Nel pieno spirito sessantottino, parte la ventinovesima edizione del Trieste Film Festival. Sul palco Steve Della Casa critico cinematografico e Mario Luzzatto Fegiz giornalista esperto di musica coordinati da Alessandro Mezzena Lona. Una carrellata sull’atmosfera culturale del ’68.
In perfetto clima sessantottino, il Teatro Miela ci accoglie con un grande spazio antistante il palco, dove dei cuscini per terra ci indicano quale sarà il mood della serata.
Dopo i saluti di rito, a prendere la parola è Steve Della Casa, cineclubbista di lungo corso. Della Casa guida il pubblico tra le pieghe degli anni sessanta fino agli inizi dei settanta, il pubblico è rapito dai dettagli, come commenta Mezza Lona
sembra di ascoltare una puntata privata solo per noi di Hollywood Party
Con Della Casa si ripercorrono delle stars, icone di un’epoca. Dai coca party degli Stones alle corna di Mick Jagger.
Dopo Della Casa la parola passa a Mario Luzzatto Fegiz. Con lui si sceglie di prendere in esame una storia che tanto ha fatto chiacchierare, fino a qualche anno fa. Il satanismo nella musica rock.
Per approfondire l’argomento, Fegiz ci da lettura di un saggio, da lui riportato nel suo libro Troppe zeta nel cognome edito da Hoepli.
Il saggio riporta la disamina di un reverendo, il quale intercetta varie tracce di satanismi tra diversi gruppi musicali che abbracciano circa un trentennio di musica.
Da Elvis agli ABBA, secondo questo reverendo, sembra non si salvi nessuno dalla seduzione del maligno.
Il numeroso pubblico si diverte e pende letteralmente dalle labbra dai capaci oratori e anche quando Fegiz perde il filo del discorso, ecco scattare un applauso che lo avvolge come un caloroso abbraccio.
Dopo esserci tuffati in queste atmosfere siamo stati prontissimi a tuffarci nelle atmosfere di Godard e del suo film Sympathy for the Devil, del 1968 con il quale cui il regista conclude un ciclo della sua vita artistica per immergersi completamente nella lotta rivoluzionaria.
