontana.
Molte le testimonianze di ribellione o di autolesionismo che compirono i soldati in trincea pur di non tornare a combattere.
Molte anche le testimonianze degli effetti della guerra sui soldati, come un video presente nel documentario e filmato da uno dei medici di un ospedale che li accoglieva.
Nel documentario si alternano testimonianze video recuperate grazie alla Cineteca del Friuli a testimonianze di storici locali come Antonio Bolognesi o Bruna Bianchi (docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia) che riportano alcuni fatti chiave o alcuni dati.
Tra i dati
Bisogna tener conto che in Italia, dal ’15 al ’18 1 soldato su 14 subì un processo e 1 su 24 venne processato per diserzione.
Elemento chiave è il distinguo- che ha sottolineato anche Valla nell’incontro precedente il film- tra gli ufficiali che vivevano a contatto con le truppe e gli ufficiali di alto comando.
I primi condividevano le loro azioni e il no agli ordini di avanzamento, gli altri invece hanno molte responsabilità.
Una proposta di legge
Il nipote di Silvio Ortis, uno degli alpini condannati a morte per diserzione a Cercivento nel 1916, ha sempre chiesto con forza che ci fosse la riabilitazione per questi soldati che avevano l’unica colpa di aver detto “NO” a ordini o a missioni spesso suicide.
La proposta di legge fu firmata da entrambi gli schieramenti ed è doverosa secondo Valla.
Una volta arrivata però in Senato con un percorso giusto e “pulito”, come ha definito l’onorevole presente all’incontro, è poi quasi sparita nel nulla, impantanata nel marasma politico e burocratico.
Chi è Fredo Valla
Documentarista italiano, sceneggiatore, classe ’48. Il Trieste Film Festival ha presentato nel 2010 il suo “Medusa storie di uomini sul fondo” e, nel 2016, “Più in alto delle nuvole”.
Il documentario si basa sulle note cadenzate dalla voce di Gabriella Gabrielli accompagnata alla chitarra da Diego Todesco e le musiche di Walter Porro.