Gary Oldman è Winston Churchill ne L’ora più buia di Joe Wright. Dal 18 Gennaio nelle sale italiane.
Nella pellicola un vero e proprio spaccato di storia, ovvero le prime settimane di Churchill alla guida del suo Paese, la Gran Bretagna.
Vincerà l’Oscar 2018 come miglior attore protagonista perché a resuscitarne vizi e virtù dello statista è uno dei più grandi interpreti del cinema britannico contemporaneo: Gary Oldman.
Duecento ore di trucco in totale, e si vedono tutte, per una straordinaria interpretazione che incarna il più popolare primo ministro della storia del Regno Unito: il “suo” Churchill così caratteriale e vitale è il cuore pulsante della pellicola di Joe Wright
Distribuito da Universal Pictures.
Nel cast: Ronald Pickup, Lily James, Ben Mendelsohn, Kristin Scott Thomas, Stephen Dillane, Nicholas Jones, Richard Lumsden, Brian Pettifer.
La trama
Siamo nel 1940 nei giorni dell’evacuazione dell’esercito britannico da Dunkerque sotto le bombe dell’aviazione tedesca. A Londra, dopo il dimissionario Primo Ministro conservatore, viene eletto senza tanto entusiasmo da parte del partito, il controverso Winston Churchill, che tra mille difficoltà riuscirà a salvare le truppe intrappolate in territorio francese. Il neo eletto Primo Ministro grazie al carattere e a un discorso intenso e convincente riuscirà a far fronte così alla sua ora più buia, unendo una nazione per combattere l’aggressione di Hitler e tentando di cambiare il corso della storia mondiale.
Spero che il film sorprenda il pubblico, come ha sorpreso me. Lavorare con un cast del genere è come se fosse ogni giorno Natale
Ha detto Garry Oldman.
Così si mostrerà tutto sulle spalle di un irriconoscibile Gary Oldman “L’ora più buia”, che si apre con il discorso alla nazione di Churchill.
Il regista presenta subito il suo personaggio come un uomo stravagante che si sveglia non prima delle due del pomeriggio e fa colazione con una gran dose di whisky.
Churchill era l’eroe prima odiato e poi amato in patria perché
Mai la svastica apparirà su Buckingham Palace
L’uomo che desiderava il potere dagli anni dell’asilo e che rifiutava di incontrare il re alle 16 perché
A quell’ora faccio il riposino pomeridiano,
Eppure, sarà lui a salvare non solo oltre 300.000 militari con l’operazione Dynamo, ma anche l’onore della patria. Gary Oldman lo incarna letteralmente e ne fa trapelare tutte le sue fragilità, pur mostrandone il suo lato ironico e geniale. Lo statista era stato dislessico da piccolo e veniva da una famiglia particolare.
Il padre nobile era sempre stato lontano ed era morto quando lui era giovane. La madre, invece, era figlia del fondatore del New York Post ed era stata amante del re Edoardo VII. Con queste premesse, parte il ritratto di un uomo che deve salvare la sua patria e realizza la sua brama di potere. Nel film c’è prima l’uomo, alle prese con la moglie Clementine (Kristin Scott Thomas) e la sua segretaria personale Elizabeth Nel (Lily James), una figura che diventerà essenziale per la narrazione.
Gran parte della storia si svolge in ambienti claustrofobici, piccoli e privi di luce. Infatti si vede poco del conflitto bellico che sembra tutto interiorizzato dai vari personaggi.
La forza di questo film sta nelle idee di un leader che ancor oggi rappresenta un esemplare governativo senza precedenti, a prescindere dall’intento di lettura politica che vuole dare il regista Wright. L’anima del film, invece, prende vita nella performance di un grande professionista che possiamo definire a pieno titolo camaleontico e carismatico. Regista e attore protagonista si sono capiti così bene che ne è venuto fuori un risultato magistrale.